16 gennaio 2024

Paul McCartney prigioniero in Giappone

Il 16 gennaio del 1980 Paul McCartney veniva arrestato in Giappone per possesso di stupefacenti, mettendo fine all'avventura dei Wings

Il 16 gennaio del 1980 Paul McCartney sbarcava a Tokyo per il tour giapponese con i Wings.

All'aeroporto l'ex Beatles venne accolto da una sorpresa che lo obbligò a cancellare gli show: un arresto per possesso e contrabbando di stupefacenti.

A causa di questa vicenda, l'ultimo concerto di Paul McCartney con i Wings risultò essere quello del 29 dicembre 1979 per la serie di show benefici Concert For The People Of Kampuchea.

Paul McCartney e il tour in Giappone del 1980

In un periodo che avrebbe segnato la fine dell'era Wings, Paul McCartney si recò in Giappone nel gennaio del 1980 insieme alla sua band per un tour del paese che finì ancora prima di cominciare.

Le date previste erano undici quando l'ex Beatles e i Wings atterrarono all'aeroporto di Narita, Tokyo, arrivando direttamente dagli Stati Uniti.

Si trattava della prima visita di Macca in Giappone da quando, nel 1966, raggiunse il paese del Sol Levante con i Beatles.

Il Giappone, si sa, non è un posto che brilla in fatto di elasticità per quanto riguarda il rispetto delle regole e, negli anni '80, la questione non era certo meno vera. Anzi.

La passione dei Beatles per le droghe è ben documentata, dalla prima volta che Bob Dylan fece provare l'erba ai Fab Four nella stanza di un hotel e Paul McCartney ha sempre saputo come farla franca.

Una personalità del genere non aveva, di solito, difficoltà a viaggiare accompagnato da sostanze illegali, opportunamente occultato all'interno di valigie diplomatiche, di quelle sigillate e con il lasciapassare che vita di verificarne il contenuto ai controlli.

Paul McCartney prigioniero in Giappone

L'arresto per contrabbando di stupefacenti

A volte, però, le cose non vanno come previsto, specialmente quando arrivi in Giappone partendo dagli Stati Uniti che, per uno come Paul McCartney, erano molto più aperti e disponibili.

Appena atterrato all'aeroporto di Tokyo, l'artista di Liverpool venne fermato dalla polizia locale che scoprì qualcosa come mezzo kg di marijuana nella sua valigia.

Nonostante l'artista assicurò che si trattava di sostanze per utilizzo privato, la quantità importante risultò essere sufficiente per fargli guadagnare una bella accusa per traffico di stupefacenti. In Giappone su queste cose non vanno per il sottile e il fermo si sarebbe potuto trasformare in ben sette anni di carcere.

E dire che qualcuno lo aveva avvisato che in Giappone le norme antidroga erano rispettate in maniera ligia ma a niente era servito metterlo in guardia, Macca si era 'dimenticato' di quel mezzo kg di erba.

La verità è che, come racconterà anni dopo, aveva tentato la sorte sapendo che sarebbe stato difficile procurarsi qualcosa da fumare una volta atterrati e, del resto, quella roba era troppo buona per buttarla via.

Fatto sta che la polizia giapponese non si fece troppi problemi e gettò McCartney - o meglio il detenuto n°22 - in cella. Sarà anche che di fermi per droga, nel corso della sua carriera, il buon Macca ne aveva subiti diversi e proprio questo suo ruolino di marcia gli fece negare il visto di ingresso in Giappone solo cinque anni prima.



La fine dei Wings

Una volta in carcere, McCartney si trovò a dover rispondere ad un approfondito interrogatorio nel quale non solo si limitò a scusarsi, ammettendo il reato, ma dovette ripercorrere i passi della sua vita, dall'infanzia ai Wings.

La presenza di una star di quella portata, inevitabilmente, puntò i riflettori su quel detenuto che più di una settimana condivise tutto con gli altri detenuti ma che, alla fine, era sempre un personaggio speciale.

Tutto lo scompiglio che ne derivò e il lavoro degli avvocati del musicista, in qualche modo spinse le autorità giapponesi a liberarlo dopo nove giorni, molti in meno dei ventilati sette anni.

Abbastanza, però, da mettere fine al tour prima ancora che cominciasse e, di fatto, anche all'avventura dei Wings.

Parlando del suo gesto incosciente anni dopo, Paul McCartney attribuì la scelta di entrare in Giappone con tutta quella droga ad una possibile volontà inconscia di auto sabotarsi e mettere fine alla carriera della band. E così fu.