23 aprile 2024

Ramones, un debutto per sovvertire la musica rock

Il 23 aprile 1976 i Ramones pubblicavano l'omonimo album di debutto, un disco che sovvertì i diktat del rock anni '70, accendendo la scintilla del punk

Il 23 aprile 1976 i Ramones pubblicavano il loro album di debutto, il self titled 'Ramones'.

Nonostante lo scarso successo, sorte condivisa con praticamente tutta la discografia della band newyorkese durante gli anni di attività, "Ramones" diventerà uno dei dischi culto del punk rock.

Riff taglienti, melodie figlie del bubblegum pop e dei girl group degli anni '60 e ritmiche serrate sono gli elementi che hanno aiutato a definire il sound di un genere, influenzando tutti i ragazzi armati di un chiodo e una chitarra.



Ramones, la storia di un debutto epocale

In un periodo in cui il rock era fatto di outfit patinati, assoli interminabili e una perizia tecnica al limite dello scolastico, l'esordio dei Ramones arrivò a spazzare via tutto in un colpo solo.

I 'fratelli' Ramones annullarono la distanza tra palco e platea dimostrando che no, la musica rock non era fatta da semidei inavvicinabili e chiunque, anche il ragazzino disadattato della porta accanto, sarebbe stato in grado di creare il suo universo musicale usando lo stretto indispensabile.

Prima di allora il punk 'was not a thing', non c'era una vera scena che potesse davvero definirsi tale e, ad eccezione di alcuni progenitori provenienti da Detroit - gli MC5 e The Stooges di Iggy Pop - e le gemme di psichedelia garage proveniente dalla West Coast, quel mix di riff stradaioli era solo un pensiero ipotetico nelle corde marce di Lou Reed e Velvet Underground, quantomeno per tematiche ed estetica.

Dopo aver cominciato a farsi le ossa dal vivo già verso la metà del 1974, diventando un nome fisso in club culto di New York come il Max's Kansas City e il CBGB - dall'altro lato della strada la fotografa Roberta Bayley scattò l'iconica copertina - i Ramones entrarono nel 1975 con una serie di svolte che portarono ad un debutto epocale.

Ramones, un debutto per sovvertire la musica rock

Le registrazioni di Ramones

E' in quell'anno che entrarono in studio per registrare la prima demo con 'Judy Is A Punk' e 'I Wanna Be Your Boyfriend' e colpirono particolarmente il produttore Craig Leon che fece arrivare il nastro direttamente sulla scrivania del presidente della Sire Records, Seymour Stein.

Con un contratto nella tasca di dietro dei jeans strappati, i Ramones convinsero l'etichetta a pubblicare un album e solo poche settimane dopo, a febbraio del 1976, entrarono ai Plaza Sound Studio per lavorare a quello che sarebbe diventato il loro debutto.

Se piazzarsi con tutta la strumentazione nelle sale che si trovavano all'ottavo piano dell'edificio che ospitava la Radio City Music Hall si rivelò un impresa non da poco, l'ascensore non era contemplata, realizzare l'album fu affare veloce.

La rapidità d'azione di esecuzione diventarono da subito il marchio di fabbrica dei Ramones che, in una sola settimana, realizzarono le quattordici canzoni della tracklist, per una durata complessiva di soli 29 minuti.

Il motivo, facile da immaginarsi, era la mancanza di soldi e, con un budget di circa 6000 dollari, bisognava che Joey, Johnny, Dee Dee e Tommy mantenessero ritmi serratissimi per completare il lavoro nel minor tempo possibile.



Sovvertire lo status quo

L'intenzione era quello di portare su disco i loro show dal vivo fulminei, grezzi e aggressivi seguendo un copione già conosciuto e facile da replicare, accompagnati da testi in cui riversavano senso dell'umorismo, storie di strada, provocazione e il gusto per fumetti e film horror.

Nel giro di pochi giorni i Ramones erano pronti a distruggere l'industria discografica prendendo a bastonate le rockstar scintillanti e il mellifluo soft rock radiofonico che dominava il mercato.

Alla sua release, il 23 aprile 1976, "Ramones" fu ben lontano dall'essere un successo, sedendosi ampiamente fuori dalla Top 100 di Billboard ma, come successo in passato ai Velvet Underground e come accadrà anche con i loro successivi dischi, riuscì ad accendere una scintilla.

I critici impazzirono per il modo in cui la band newyorkese riuscì a sovvertire completamente lo status quo, divertendosi nel farlo.

I ragazzi che misero le mani sul disco e ascoltarono per la prima volta brani come Blitzkrieg Bop, Judy Is a Punk e Beat On The Brat, invece, scoprirono un nuovo mondo, formarono a loro volta delle band e capirono che sì, il rock era una strada possibile davvero per tutti.