08 gennaio 2024

Le storie che ci raccontiamo per non iniziare a suonare

Anno nuovo, vita nuova. Magari iniziando - finalmente - a suonare uno strumento. E allora, demoliamo la lista di scuse con cui ne boicottiamo la voglia

Gennaio è il mese dei grandi, buoni propositi. Quel periodo dell’anno in cui ci si prefigge  - finalmente - di iniziare a praticare, riprendere o ottimizzare quell’attività che abbiamo sempre amato e desiderato esercitare; senza però mai farcela come o quanto avremmo voluto. Ovviamente, a me piacerebbe che questa attività per voi Sfrecciati, divoratori di pane, vinili e concerti rock, fosse (se ancora già non lo è)  iniziare a suonare uno strumento musicale. Senza sbattimenti, ansie da prestazione o la pretesa di diventare nuovi membri dei Dream Theater o dei Genesis, cimentarsi - nemmeno con lo studio ma almeno con del sano cazzeggio - su uno strumento musicale, potrebbe letteralmente rivoluzionare la vostra maniera di ascoltare, percepire e vivere la musica.    

Le storie che ci raccontiamo per non iniziare a suonare

Basta boicottarsi


Per questo, sono stato ispirato da un articolo letto di recente su una rivista di musica straniera, in cui si parla delle giustificazioni più comuni a cui la gente ricorre per non studiare musica; ho pensato quindi, che piuttosto che l’ennesima raccolta di dritte per spronarvi a suonare, sarebbe stato utile e divertente proporre proprio l'elenco delle scuse seriali che il più delle persone si raccontano per procrastinare e non decidersi ad iniziare qualcosa di nuovo che - in realtà - desiderano tanto e alzerebbe la qualità della loro vita. Scuse che diventano una sorta di auto boicottaggio e che invece, tradotte con leggerezza in un elenco e pubblicate sul sito della vostra radio preferita di rock’n’roll, riescono ad apparire per quello che sono: alibi sciocchi oltre che buffi e quindi, facili da smantellare. Ecco allora la lista delle frottole che la gente si racconta per non iniziare a suonare o per non farlo abbastanza. (Naturalmente queste riflessioni saranno spendibili ed adattabili a qualunque altro tipo di hobby…ma noi, stiamo sul pezzo e concentrati sulla musica.)


  

Vorrei suonare ma non ho tempo

Il tempo ce l’abbiamo tutti, basta trovarlo. Organizzandosi, scandagliando con attenzione le cose che facciamo e impedendo alle più futili di debordare. Ritagliato a tavolino, agenda alla mano, quel piccolo spazio di tempo da dedicare alla musica (anche 10, 20, 30 minuti al giorno magari strappati ai social, alla televisione, ad un aperitivo…) preserviamoli. 

Vorrei suonare ma mi manca la motivazione

La motivazione è un muscolo che va allenato. Si dice che la motivazione sia la disciplina in incognito. Magari è la parte più dura ma vi garantisco che se stringete i denti, anche solo dopo le prime due o tre giornate dedicate alla musica, saranno proprio i minuscoli ma inesorabili progressi raggiunti ad incendiare la vostra motivazione. 


 


Vorrei suonare ma mi mancano gli stimoli

Alimentate la vostra motivazione anche tenendo sempre accesa la fiamma dello stimolo che vi ha fatto decidere di imbracciare uno strumento musicale. Ognuno ha il suo che non bisognerebbe mai dimenticare e che, anzi, andrebbe rinfrescato ogni volta, prima di sedersi e iniziare a suonare. Diventare una rockstar che suona a torso nudo davanti a folle adoranti; rimorchiare ad una festa perché si strimpellano i pezzi di Oasis e Coldplay; poter staccare la spina e i pensieri ogni sera, improvvisando un assolo blues sopra qualche disco live dei Cream, sorseggiando una birra. Celebrare ogni volta che volete la magia dei pezzi che vi hanno cambiato la vita, sentendone pulsare sotti i polpastrelli il ritmo e l’armonia. Ricordatevi lo stimolo che vi ha fatto dire: “Voglio Suonare!”. E se si tratta di una band o di un album, ogni giorno, prima di iniziare a suonare, ascoltatevi un loro pezzo mentre vi fate il caffè o la spremuta da sorseggiare durante la vostra sessione di pratica.

