16 gennaio 2024

Cresta bionda e scarpe da tennis di colore diverso: come farsi cacciare da un'audizione dei Metallica

Les Claypool dei Primus - bassista rock tra i più stupefacenti della storia - racconta di come fallì miseramente nell'audizione per entrare nei Metallica.

Che noia se il segreto di una grande rock band fosse solo la capacità di suonare bene. Invece, l’alchimia che rende poderoso non solo il sound di una band ma anche la sua essenza, è l’intenzione comune con la quale si suona, si sta sul palco; l’attitudine, la visione nella ricerca dei suoni, nel songwriting, persino nel look. Per questo è troppo divertente leggere di quando i Metallica segarono all’audizione per un nuovo bassista, un candidato incredibile come Les Claypool bassista tra i più influenti e tecnicamente avvincenti nel rock, almeno degli ultimi trent’anni.

Cresta bionda e scarpe da tennis di colore diverso: come farsi cacciare da un'audizione dei Metallica

Quando sei un genio del basso ma lavori come falegname

Les Claypool è conosciuto soprattutto per i Primus, l’eccentrico trio che è stato un faro per la musica alternative degli anni ’90: funk, psichedelia, grunge, metal, un’accozzaglia matta di generi musicali costruita attorno al virtuosismo stralunato e intelligente del basso di Claypool. Inoltre, Les Claypool si è distinto grazie anche ad un altra band rock eccentrico - il cui repertorio è in gran parte basato sulle improvvisazione live - gli Oysterhead, trio con Stewart Copeland alla batteria e Trey Anastasio alla chitarra;


 


Un progetto che rivela quanto Les Claypool non sia mai stato un mero macinatore di note ma un artista sofisticato e colto, qualità confermate anche dalle sue doti come produttore musicale, romanziere e addirittura musicista di banjo. La nostra storia però, ci riporta agli inizi della sua carriera. Nonostante il suo talento incommensurabile al basso, nel 1986 Les Claypool lavorava ancora come falegname e avrebbe fatto carte false per entrare in qualunque band lo stipendiasse. Non importava il genere musicale, quello che contava era poter lavorare nella musica. Così, anche se il suo universo musicale era fatto di funk, jazz, progressive e musica rock stravagante, quando il suo compagno del liceo Kirk Hammet gli propose di fare un’audizione per i Metallica, Claypool accettò con entusiasmo: “Kirk Hammett era un mio vecchio amico: mi regalava riviste di chitarra ed è stato grazie a lui che ho scoperto la musica di Jimi Hendrix.


Va tutto storto...

Il 1986 è un anno cruciale e assieme drammatico per i Metallica: hanno appena realizzato MASTER OF PUPPETS, capolavoro che schiude alla band un ciclopico incremento di fama e autorevolezza ma, al contempo, devono fare i conti con la tragica scomparsa, in un incidente, del loro bassista Cliff Burton.


 


Così, Les Claypool decide di partecipare all’audizione per il nuovo bassista ma tutto va storto. Nonostante la bravura strabiliante del bassista, bastano poche note perché il batterista Lars Ulrich interrompa la sessione. Ricorda Claypool: “Non riesco davvero a ricordare quali canzoni abbiamo suonato durante quell’audizione. Ma il mio modo di suonare proprio non si adattava, era evidente!. Tanto che dopo un po’ Lars mi disse "Non sei abituato a suonare questo tipo di musica, vero? E io, non potei rispondere altro che: “Dannazione ragazzi: ma a che razza di volumi suonate?”. Cercai anche di sdrammatizzare e per ridere proposi ai Metallica di suonare un pezzo dei Isley Brothers…e loro non la presero bene!”.


"Non mi hanno voluto perché ero un freak"

Successive leggende hanno giustificato la bocciatura di Les Claypool con la diplomatica risposta del cantante e chitarrista dei Metallica, James Hatfield, che definiva il bassista “Troppo bravo” per suonare con i Metallica. Ma è stato Les Claypool stesso a ridimensionare questa edulcorata versione del benservito ricevuto: “No, non era perché ero troppo bravo: semplicemente non mi adattavo! Avevo una cresta bionda e pantaloni larghi da skater e due scarpe da tennis di colore diverso e quelli erano gli anni dei metallari con il chiodo, i capelli lunghi e i jeans attillati! Tempo dopo ne ho anche parlato scherzando con James Hatfield; perché lui, in un documentario sui Metallica, “Behind The Music”, ricordava quell’audizione dicendo che tecnicamente e musicalmente che ero troppo per loro. Ma io gli ho detto che non era così: il punto è che non  funzionavo perché ero un freak che non centrava niente con la loro immagine e il loro sound da metallari. Ecco perché non mi hanno voluto; e lui è esploso a ridere, perché avevo ragione!”