16 gennaio 2024

Kim Thayil: "Grunge? Solo frutto del marketing"

Il chitarrista dei Soundgarden parla della prima scena di Seattle e di come il termine grunge sia nato solo per marketing

Quante volte ci si strappa i capelli per descrivere questo o quell'altro artista? Sarà rock oppure pop? Metal? Punk? Cosa DAVVERO definisce il sound di qualcuno in modo chiaro e netto?

La risposta esatta forse non esiste e la cosa diventa sempre più vera man mano che si va avanti nel corso della storia con generi e sottogeneri che si rincorrono per dare un'etichetta e soddisfare il bisogno di riuscirci a spiegare ciò che non conosciamo.

Quando si pensa ai generi musicali degli anni '90, c'è una parola che sicuramente salterà fuori ad un certo punto per definire i gusti degli adolescenti dell'epoca, ed è 'grunge'.

Il termine 'grunge' è solo marketing

Ma, appunto, si tratta di termini che, a seconda dei casi, sono stati scelti per aiutare i giornalisti a spiegare una canzone o i discografici a creare trend e vendere.

Ed è proprio questo il punto sul quale si è esposto recentemente Kim Thayil, chitarrista dei Soundgarden che della scena grunge sono stati tra gli artisti simbolo.

Parlando con Killer Guitar Rigs della scena di Seattle e di cosa accadeva nell'underground prima che il successo dei Nirvana con "Nevermind" lanciasse il termine grunge nel mainstream, Thayil ha voluto sottolineare come fosse qualcosa di sconosciuto.

Arrivare al sound che venne poi definito 'grunge' come pura operazione di marketing, secondo il chitarrista fu uno sviluppo naturale e mai nessuno dei musicisti coinvolti pensò di sentirsi rappresentato da quella parola o da un genere specifico.

"Eravamo consapevoli che ciò che stava accadendo a Seattle era diverso e non accadeva necessariamente lo stesso in altri posti, dove le band erano molto ligie nel rispettare l'etica punk. Sapevamo di essere diversi ma non abbiamo mai pensato a descriverci come grunge, quello è frutto del marketing", ha detto.


Kim Thayil: "Grunge? Solo frutto del marketing"

L'identità delle band di Seattle

Parlando della differenze tra la scena di Seattle e le altre, il chitarrista dei Soungarden fa riferimento a "Deep Six", una compilation del 1986 che vedeva le band più interessanti della scena underground dell'epoca come Soundgarden, Melvins, Green River, Malfunkshun e Skin Yard.

"Eravamo consapevoli di una particolare identità stilistica che proveniva da Seattle, probabilmente con l'uscita di "Deep Six"", ha spiegato Thayil. "Era chiaro che c'erano diverse band emerse dalla movimento punk indie underground che stavano utilizzando dei ritmi più lenti e classici rispetto allo standard dell'hardcore di quegli anni".

La velocità di esecuzione era, secondo il chitarrista, un elemento fondamentale per fare distinzione tra la nuova e la vecchia scena. "Quando abbiamo cominciato suonavamo veloci, senza nemmeno sapere perché lo stavamo facendo, semplicemente cercavamo di suonare veloci ma, allo stesso tempo, cercando di supportare il cantato. Chris non era uno che amava urlare o stare dietro la batteria a strillare su un ritmo bizzarro e sia ciò che scrivevamo che come lo suonavamo si discostava dalle band hardcore".

Così come il discorso era valido per Soundgarden, dice Thayil, lo era anche per le altre band della scena che incorporavano influenze diverse: "I Malfunkshun guardavano in un certo senso a band come Venom e Mercyful Fate. I Melvins erano artsitici ma decisamente una band punk rock hardcore fino a quando non hanno deciso di rallentare improvvisamente tutto e uscirsene con questa roba strana, heavy ed acida. Più o meno la stessa cosa era accaduta con i Green River. Quando parlavo con Mark Arm, prima ancora che si formassero i Green River o i Soundgarden, ci piacevano molto band come The Stooges".