29 ottobre 2023

Le Hole, il successo e la batterista licenziata

Nel rock, amicizia, integrità artistica e notorietà non viaggiano sugli stessi binari. La storia della Hole che per il successo tradiscono batterista e grunge


Ripercorriamo le peripezie delle Hole, band iconica del grunge, capitanata da Courtney Love, ex moglie di Kurt Cobain. Lo facciamo attraverso la storia dei due loro album più importanti: LIVE TROUGH THIS (1994), quello della consacrazione artistica e CELEBRITY SKIN (1998), quello dell’enorme successo commerciale che le accompagnerà, però, verso lo scioglimento. Il pretesto per questo racconto, ce lo offre ricordare la vicenda della batterista Patty Schemel che, da elemento decisivo del sound della band nei primi album, fu messa in panchina durante le registrazioni di CELEBRITY SKIN.


Se il grunge è l’espressione più verace del rock degli anni ’90, a metà di quel decennio le Hole sono una delle band più rappresentative di quella scena. Nel 1994 hanno inciso il loro secondo album, LIVE TROUGH THIS che resterà il loro capolavoro. La band non rinuncia a nulla del suono che ne aveva caratterizzato il debutto di PRETTY ON THE INSIDE (1991) c’è tutto il sound greve delle chitarre scorticanti e di riff claustrofobici che si schiudono su oasi di noise, larsen e ferocia punk. Ma Courtney Love esplora maggiormente le possibilità espressive melodiche della sua voce. E questo condiziona il respiro tanto delle composizioni, tanto degli arrangiamenti che osano addirittura inserti acustici e soluzioni chitarristiche più delicate. Il sound così diventa, nel complesso, più ricco e variegato; stupefacente nei passaggi di dinamica tra le sferzate dissonanti e distorte del grunge più tetro e spiragli più dolci e sognanti sgranati su accordi puliti. Ma tante cose contribuiscono a fare di questo disco una leggenda. In primis il fatto che sia un album che affonda le radici nel dolore. Quello per la morte di Kurt Cobain, marito della cantante Courtney Love, morto suicida appena una settimana prima della pubblicazione;  quello dovuto alla scomparsa per overdose della bassista Kristen Pfaff (anche lei ventisettenne come Cobain) che avverrà - invece - due mesi dopo l’uscita di LIVE TROUGH THIS. Eventi nefasti che però, permeano l’ascolto del disco di quel ascendente maledetto che l’iconografia del rock tante volte ha accolto e coccolato.


 

Le Hole, il successo e la batterista licenziata

Io ballo da sola

Poi, succede la magia: nel 1996 esce il film “Io Ballo Da Sola” di Bernardo Bertolucci con protagonista una giovanissima Liv Tyler di bellezza ultraterrena. Nella scena più celebre della pellicola, la Tyler è un adolescente tormentata che si scatena nella sua stanza cantando e ballando. Il pezzo in questione è “Rock Star” delle Hole, traccia che chiude LIVE TROUGH THIS. Il successo del film, che diventerà un manifesto dell’estetica giovanile degli anni ’90, rilancia la popolarità del disco delle Hole. Se prima era una gemma per gli appassionati di grunge, musicisti e intenditori, quella colonna sonora lo sdogana al grande pubblico e contribuisce a farne un classico del rock.


 

Scaraventare il sound nel 2000


Passano quattro anni e quando nel 1998 le Hole decidono di tornare in studio, LIVE TROUGH THIS sembra la foto sbiadita di un momento lontano. Perchè il rock nel frattempo è cambiato. Del grunge è rimasta la volontà di tagliare i ponti con il rock patinato e autoreferenziale degli anni ’80 e di servirsi di una pronuncia più genuina maggiormente vicina agli anni ’70. Ma Alanis Morrisette, Oasis, Foo Fighters hanno portato totalmente altrove il suono. Cambiare, inoltre, per le Hole è una scelta obbligata: attorno a LIVE TROUGH THIS sì è creata una mitologia quasi ingombrante che sarebbe impossibile eguagliare. 
Così la band si affida alla produzione artistica di Michael Beinhorn che ha le idee chiarissime su come scaraventare il sound delle Hole verso il 2000! Beinhorn è uno tosto che sia formato suonando le tastiere con un geniaccio come Bill Laswell, un produttore che ha lavorato con Ramones, Iggy Pop e ha prodotto ALBUM (1986) il capolavoro dei PIL (band di Johnny Lydon dei Sex Pistols a cui Laswell affiancherà Steve Vai alla chitarra). Poi Beinhorn si fa le ossa suonando un po’ con chiunque da Alice Cooper a Herbie Hancock e quando entra in studio con le Hole ha già alle spalle la produzione di album come MOTHER MILK (1989) dei Red Hot Chili Peppers, SUPERUNKNOWN (1994) dei Soundgarden o OZZMOSIS (1995) di Ozzy Osbourne. Senza girarci troppo attorno, Beinhorn vuole per le Hole un sound più rotondo e potente. Non c’è più spazio per spigolature alternative: servono melodie pop e muri di suono come quelli dell’hard rock.


