16 gennaio 2024

Roger Daltrey sugli Who: "Felice che quella parte della mia vita sia finita"

Il cantante della storica rock band inglese si dice felice di non avere impegni, in attesa di discutere del futuro con Pete Townshend

Roger Daltrey ha parlato del futuro degli Who lasciando intendere che, per lui, l'esperienza con la band può dirsi conclusa.

Daltrey e Townshend hanno sempre avuto un rapporto conflittuale e, anche in questo caso, ogni decisione dovrà passare da un confronto ma, spiega il cantante, lui ha ben chiara la sua posizione.

Solo pochi giorni fa Daltrey ha comunicato che, dopo diversi anni, lascerà il ruolo di direttore artistico del Teenage Cancer Trust gig, la serie di spettacoli benefici che dal 2000 va in scena alla Royal Albert Hall di Londra e che per l'edizione 2024 vedrà salire sul palco Noel Gallagher, The Chemical Brothers e Young Fathers, oltre allo stesso Daltrey in compagnia di Robert Plant, Eddie Vedder, Paul Weller, Kelly Jones degli Stereophonics e lo stesso Townshend.

Quale sarà il futuro degli Who?

Negli ultimi anni sia Roger Daltrey che Pete Townshend hanno più volte espresso pareri discordanti sulla questione. Se il chitarrista dice di avere anche alcune nuovi canzoni in archivio, il cantante non è mai sembrato particolarmente affascinati dall'idea di proseguire un'avventura che va avanti, ormai da circa 60 anni.

Lo scorso anno gli Who sono stati on the road per un tour orchestrale ma, al momento, non ci sono particolari impegni pieni di nota e la cosa non sembra dispiacere Daltrey.

Intervistato dal The Times, la rockstar 79enne ha spiegato come la situazione lo renda particolarmente sereno.

"Non scrivo le canzoni e non l'ho mai fatto. Dobbiamo incontrarci, io e Pete, sederci e discutere del futuro. Però posso dire che, al momento, sono contento che quella parte della mia vita sia finita".

Il desiderio di un incontro chiarificatore era stato espresso anche dallo stesso Townshend lo scorso anno: "Credo che per me e Roger sia giunto il momento di organizzare un pranzo e discutere di cosa accadrà in futuro", disse il chitarrista. "L'ultima data del tour non dovrebbe apparire come la fine di tutto ma sembra di sicuro la fine di un'era".


Roger Daltrey sugli Who: "Felice che quella parte della mia vita sia finita"
PHOTO CREDIT: Fotogramma

Il cofanetto Who's Next/Lifehouse

In mancanza di nuovo materiale, lo scorso settembre The Who hanno pubblicato "Who'sNex/Lifehouse", la nuova versione dello storico album pubblicato nel 1971 che contiene anche il materiale realizzato per il precedente progetto Lifehouse.

"Who's Next" fu, infatti, il risultato del fallimento di "Lifehouse", una rock opera ideata da Pete Townshend che aveva l'intenzione di fondere musica, teatro e uno show interattivo che si sarebbe sviluppato con il coinvolgimento diretto della platea.

Un progetto decisamente complesso che finì per portare la band quasi sull'orlo dello scioglimento e - successivamente - confluì in quello che, ad oggi, è uno degli album più iconici degli Who e uno dei grandi capolavori della storia del rock: "Who's Next".

Who's Next/Life House contiene tutte le composizioni nelle loro numerose fasi di sviluppo dell'audace progetto Life House, lavoro iniziato nel 1969 subito dopo la pubblicazione dell'epico doppio album Tommy degli Who, e dell'indiscusso classico album del 1971 in cui si è evoluto, Who's Next.

L'opera descrive la straordinaria visione di Townshend di un mondo assediato dalla catastrofe climatica e dall'inquinamento, che porta a una limitazione della libertà personale, un aspetto che sarà fin troppo familiare alla generazione della pandemia. Molti decenni prima, l’opera musicale descrive in dettaglio come una popolazione possa essere sedotta e poi sedata dall'accesso a una rete d’intrattenimento, convogliata in ogni casa tramite l'uso della realtà virtuale.