23 gennaio 2024

Quel basso dei Green Day: un pizzico di jazz, un pizzico di droga

Mike Dirnt ricorda come ha scritto la linea di basso di "Longview", singolo di debutto dei Green Day e pezzo decisivo nella loro ascesa al successo

“Longview” è il singolo dei Green Day, con cui alla band si schiudono le porte del successo. Il pezzo, quarta traccia del loro capolavoro DOOKIE (1994), beneficerà di un’attenzione straordinaria da parte di MTV che ne inserirà il video in maniera martellante nella sua programmazione, offrendo alla band una eccezionale e fruttuosa visibilità. Così, per mesi, DOOKIE scorrazzerà nei piani alti delle classifiche, tanto da guadagnarsi il premio della rivista Time come miglior disco rock dell'anno. Il bassista Mike Dirnt ha raccontato come la linea di basso di questo pezzo sia frutto tanto dei suoi trascorsi come jazzista, tanto di assunzioni meno raccomandabili


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Attitudine da Cazzoni

I Green Day erano una botta; nel panorama intenso ma rabbioso, quasi cupo dei primissimi anni ’90, tutto grunge, metal e alternative, loro arrivavano come un raggio di sole e frizzantezza punk: il sound era quello rinvigorito e velocizzato dei Sex Pistols, epurato però della componente più pessimista e idrofoba di Johnny Rotten e con gli accordi maggiori e allegri dei Ramones. Punk suonato con un’energia e freschezza inedite, un sound clamoroso e questa, deliziosa, attitudine da cazzoni. Quello che è divertente scoprire, curiosando tra gli archivi della storia della band, è che proprio il singolo “Longview” - che esordiva come una sorta di manifesto programmatico punk dello stile dei Green Day - affondi le radici in bizzarre e sbalorditive influenze Jazz.


 

Trascorsi da jazzista

La responsabilità è del bassista Mike Dirnt, autore della linea di basso ruffiana che apre e traina il pezzo. Mike Dirnt bucava lo schermo perché aveva il physique du rôle e uno stile che lo facevano sembrare un Frankenstein assemblato con alcuni dei più iconici bassisti del punk: alto, magrissimo e allampanato, con il basso alle ginocchia era un mix tra Sid Vicious dei Sex Pistols, Sting dei primissimi Police e Paul Simonon dei Clash. E, proprio come Sting e Paul Simonon, Dirnt era un bassista con una conoscenza musicale molto più profonda di quella che sfoggiava nelle sue sfuriate punk, suonate a plettro sul suo basso Gibson. Infatti, proprio circa la scrittura del giro di basso di “Longview”, il bassista dei Green Day ha raccontato: “A quei tempi ero nel pieno della mia fase jazz. Avevo un amico che era un chitarrista jazz e suonavo molto con lui. Studiavamo e provavamo assieme tanti brani presi dal Real Book (un librone che è la bibbia dei musicisti Jazz; una raccolta ciclopica di spartiti con gran parte dei classici più noti e interpretati del jazz, chiamati - appunto - Standard. NDR). Conoscevo parecchi standard, pezzi come “Blue Dolphin”, “Domino Biscuit” o “A Train”…E andavo anche a suonare questo repertorio in piccoli jazz pub. Così, in realtà, se lo ascolti bene il giro di basso di “Longview" è tanto influenzato da quelle cose, è molto jazz shuffle.”


 

L'ingrediente segreto

Ma se la scoperta di questa inattesa digressione colta nel jazz potrebbe rischiare di guastare quel sapore impertinente e scanzonato con cui vi siete sempre gustati “Longview”, ci pensa lo stesso Mike Dirnt a riportare il pezzo su impudenti coordinate punk. Nella stessa intervista, infatti, il bassista ricorda: “Quando ho scritto questa linea di basso, ero strafatto di LSD. “Longview” era già pronta, avevamo elaborato la parte di batteria e tutti gli accordi di chitarra erano al loro posto. Mancava solo il basso e io non avevo idea di una linea di basso che potesse funzionare. Una sera però, mi sono calato un acido e ho iniziato a cazzeggiare sul basso, senza pensarci troppo. Proprio quelle cose un po’ jazz di cui parlavo prima… Billie (Joe Armstrong , voce e chitarra dei Green Day. NDR) è entrato nella stanza dove strimpellavo gridando: "Amico, questa è la linea di basso per “Longview”!” Ci sono legato perché è una parte nata in modo così naturale ma, nel tempo. ho capito che molte persone la notano come una linea di basso caratterizzante. In tanti ne apprezzano il suono


 


Il bassista Mike Dirnt,  da sempre associato all'utilizzo di bassi Fender, ai tempi degli esordi di DOOKIE  suonava  un basso Gibson G3 degli anni '70, come quello presente nei due video di corredo all'articolo. Il basso è poi stato dismesso perché spezzatosi sul manico.