 

Oltre il danno la beffa


Ed è qui che la nostra storia riprende, perchè nel mirino del produttore finisce la batterista Patty Schemel che non riesce a fornire a Beinhorn la potenza ed omogeneità di suono che stava cercando. Sarà la stessa Schemel a raccontare in un’intervista

“Quando abbiamo ingaggiato Michael Beinhorn come produttore sembrava entusiasta di voler lavorare con noi. Mi diceva: "Ragazzi, suonate alla grande, sarà un disco perfetto". Però, quando poi siamo entrati in studio già dalla prima settimana è stata un inferno. C’era una battaglia tra me e lui e mi stava davvero facendo impazzire. Continuava a dirmi che quello che suonavo non era efficace ma scarno e povero di energia.
Alla fine, esasperata ho chiesto al resto della band di riunirci per parlarne. Solo che, anziché spalleggiarmi loro mi risposero: “Non preoccuparti per le parti di batteria che non escono. Michael ha chiamato in studio un batterista che lavora sempre con lui e ci penserà lui a suonarle. Ma tranquilla, nessuno lo saprà. L’unica cosa che risposi fu "Fanculo". Mi sentivo tradita dalla band."

E in effetti, va così; Beinhorn è produttore con talmente chiara l’idea di sound che vuole ottenere da non accettare compromessi. Convoca Dean Castronovo session man strepitoso che - tra l’altro - si è fatto un nome nella scena metal dei chitarristi neo classici e smanettoni degli anni ’80: Steve Vai, Cacophony e Tony MacAlpine su tutti. Capirete: essere la batterista di uno dei più grandiosi dischi del grunge ed essere parcheggiata per far suonare un metallaro che suonava su album di cui il grunge era stato la nemesi! …oltre il danno la beffa. 

 


Ma la ricetta di Beinhorn funziona: complice il sound grandioso di batteria di Castronovo, gli apporti di Billy Corgan (Smashing Pumpkins) alle registrazioni e il contributo  musicale artistico della nuova bassista Melissa Auf Der Maur, CELEBRITY SKIN è un trionfo: tre nomination al Grammy e un disco di platino ne faranno il più grande successo commerciale delle Hole. E come se non bastasse, Beinhorn viene persino nominato al Grammy come "produttore dell’anno" visto che, sempre nel 1998, infila anche la produzione di “MECHANICAL ANIMALS” di Marilyn Manson.

Niente Lieto Fine


Non c’è un lieto fine in questa storia visto che, nonostante il successo clamoroso di CELEBRITY SKIN, la batterista Patty Schemel (disgustata dalla vicenda)  lascia la band subito dopo l’uscita dell’album. Album che resterà l’ultimo inciso dalla band, prima della scioglimento del 2002.
Semmai, la nota divertente e scoprire che lo stesso batterista sostituto Dean Castronovo - per altro in effetti nemmeno accreditato su CELEBRITY SKIN, aveva vissuto sulla sua pelle un’esperienza analoga qualche anno prima. Da sempre fanatico di Ozzy Osbourne, a metà anni novanta Castronovo aveva realizzato il suo sogno, venendo ingaggiato per le registrazioni dell’album OZZMOSIS (1995). Ma nonostante il lavoro pregevole fatto in studio, dopo poche date del relativo tour, si vedeva licenziato dalla moglie di Ozzy, Sharon che - pur riconoscendogli la perizia in studio di registrazione - non lo trovava sufficientemente efficace dal vivo. Vedi, tante volte, il karma...