22 novembre 2023

Quando Paul McCartney ha chiesto una lezione di basso

Nei primi anni 80, McCartney si invaghisce del sound del bassista virtuoso Stanley Clarke: lo coinvolge nei suoi album e si fa insegnare nuove tecniche al basso

Negli anni '70 fiorisce la fusion, genere musicale che arricchisce il jazz rock con nuove contaminazioni latin, funk e progressive. Stanley Clarke è un bassista protagonista di questa scena, un autentico innovatore del suo strumento. Dalla sua tecnica e dal suo sound innovativo resta conquistato anche Paul McCartney che, non solo lo coinvolge per registrare nei suoi album TUG OF WAR (1982) e PIPES OF PEACE (1983) ma anche gli chiede di aiutarlo a rinfrescare il suo fraseggio al basso elettrico.


E’ sempre affascinante scoprire che anche i più grandi tra gli artisti - quei giganti che per l’impatto devastante che hanno avuto sul mondo della musica sembrano sopra tutto e tutti - sono a loro volta incuriositi e ammirati dalla capacità strumentali e dalla creatività di altri musicisti. Ci sono tanti aneddoti interessanti in questo senso nella storia del rock: da Brian May dei Queen che letteralmente gongola ascoltando gli assolo di chitarra di Nuno Bettencourt degli Extreme, fino a Eric Clapton e Pete Townsend che sognavano ad occhi aperti sotto al palco del loro giovane e nuovo amico Jimi Hendrix. Oppure Eddie Van Halen talmente innamorato dell’estro chitarristico di Allan Holdswhort da decidere di aiutarlo nella produzione del suo album ROAD GAMES (1983)

Tra queste storielle, merita sicuramente di essere raccontata quella di Paul McCartney, eroe del basso per antonomasia che - nei primissimi anni ’80 - si appassiona al quattro corde di Stanley Clarke, musicista dell’area jazz-rock tra i più in vista della scena. 


 

Quando Paul McCartney ha chiesto una lezione di basso


Il basso diventa protagonista

Stanely Clarke era diventato celebre come braccio destro del leggendario tastierista Chick Corea nei Return To Forever, ensemble di musicisti che - tra i primi - aveva esplorato in maniera tanto coraggiosa le possibilità offerte dalla commistione di jazz e rock. Un tipo di ricerca che avrebbe posto le basi per la nascita di un genere poi chiamato fusion dove, all’impianto jazz e rock, si sarebbero aggiunti ritmo, colori, tecnica e pronuncia di funk, latin, persino progressive.

All’interno della nuova musica fusion, Stanley Clarke si lascia ispirare dall’attitudine debordante dei chitarristi rock per ritagliare al basso uno spazio, finalmente, analogo. Il basso non è solo supporto nelle sezione ritmica ma deve ambire a ruoli solistici, responsabilità melodiche; deve gestire spazi dominanti nell’arrangiamento dei pezzi. Nel citare i musicisti che lo hanno spronato a inseguire questo tipo di visione, Clarke nomina sì, la divinità del basso Jaco Pastorius (comunque di estrazione jazz) ma anche due icone del basso pop e rock come Jake Bruce dei Cream e Paul McCartney dei Beatles. L’album manifesto di Stanley Clarke del nuovo ruolo da protagonista conferito al basso elettrico è SCHOOL DAYS (1976), un disco - forse - più di forma che di sostanza, visto che proiezione tecnica del suonato, vigore ed energia del groove, ricerca sonora hanno un peso specifico maggiore di quello delle composizioni. Ma SCHOOL DAYS ottiene un grande successo commerciale, complice anche la presenze di musicisti favolosi: Steve Gadd e Billy Cobham alla batteria, John Mc Laughlin alla chitarra, David Sancious alle tastiere…


 

Che cos'è lo Slap

Tanto che, fan di questo disco, ci diventa addirittura Paul McCartney! La rilevanza di McCartney come bassista non deve essere imputata solo alla grandezza dei Beatles: il livello tecnico, la cura e sperimentazione sonora, l’intelligenza musicale e la propensione all’innovazione sfoggiati da McCartney tanto nel periodo trascorso con i Beatles, tanto nella sua successiva carriera da solista, lo consacrano come un autentico genio del basso elettrico, un musicista capace di spingere i confini dello strumento verso nuovi standard. McCartney si infatua del bassismo di Stanley Clarke perché è diverso, innovativo e - soprattutto - supportato da un approccio tecnico inedito, lo Slap. Un modo di suonare in cui il pollice della mano destra percuote, strappa e rimbalza sulle corde del basso generando un sound percussivo, carico di groove e molto aggressivo che favorisce disegni ritmici articolati e veloci. Una tecnica che incendierà nuovi sviluppi musicali soprattutto nel funk.


 


"Ti frego i trucchetti del tuo modo di suonare"

Così, quando nei primi anni ’80 Paul McCartney sta lavorando ai suoi dischi solisti TUG OF WAR (1982) e PIPES OF PEACE (1983) - album che brillano per le collaborazioni con Stevie Wonder e Michael Jackson - l’ex Beatles chiede al suo produttore storico George Martin di convocare in studio - per coinvolgerlo nelle registrazioni - Stanley Clarke. McCartney cerca un suono di basso originale ed ammira a tal punto Clarke da decidere di cedergli alcune parti di basso. Dirà McCartney: “Sono stato sempre consapevole che in giro ci fossero musicisti strepitosi e confesso di aver spesso provato una certa timidezza nel confrontarmi con strumentisti del genere. Uno di questi era Stanley Clarke! Ogni volta che lo nominavo vedevo la reazione della gente che diceva: “Wow, Stanley!”. Quando l’ho chiamato a suonare si è rivelato una persona piacevole con cui parlare e collaborare. Alla fine, registrare con lui non sì è rivelato demotivante quanto temevo… Anzi, spesso gli dicevo: “Guarda che sto cercando di fregarti alcuni trucchetti del tuo modo di suonare!” E lui mi rispondeva che stava cercando di fare lo stesso con me! Per poi convenire, entrambi, che ognuno era quello che era grazie alla propria unica personalità che, come tale, andava preservata.”


 


Firmare una canzone con Paul McCartney!

Ovviamente Stanley Clarke, per il quale abbiamo già raccontato quanto l’influenza di Paul McCartney fosse stata decisiva, ha ricordato come straordinaria l’esperienza di suonare con uno dei suoi eroi. "Di tutte le registrazioni a cui ho preso parte” ha spiegato Clarke “quella con Paul McCartney è stata tra le più memorabili. Abbiamo iniziato a suonare su un groove: questo poi ha preso la forma di una canzone che è stata inserita in PIPES OF PEACES come “Hey Hey”. Paul, addirittura, mi ha concesso di firmare il pezzo con lui, cosa che non era tenuto a fare: quindi mi trovavo ad aver scritto una canzone insieme a Paul McCartney! È ancora un’emozione vedere il mio nome accanto al suo nelle note del disco!.” Infine, circa la curiosità di McCartney verso il modo di suonare stupefacente di Stanley Clarke, il bassista ha detto: “Paul mi ha chiesto espressamente di insegnargli a fare lo Slap sul basso. Così per le sessioni di registrazione mi sono portato appresso diversi bassi da fargli provare e abbiamo suonato tanto assieme. La cosa che mi stupiva di più era quanto fosse, semplicemente, un ragazzo simpatico”