26 febbraio 2024

Billie Joe Armstrong: “Van Halen o Malmsteen? Li adoro ma troppa fatica suonare così”

SAVIOR, ultimo disco dei Green Day, è zeppo di grandi assolo di chitarra. Billie Joe Armstrong confessa la sua vocazione da Guitar Hero

SAVIOR, il quattordicesimo album dei Green Day uscito lo scorso gennaio, paragonato a tutti i precedenti lavori della band, presenta un tratto musicale saliente: lo spazio importante che il cantante e chitarrista Billie Joe Armstrong ha riservato agli assolo di chitarra. La notizia però, va oltre il fatto che Billie Joe Armstrong abbia esplorato una possibilità musicale inedita rispetto al sound tradizionale e agli arrangiamenti della band. Interessa, semmai, il tema controverso del punk e della sua ritrosia nell’accogliere preziosismi strumentali, autocompiacimenti tecnici di cui gli assolo di chitarra - appunto - sono forse la massima espressione nel rock. Perchè, dire semplicemente che nel punk gli assolo di chitarra non ci stanno e non funzionano non è solo superficiale: è profondamente sbagliato. Non fosse perché l’inno riconosciuto di tutto il punk, “Anarchy In The Uk” dei Sex Pistols di assolo di chitarra di Steve Jones ne ha addirittura due, uno dei quali, il primo è letteralmente folgorante. Ma di svisate di chitarra sono zeppi pure i dischi dei Clash…anzi, adesso stoppiamo tutti la lettura di questo articolo e ci beiamo -ancora una volta - di quello magistrale che Mick Jones snocciola su “Brand New Cadillac” (LONDON CALLING, 1979).

Billie Joe Armstrong: “Van Halen o Malmsteen? Li adoro ma troppa fatica suonare così”
PHOTO CREDIT: Alice Baxley

Punk & assolo di chitarra

Fatto? Perfetto. Allora sarà chiaro a tutti che l’assolo di chitarra nel punk ci sta ma deve essere verace, autentico e sfrontato come è la natura di questo genere. Se l’assolo è un’espressione musicale rabbiosa e urgente, gesto artistico che è la stessa struttura o arrangiamento della canzone a invocare, sarà perfetto anche nel punk. Come lo è - per esempio - quello stralunato di “Smells Like Teen Spirit” suonato da Kurt Cobain nel capolavoro dei Nirvana. L’assolo nel punk stona quando non si preoccupa di mettersi al servizio della canzone e diventa mero sfoggio di abilità; quella sciccheria che nel blues, nel metal ma anche nel pop e in tanto rock, ti fa gongolare ma - esibita su un pezzo punk - è panna cotta alle ciliegie spalmata dentro a un panico con salame e formaggio.

 

SAVIOR: mai registrato tanti assolo!

E quindi, come vanno lette le prodezze solistiche sfoggiate alla chitarra da Billie Joe Armstrong nell’ultimo album dei Green Day, SAVIOR? Direi molto bene, visto che tutte le parti di chitarra ascoltate in questo disco paiono perfettamente coerenti all’estetica punk rock. Non c’è nulla di circense, nessuna mitragliata sopra le righe; anzi, quando Billie Joe Armstrong pigia sull’acceleratore della sua Gibson, i richiami sono quelli più autentici al solismo rock di artisti, band e chitarristi che - comunque - hanno contribuito ad ispirare il suono del primo punk o ne hanno gravitato nei paraggi. E quindi, non è difficile riconoscere tra le schitarrate di SAVIOR echi di James Honeyman-Scott chitarrista dei Pretenders, Mick Ronson sei corde di fiducia di David Bowie o del session man Steve Hunter quando suonava con Lou Reed. E’ lo stesso Billie Joe Armstrong a descrivere così, scherzosamente in un’intervista, la sua epifania da Guitar Hero: “Mi sono messo il cappello da ‘dio del rock’ e ho iniziato a fare tanti assolo di chitarra! Penso di aver fatto più assolo in questo disco di qualunque altro mai inciso coi Green Day.”

 

Trascorsi da metallaro

Ma la passione per gli assolo di chitarra ha, per il chitarrista dei Green Day, radici inaspettatamente lontane e profonde. Racconta, infatti, come da ragazzino appassionato di smanettoni della chitarra metal, se ne sia allontanato proprio per inseguire il suo sogno di suonare punk rock: “Quando ero un bambino, amavo Eddie Van Halen, Angus Young e Randy Rhoads. Ma poi ho capito che inseguire del tipo di chitarra era come decidere di partecipare alle Olimpiadi della chitarra” spiega Armstrong. “Se volevi bazzicare in quel mondo, dovevi essere bravo come quei ragazzi; essere in grado di suonare veloce come Yngwie Malmsteen! Quindi mi sono detto: 'Amico, se voglio suonare a quei livelli finirò per stare seduto nella mia stanza, a fare scale ed esercitarmi per il resto della mia vita. E non farò mai parte di una band che è la cosa che, in realtà, sogno” È stato allora che i miei gusti hanno iniziato a cambiare e ho iniziato ad appassionarmi di più alla musica punk e alternative. Lì c’erano grandi parti di chitarra, ma era tutto molto più concentrato sul piano ritmico, sui suoni. Inoltre, con il passare degli anni, gli assolo di chitarra nel metal hanno iniziato a diventare sempre più esasperati: alla fine sembravano una parodia! E così, forse anche per reazione al metal, soprattutto su DOOKIE (1994) sono diventato un anti solista. Ma ora mi piace lasciare affiorare nuovamente quella passione da adolescente. Anche perché, suonare assolo di chitarra è divertente e  sto spingendo per diventare un chitarrista migliore.” 

 

Billie Joe posseduto da Jonny Greenwood

Quanto agli assolo di chitarra presenti su SAVIOR di cui è più fiero, Billie Joe Armstrong ha detto: “Per esempio, in “Fancy Sauce” faccio una specie di assolo fantasma, con un un suono che entra ed esce dal mix!”. E in effetti la parte è originale, centrata e valorizza il finale del pezzo, regalandogli anche una certa gradevole epicità sgangherata: Armostrong sembra posseduto da Jonny Greenwood dei Radiohead e grattugia sulla chitarra una melodia allucinata, immersa nel delay e che sconfina nel caos! “Oppure in “Living In Te 20s” ho cercato di fare un assolo alla Who, tipo “I Can't Explain”, qualcosa che ricordasse anche una vecchia canzone dei Kinks…" continua il cantante e chitarrista dei Green Day "doveva dare la sensazione che fosse andato tutto in tilt. Tra l’altro per il suono e per come stiracchio le corde, ricordo piuttosto Angus Young degli AC/DC