20 novembre 2017

Charles Manson: una vita tra terrore e musica

E' morto in California a 83 anni Charles Manson, il feroce leader della Manson Family, legato per sempre al mondo del rock

E' morto all'età di 83 anni Charles Manson che, in carcere dal 1972, non è sopravvissuto ad una emorragia intestinale. Ricordato come uno dei più sanguinosi e visionari criminali dell'epoca moderna, Manson ha vissuto una vita intera legata nei modi più disparati alla storia del rock.

L'estate del 1969 è spesso ricordata come la 'Summer Of love' ma, tra i colori indotti dalla psichedelia e le percezioni dilatate artificialmente, c'era una lato oscuro portato da Charles Manson e la sua 'Family'. Vero e proprio 'mastermind' della comune di cui era il guru, furono molti i crimini collegati a Manson, ma quello più famoso ed entrato nell'immaginario collettivo risale al 9 agosto 1969 nela villa di Roman Polanski e Sharon Tate che, incinta, fu uccisa con altri 4 visitatori dai seguaci della 'Family'

Se il nome di Manson venne adoperato in arte da Brian Warner che, accostandolo in modo stridente a quello della Monroe divenne Marilyn Manson, Linda Kasabian, tra gli assassini presenti quella notte d'estate alla mattanza di Tate, regalerà la firma alla omonima band inglese.  

In realtà sono molti i legami tra Manson e il mondo del rock, in fondo Charles era un rocker mancato e, dopo aver imparato a suonare la chitarra in carcere nel 1961 fu sempre attivo in questo senso. Prendeva il "White album" dei Beatles come ispirazione, dando interpretazioni proprie della canzoni, parlava del quartetto di Liverpool come dei '4 dell'apocalisse' e nell'omicidio dei coniugi LaBianca famosa è la scritta sul frigo con il sangue 'Helter Skelter', brano chiave che Manson interpretava come l'inizio della confusione, di una guerra per la supremazia razziale che credeva di poter vincere uccidendo persone bianche per far ricadere la colpa sui militanti neri e poi salire al potere (con l'aiuto dei Beatles). 

Nel 1968  Dennis Wilson, batterista e membro fondatore dei Beach Boys, è di ritorno a casa quando incontra sul ciglio della strada due giovani ragazze, argomento sul quale era particolarmente sensibile, le porta in casa e  si reca in studio di registrazione. Tornando indietro nel pieno della notte vede uno strano individuo avvicinarsi, era Charles Manson che nel frattempo aveva portato in casa una dozzina di persone della sua Family, principalmente ragazze, che si insediarono a casa di Wilson  a sue spese. Il Beach Boy era in qualche modo affascinato da Manson e addirittura gli pagò uno studio di registrazione oltre a presentarlo a vari esponenti del mondo discografico losangelino e gli stessi Beach Boys inserirono un brano di Manson, 'Cease To Exist', nell'album del 1969 "20/20", riadattandolo come 'Never Learn Not To Love'. Anche Neil Young, amico di Wilson, venne incuriosito dal 'talento'irregolare del Manson cantautore che considerava abbastanza bravo e affascinante tanto da cercare di raccomandarlo ai discografici della Reprise, poco prima delle stragi Tate-Labianca. Tra i membri della Family - diede il via all'estate degli assassini uccidendo il professore di musica Gary Hinman - c'era anche Bobby Beausoleil che faceva parte della primissima formazione dei Love e venne scelto dal regista Kenneth Anger per essere il protagonista di "Lucifer Rising", salvo poi essere accusato di aver rubato la pellicola. In un secondo tentativo di produrre il cortometraggio, Anger contattò Jimmy Page dei Led Zeppelin con il quale condivideva la forte passione per l'occultismo di Aleister Crowley, per creare la colonna sonora. Page iniziò a lavorare all'opera ma, dopo un litigio di Anger con la moglie del chitarrista, la scelta cadde di nuovo sull'incarcerato Beausoleil, questa volta in veste di musicista. 

Le aspirazioni di Manson di diventare a tutti gli effetti un cantautore non erano mai dome e durante la permanenza in carcere nel 1968 incontrò il produttore Phil Kaufman che continuò a supportarlo al punto che - dopo i rifiuti di varie etichette discografiche - finanziò la stampa di 2000 copie di un album intitolato "Lie: The Love & Terror Cult", una raccolta di registrazioni avvenute tra il 1967 e il 1969 pubblicata nel marzo 1970. Negli anni '80 Manson continuò a registrare durante la sua permanenza in carcere, riuscendo a far arrivare all'esterno alcune copie dei nastri poi raccolti in svariate relese non ufficiali.  

L'influenza di Manson ricorrerà anche negli anni seguire: fu citato dai Ramones in 'Glad To See You Go', Ozzy Osbourne dichiarò che l'oscurità e la pericolosità data in pasto da Manson ai media diede in qualche modo una spinta all'immaginario dei Black Sabbath e lo usò come ispirazione nel brano 'Bloodbath In Paradise' del 1988. Anche i Guns'n'Roses non restarono immuni alla fascinazione del macabro e in "The Spaghetti Incident?" includono un brano di Manson, 'Look At Your Game, Girl' come ghost track. Trent Reznor addirittura si trasferì nella tristemente nota villa di Tate per lavorare all'album dei Nine Inch Nails "The Downward Spiral" del 1994 e cercare di percepire le vibrazioni della psicopatica americana che hanno attraversato i secoli ammantando di nero tutti i pori della cultura pop. 


Charles Manson

Charles Manson - Lie: The Love & Terror Cult

Charles Manson - Lie: The Love & Terror Cult