01 febbraio 2024

Cure: quel Frankenstein di contrabbasso in "The Love Cats"

La storia bizzarra dietro una delle linee di basso più conosciute e particolari del rock, quella del classico dei Cure, "The Love Cats"

"The Love Cats" è un singolo dei Cure uscito nel 1983, estratto dalla raccolta - dello stesso anno -  JAPANESE WHISPERS. E' il primo singolo della band a guadagnarsi un posto alla Top 10 inglese. Il brano ha una sound nuovo, un brio inedito e diverso che spezza le sonorità dark più torve degli esordi del gruppo. Merito di uno stralunato pianetto swing e - soprattutto - di una linea di basso saltellante ed eccentrica. Ecco la storia.

Quando si parla di basso elettrico nel rock, non è difficile trovarsi a pensare a punk, post punk, new wave come le fasi di questo genere in cui questo strumento è fiorito in maniera particolarmente interessante. Tutto l’impianto di scrittura e arrangiamento dei brani voltava le spalle all’approccio più barocco del progressive rock degli anni 70 ma anche a quello più selvaggio e svolazzante del rock blues; le chitarre diventavano minimali, sperimentavano con gli effetti e questo lasciava spazi enormi alla sezione ritmica: la batteria meno vincolata dall’urgenza di assecondare i riff distorti dei chitarristi, sperimentava su beat che spesso clonavano tiro, essenzialità e linearità delle allora neonate drum machine; oppure, si contaminava tra singhiozzi disco funk o, addirittura, digressioni reggae. Il basso poteva rivendicare spazi totalmente nuovi che si aprivano su approcci molto lontani ma complementari. Quello delle linee in ottavi, monolite e petulanti, suonate a plettro come Adam Clayton negli U2, linee che diventavano la spina dorsale del portamento di questo tipo di Rock; oppure, quello del basso che si fa disinibito e - come aveva mostrato Paul Simonon nei Clash da LONDON CALLING (1979) in poi - si concede a linee più articolate, ammicca al funk, cita il reggae e il dub, gioca con lo slap. John Taylor dei Duran Duran resterà una delle testimonianze più clamorose di questo nuovo bassismo figlio del Punk che si schiudeva nella New Wave.




In questo scenario, però, c’è una linea di basso - tra l’altro tra le più apprezzate e ricordate degli anni ’80 - che si discosta completamente ed è quella di "The Love Cats" dei Cure, per altro primo singolo della band ad entrare nella Top 10 inglese. La parte, infatti, non solo è eseguita da un contrabbasso e non da un basso elettrico ma è stata registrata in maniera totalmente non convenzionale.


Cure: quel Frankenstein di contrabbasso in "The Love Cats"

 Enfant prodige, bassista & produttore

Artefice di questa linea di basso è tale Phil Thornalley eclettico e straordinario musicista, bassista, autore e produttore; una di quelle tante figure che nel Rock, da dietro le quinte e i banchi dei mixer - ha determinato le sorti di band e successi. Phil Thornalley nei primi anni ’80 è un enfant prodige - che poco più che ventenne - ha già prodotto album giganteschi come PORNOGRAPHY (1982) dei Cure o SEVEN AND THE RAGGED TIGER (1983) dei Duran Duran. Thornalley è soprattutto un bassista che, pur conoscendo molto bene la musica, non ha mai inseguito preziosismi da musicista fusion o progressive, concentrandosi unicamente sul suo ruolo di strumento funzionale all’arrangiamento di un pezzo. “Ci sono persone che suonano cose incredibilmente precise e tecniche con suoni meravigliosi. Io non avrei idea di come farlo. Viceversa, io sono capace di suonare quello che serve per un disco o per una canzone. Mi metto al servizio della canzone e - cosa più importante - rispetto il cantante evitando di schiacciargli i piedi con linee di basso che disturberebbero la melodia della voce."


 


Le storia del basso di "The Love Cats"

Ecco la storia della linea di basso di “The Love Cats”. Nel 1983, il bassista dei Cure Simon Gallup decide di prendersi una pausa. Così, Phil Thornalley già assoldato come produttore artistico viene investito anche del ruolo di bassista. Ricorda Phil Thornalley: “Mentre eravamo in tournée, Robert Smith, il cantante dei Cure, mi aveva mostrato la linea di basso principale di questo nuovo pezzo “The Love Cats” e l’avevo imparata sul basso elettrico.” Sembrava quindi che il brano avesse già elaborato forma e struttura definitiva per essere registrato ma, invece e come spesso succede, quando la band entra in studio di registrazione le cose cambiano. “Quando siamo andati in studio per registrarlo” continua il bassista “abbiamo visto che tra la strumentazione residente c’era questo contrabbasso che ha catturato l’attenzione di Robert Smith, tanto da pretendere che incidessi "The Love Cats" con quello! Io non aveva idea di dove mettere le mani, perché non sapevo suonare un contrabbasso!”


 


Astuzie da produttore

Per domare uno strumento per lui nuovo, Phil Thornalley mette in gioco tutte le sue competenze da musicisti e astuzie da fonico e produttore.Il contrabbasso non ha i tasti come un basso elettrico. Non trovi le note perché sono indicate da un tasto: le prendi con l’intonazione e perché conosci a menadito quella tastiera. Quindi, mi sono armato di accordatore, ho mercato le note sulla tastiera e ho letteralmente attaccato alla tastiera del contrabbasso dei pezzetti di nastro che mi facessero da segnalasti: perché non avevo nessuna idea di dove fossero le note. Quindi, ho dovuto prendere la canzone pezzo per pezzo e ricostruire da zero la linea che suonavo sul basso elettrico, cercando note e posizioni su ogni sezione di accordi. Per aiutarmi, ho anche programmato una linea di contrabbasso finta, fatta con il synth che mi facesse da guida. Quindi, visto che ancora si registrava in analogici, su nastro e non con il computer ho incisto su due tracce, procedendo in maniera binaria: facevo l’intro su una traccia; mi ferma e facevo la strofa sull’altra; stop e ripartivo con il ritornello dalla prima traccia" Alla fine, anche se con un approccio inusuale, il Frankenstein di contrabbasso creato da Thornalley è geniale e incastona alla perfezione - per suono e scelta di note - uno dei pezzi che diventerà un classico dei Cure.


 


Jazzisti in lacrime

Dirà Phil Thornalley: “Quel singolo è stato un successo ma rabbrividisco quando pensa a cosa potrebbe dire un contrabbassista professionista di quella mia parte dii basso. Anzi, sono sicuro che ai jazzisti venga da piangere ogni volta che sentono quella linea. In termini di feeling, per quanto serve alla canzone, quella linea è calzante; ma in termini di tecnica e scelta delle note…aiuto! Da allora, comunque, non ho mai più suonato un contrabbasso.” Dopo i Cure la carriera di Phil Thornalley continuerà in maniera eccezionale: Thornalley diventerà il cantante dei Johnny Hates Jazz, sarà il bassista di Bryan Adams e - tra le molte altre collaborazioni - ha scritto, prodotto e suonato il basso in “Torn” brano che la cantante australiana Natalie Imbruglia ha successivamente reso un successo planetario nel 1997.