29 novembre 2023

Pillole di Stile: Stewart Copeland e il misterioso Klark Kent

La storia di Klark Kent, misterioso alter ego del batterista Stewart Copeland, che diventa segretamente celebre prima ancora del successo planetario dei Police

Sicuramente non sono in tanti a sapere che quando i Police ancora arrancavano per un posto al sole nella tumultuosa scena Punk di fine anni settanta, il loro batterista e fondatore Stewart Copeland era finito in classifica con un progetto solista, divertente e stralunato, chiamato Klark Kent. Lo scorso 17 novembre è stato annunciata l’uscita di una raccolta onnicomprensiva di tutta la produzione di Klark Kent, arricchita da una serie di demo e inediti mai pubblicati. Una buona occasione per raccontare la storia spassosa di questo progetto misterioso di Stewart Copeland.


 

Pillole di Stile: Stewart Copeland e il misterioso Klark Kent


Non si butta via niente!

Nel 1978 Stewart Copeland ha l’argento vivo addosso. E’ un musicista furbo e volitivo, determinato a raggiungere il successo; sull’onda della rivoluzione musicale scatenata da Ramones, Sex Pistols e Clash sente che è il Punk - genere allora del momento - la carta da giocarsi per arrivare al grande pubblico. Poco importa se il gruppo che ha formato, i Police, hanno tutto (talento, presenza, creatività, tecnica, carisma) tranne che l’aspetto e l’eta dei punk. In una scena musicale popolata da giovanissimi (al tempo di NEVER MIND THE BOLLOCKS (1977) il più vecchio dei Sex Pistols non aveva compiuto 22 anni) l’età media dei tre Police si assestava sulla trentina. Ma Copeland non si preoccupa perché il suo asso nella manica è l’eccezionale jazzista di provincia che ha scoperto e reclutato come cantante e bassista, tale Sting. Copeland crede ciecamente nel talento e nelle possibilità della sua neonata band e si fa in quattro: scrive e produce il loro primo singolo “Fall Out” e si impegna a comporre sgangherati pezzi punk che propone al gruppo. Sting però è troppo raffinato e dotato a livello vocale per riuscire a calarsi nelle composizioni ruspanti di Copeland; non solo: le cosucce che inizia a scarabocchiare per i Police sono talmente  ben promettenti (“Roxanne, “Can’t Stand Losing You”, “Next To You”….) da convincere Copeland a lasciargli carta bianca sul fronte compositivo. Il batterista però, pur accettando di lasciare a Sting autonomia nella scrittura dei brani, non vuole rinunciare a registrare i brani che ha composto e decide di produrseli in autonomia. Realizzerà le sue composizioni da solista: cimentandosi non solo alla batteria ma persino alla voce e suonando tutti gli strumenti.


 


Le registrazioni di Klark Kent

Nella sua autobiografia STRANGE THINS HAPPENS (Minimum Fax, 2011) Stewart Copeland riserva una parte importante e sfiziosa di testo per rievocare le registrazioni di Klark Kent: racconta di aver stipato il suo Volkswagen viola di strumenti: una chitarra Gibson diavoletto, un basso Fender Telecaster, un piccolo amplificatore sempre Fender e due batterie, la sua e una elettronica da quattro soldi. Con questo arsenale raggiunge i Surrey Sound Studio, gli stessi dove i Police registreranno non solo OUTLANDOS D’AMOUR (1978) ma anche il loro capolavoro REGATTA THE BLANC (1979). Anche il proprietario e tecnico del suono è lo stesso Nigel Gray che poi diventerà una pedina importante nella storia dei Police. Copeland spiega di aver utilizzato la batteria elettronica per registrare un ritmo di riferimento su cui incidere prima una chitarra e quindi una voce guida. Con questo criterio, realizza lo scheletro di tre pezzi. A questo punto, inizia la registrazione vera e propria, partendo - ovviamente - dalla batteria. “Fu la registrazione più facile della mia vita, dato che il chitarrista aveva il mio stesso senso de tempo!” Spiega con la solita proverbiale ironia Copeland. In poco meno di due giorni di lavoro, il batterista aggiunge coltri di chitarre, voci, basso e addirittura un tocco di pianoforte e qualche buffa parte di Kazoo con cui “ovvia” alla mancanza di fiati.


 


Dal Punk alle colonne sonore

Musicalmente, il mondo di Klark Kent è naturalmente la proiezione più vivida e stravagante del genio creativo di Copeland: ci sono ritmi spediti, briosi, a tratti caraibici e sempre sopra le righe. Groove asserviti a un pop rock veloce e scanzonato che del punk prende prende l’imprudenza esecutiva, la semplicità delle strutture lasciando fuori dalla porta sia l’impegno politico dei Clash che la furia nichilista dei Sex Pistols. In Klark Kent ci sono quel sarcasmo e stravaganza che permetteranno ai Police di non essere mai caramellosi anche nelle loro parentesi più Pop. E soprattutto, in Klark Kent, si scorgono - seppur a livello embrionale - tratti distintivi dell’estetica di Copeland come compositore di colonne sonore, attività che il batterista dei Police perseguirà con successo negli anni a seguire lavorando con registi come Francis Ford Coppola o Oliver Stone. Per esempio, nella colonna sonora di RUMBLE FISH (1983) di Francis Ford Coppola, il tema "Party At Someone Else's Place" sarà la riproposizione del riff di un pezzo di Klark Kent, "Excesses"


 


Sting in versione scimmia!

Così, mentre i Police sono ancora tre meravigliosi musicisti con i capelli tinti di biondo platino nella speranza di farsi accettare dalla sguaiata scena punk, “Don’t Care” uno dei tre pezzi registrati da Klark Kent, inizia ad impazzare sulla Radio BBC 1 che se ne innamora, ne bombarda la programmazione e contribuisce a farlo schizzare nella classifica Top 50. Qui arriva la parte più romantica - e lungimirante - della storia perché Stewart Copeland è talmente certo del potenziale dei Police (che dopo l’arrivo del chitarrista Andy Summers mettono Sting ancora di più nelle condizioni di fiorire musicalmente) che, nonostante la significativa hit di “Don't’ t Care”, decide di circoscrivere Klark Kent a un progetto misterioso e goliardico, un artista immaginario e mascherato dietro al quale il batterista dei Police non rivela la sua vera identità. Copeland è bravissimo a inventarsi stranezze sui chi sia questo Klark Kent che, a quel punto, tutta la stampa musicale inglese vuole conoscere: certe volte è un super eroe in fuga da un esperimento scientifico governativo di radiodisintegrazione sinaptica; altre un giovane istruttore di ballo ungherese, addestrato dalla CIA! Assolutamente epico il debutto televisivo di Klark Kent visto che Stewart Copeland per suonare le sue hit a “Top Of The Pops” negli studi della BBC coinvolge come band in incognito che suona in playback i Police e il loro enturage, trascinati da Sting con una maschera da scimmia e il fratello manager Miles, con una maschera da maiale! L’abnegazione di Stewart Copeland nei confronti dei Police darà i suoi frutti; se il batterista arresta l’esplosione di Klark Kent per non intralciare e compromettere ascesa e credibilità di Sting & Co, quando nel 1981 esce l’omonimo Ep KLARK KENT (stampato su vinile verde) i Police, oramai, sono quelli di ZENYATTA MONDATTA (1980) e sono in cima al mondo. Una popolarità che si riverbererà in maniera eccezionale sull’interesse attorno all’uscita di Klark Kent.