Vorrei suonare ma sono sempre tanto stanco

Non sempre a stancarci è il fatto di fare troppe cose. Spesso ci stanca di più non riuscire a dedicare abbastanza tempo alle cose che ci piacciono, che ci fanno stare bene. Come potrebbe essere, appunto, suonare. Quindi, anche qui, stringiamo i denti e teniamo duro: perché vinta l’apparente stanchezza, il semplice suonare, galleggiare tra note, accordi e ritmo, accenderà nella nostra pratica un’energia inedita.


 

Vorrei suonare ma è davvero troppo difficile

Facciamoci aiutare da un amico che suona ed più esperto perché ci aiuti a trovare un obiettivo che sia commisurato alle nostre capacità. Iniziare a suonare partendo dal Capriccio N° 5 di Paganini potrebbe generare una frustrazione rovinosa in chiunque. Così come, incaponirsi con odiosi esercizi di tecnica meccanica e solfeggio. Scegliete di iniziare- previa approvazione di qualcuno che lo sa suonare - con un riff dei Muse, un giro di accordi dei Police o dei Blink 182, un groove dei Red Hot Chili Peppers o degli Audioslave. Sbatteteci la testa, perdeteci il sonno: ma vi garantisco che non c’è niente tra queste cose che in un paio di mesi di duro lavoro, non riuscirete a portare a casa.

Vorrei suonare ma dopo un po’ mi annoio

La noia va tenuta lontana preservando le tantissime fonti di distrazione di cui  siamo ostaggio. Steve Vai, uno dei chitarristi rock più grandi di sempre, virtuoso che ha suonato con Frank Zappa e David Lee Roth, da ragazzino si esercitava nove ore al giorno, sempre. E scherzando, adesso, nelle sue masterclass punzecchia gli studenti dicendo: “Per me suonare tutte quelle ore la chitarra non era difficile: non c’era altro da fare che fosse così divertente per un adolescente nei primi anni ’70. Ma se allora, come voi adesso, avessi avuto a disposizione Pornhub, chissà se avrei suonato tanto…” Quando suonate, tenete alla larga il cellulare e se suonate utilizzando il PC, cercate di farlo offline. Tante volte, quella che si prova non è noia per il suonare ma insofferenza per non poter pasticciare sui social o altro


  


Vorrei suonare ma ho le mani troppo piccole

Bene. Qui il video di Angus Young che suona "Jailbreak “ nel LIVE AT DONINGTON (1991)…due volte al giorno, prima e dopo i pasti.


 


Non serve suonare per sentirsi il Rock cucito sulla pelle

Senza nessuna presunzione, mi auguro che questa scanzonata lista di dritte possa aiutarvi a demolire almeno una piccola parte della tanto diffusa lista di palle che ci auto raccontiamo e che ci frenano da cominciare qualcosa di così bello, accessibile, divertente e - tutto sommato - facile come suonare. Ma detto questo, voglio ripetere che intimamente non credo serva suonare uno strumento per amare il rock, conoscerlo, sentirselo cucito sulla pelle. Conosco giornalisti musicali meravigliosi, con conoscenze rock enciclopediche o esperti assoluti a cui ho fatto spesso riferimento e chiesto lumi, che non sapevano suonare una nota. Però, al contempo, potrei garantirvi che tra gli appassionati di musica e rock che conosco, quelli che appena suonano un po’, sono quelli più curiosi, voraci e maggiormente aperti alle novità, al confronto, capaci di godersi qualunque cosa in maniera libera e disinibita. Così come, tra i musicisti sublimi che in tanti anni ho avuto la fortuna di conoscere, intervistare o - magari e addirittura - dividerci il palco, posso garantirvi che ne esistono alcuni con cui parlare e ascoltare musica è un’esperienza profondamente deludente se si cerca una corrispondenza tra la passione e maestria con cui suonano e quella con cui ascoltano e accolgono musica che non sia la loro.