14 febbraio 2024

Ode a Lemmy Kilmister dei Motörhead: il basso che ha acceso l’heavy metal

Nel rock è difficile trovare un’immagine potente come quella di Lemmy Kilmister, bassista, cantante e leader dei Motörhead. Ecco perché è stato così importante

La presenza e l'attitudine di Lemmy Kilmister dei Motörhead sono diventate una parte irrinunciabile nell’iconografia  rock. Non serve essere fan dei Motörhead per avere perfettamente presente come Lemmy dominasse il palco: un omone - brutto, sporco e cattivo - che non pizzicava ma letteralmente bombardava le corde del suo basso Rickenbacker, martoriandole con mitragliate di plettro come non si era mai visto fare. Poi, tra un riff e l’altro, spostava la testa indietro - come un mastino che sta per azzannarti - e preso lo slancio, guadagnava il microfono, tenuto altissimo sull’asta, per iniziare letteralmente a ringhiare. Il tutto con alle spalle una montagna di amplificatori, testate e casse Marshall, che solo il più esagerato dei chitarristi metallari avrebbe osato sfoggiare.

Ode a Lemmy Kilmister dei Motörhead: il basso che ha acceso l’heavy metal
PHOTO CREDIT: Dena Flows

Un bassista che ancora non esisteva

Lemmy ritagliava al bassista cantante un’autorevolezza e un’influenza che nel rock ancora non esistevano. Paul McCartney non faceva testo: certo cantava e suonava il basso ma i Beatles e tutto quello che erano stati e avevano fatto, già apparteneva al mito, alla sfera del divino. Perché eleganza, acume musicale,  genio compositivo di Paul McCartney, trascendevano il fatto che al collo avesse un basso elettrico. Lemmy, invece, era la rivincita di un ruolo, quello del bassista elettrico, che fino ad allora era stato importante ma mai principale; una figura di sostegno a quattro corde dietro a cantanti e chitarristi. Ora però, con i Motörhead il bassista elettrico sfoggiava una tracotanza strumentale fiammante, inedita e - addirittura, persino - cantava! Lemmy Kilmister è l’archetipo di un nuovo profilo di bassista che ora, dotato ed esuberante a livello strumentale, è anche voce e leader all’interno della band. Un modello a cui è facile accostare figure successive che - anche se in declinazioni stilistiche differenti - si plasmeranno sulla figura di Lemmy: Sting dei Police, Mark King dei Level 42, Les Claypool dei Primus o, oggi, Mike Kerr dei Royal Blood.


 


"Ace Of Spades"

Sicuramente, servisse fare un corso accelerato per cogliere l’impatto musicale di Lemmy Kilmister e del suo basso nel rock, non c’è dubbio sul brano da scegliere che è “Ace Of Spades” singolo estratto dall’omonimo quarto album della band del 1980. Benché in varie interviste Lemmy abbia liquidato questo pezzo dicendo:Non è assolutamente la migliore canzone che abbiamo mai fatto, ma è quella che conoscono tutti”. “Ace Of Spades” si apre con un devastante riff di basso distorto suonato a plettro e - da sola - questa traccia segna uno spartiacque importante nel rock: velocità, sfrontatezza, irruenza del punk si mescolano con la migliore perizia esecutiva e ricerca sonora dell’hard rock. Per tanti questa è una canzone decisiva nella nascita e affermazione di heavy metal e thrash che fioriranno in quel decennio tra Metallica, Slayer, Megadeth…Dirà Duff McKagan, bassista dei Guns N' Roses: "Quando ero giovane e uscì “Ace Of Spades” tutti noi nella scena punk rock di Seattle riconoscemmo immediatamente il peso di Lemmy e dei Motörhead perché incarnavano ciò che c'era di buono e di bello nel rock’n'roll."


 


Note da nerd

Merito anche dell’apporto del produttore artistico Vic Maile (un gigante che aveva lavorato con Fleetwood Mac, Jimi Hendrix, Led Zeppelin, Eric Clapton…) a livello sonoro e di arrangiamento “Ace Of Spaces” era rivoluzionaria. La chitarra elettrica, fino ad allora prima donna nel rock più aggressivo, qui doveva impegnarsi per cercare uno spazio strategico in un arrangiamento che è zeppo imballato tra la galoppata furiosa di doppia cassa del batterista Phil Taylor e la distorsione magmatica e parte debordante del basso di Lemmy Kilmister. Nota da nerd: Lemmy otteneva quel suono incredibile di basso, con una regolazione fuori di testa di due giganteschi amplificatori Marshall degli anni ’70; i controlli di alti e bassi dell'equalizzatore erano tenuti a zero, mentre quelli dei medi spinti sul 10. Lemmy non suonava a dita, ma pestava sulle corde del basso a plettro come se fosse il chitarrista dei Ramones! Meglio di tante spiegazioni, il piccolo video che segue.