12 marzo 2024

Steve Miller, "The Joker" e la chitarra che fischia

Quel classico del rock registrato in due ore e con la chitarra che fischia alle ragazze. Ecco la storia di "The Joker" della Steve Miller Band.

“The Joker” (THE JOKER, 1973) della Steve Miller Band è un classico del rock, un pezzo cha ha ottenuto un successo clamoroso riuscendo, persino, a scalare le classifiche due volte: alla sua uscita e 17 anni dopo, nel 1990, quando finisce nella pubblicità dei Levi’s 501 e - forte di quella ritrovata visibilità- ottiene il primo posto nella UK Single Chart. Niente male per un pezzo che Steve Miller ha ricordato non lo convincesse al momento della scrittura e che, soprattutto, viene registrato al volo, in poco meno di due ore. Inoltre, a rendere unica questa canzone, c’è una simpatica chicca strumentale: la chitarra di Steve Miller che imita - in maniera sorprendentemente veritiera - il “fischio del lupo”, quell’inconfondibile suono a due note, fischiato per mostrare grande interesse o approvazione per qualcosa, qualcuno ma specialmente - inutile, girarci attorno - per una persona del sesso opposto, particolarmente avvenente. Ecco la storia di “The Joker"


Steve Miller, "The Joker" e la chitarra che fischia

Il blues psichedelico di un freakettone

Steve Miller è un musicista colto che scrive musica di grande qualità: ha un background straordinario e delle capacità sopra la media come chitarrista elettrico. Cresce in una famiglia immersa nella musica tanto che, quando è un bambino, per casa sua bazzicano leggende della chitarra come Les Paul e il bluesman T-Bone Walker che gli insegna a suonare con la chitarra dietro la testa, quando ha ancora solo 9 anni. Da queste frequentazioni musicali pazzesche, il piccolo Steve Miller racconterà di aver appreso l’arte della naturalezza e spontaneità mentre si suona: quella capacità di far percepire facili e accessibili a chi ascolta, anche le cose più articolate. Nel 1968, nel pieno della Summers Of Love la musica di Steve Miller è immersa nelle suggestioni della cultura beat, del movimento hippie. E' un freakettone che suona un blues psichedelico tanto bello quanto stravagante e sperimentale. Passano pochi anni e la sensibilità musicale di Steve Miller cambia e si concretizza proprio nell’idea di fare musica che, senza rinunciare alla qualità e perfezione strumentale per lui imprescindibili, possa essere più accessibile ed arrivare ad un grande pubblico. Con questa premessa, compone e registra una serie di provini da presentare alla sua etichetta, la Capital, canzoni che avranno un piglio più sobrio: un rock leggero e curato che non nasconde ambizioni da classifica.

 

La storia di "The Joker"

Tra questi provini, c’è un pezzo, “The Joker” che è quello che lascia più perplesso Steve Miller: ha una melodia strana e un incedere in qualche modo stralunato. In un momento in cui al musicista farebbe comodo scrivere una hit, quel pezzo per lui sembra la cosa più lontana da un potenziale successo commerciale. Ciò nonostante, lo presenta alla Capital; il provino è un demo a dir poco essenziale: solo voce e il leggero accompagnamento di una chitarra acustica Guild a 12 corde. Ironia della sorte, quel brutto anatroccolo è il pezzo che fa drizzare le orecchie alla Capital: non solo pretendono che finisca sul disco ma ne intuiscono il potenziale come singolo. Così, in meno di due ore, la canzone viene registrata. Steve Miller ha le idee chiarissime su come vuole far suonare “The Joker”: nel suo mirino c’è il bassista Gerald Johnson a cui Miller affida una linea di basso che lui stesso ha composto, scritto e pretende il  bassista esegua identica. Perché tutto sarà incastonato su quella linea che diventerà la spina dorsale di un arrangiamento musicale perfetto. A quella parte di basso magistrale - che potremmo definire sorniona ma l’unico aggettivo sincero è paracula - si incolla tutto: dal groove pigro di batteria che si trascina indolente e ad ogni rullata pare spegnersi, alla chitarra acustica che ci sta letteralmente appiccicata, doppiandola nota per nota e concedendosi solo qualche piccolo controcanto. Tutto è coeso, serrato e così, lo spazio per la voce nel mix è gigantesco. Tanto che, quando arriva il ritornello, basta il subentrare di un minuscolo arpeggio di chitarra acustica perché il sound si spalanchi e splenda il sole nell'armonia del pezzo. L’ arrangiamento, la gestione di spazi ed equilibri assegnati a ogni strumento è esemplare e stende il tappeto rosso alla Fender Stratocaster di Steve Miller che, quando entra con le sue svisate ruffiane, è una regina.

Il "Fischio del Lupo"

Da “The Joker”, tra le infiorettature adorabili che Steve Miller suona alla chitarra elettrica, diventa leggendaria l’imitazione del“fischio del lupo”. Per creare quell’effetto Miller utilizza lo slide - ditale di acciaio o vetro, portato sul mignolo della mano sinistra - effetto utilizzassimo nel blues e che strisciato sulle corde produce quel suono caratteristico. Miller si affida a una chitarra Fender Stratocaster (anche se nel video comparirà con una Gibson Les Paul) e colora il suono facendo passare la Strat per un effetto di overdrive (una distorsione più leggera) un wha-wha e - molto particolare - un Leslie, sistema di diffusione del suono, in cui i coni delle casse ruotano, generando una propagazione sonora con una spazialità e dinamica eccezionali. Come anticipato, “The Joker” fa centro nelle classifiche già al momento della sua uscita, nell’ottobre del 1973 e proietta Steve Miller dalla nicchia della musica sperimentale allo status di rock star. Ma, il successo più eclatante, la canzone lo raggiunge nel 1990 quando la Levi’s 501 utilizza “The Joker” in un celeberrimo spot televisivo. Siamo negli anni del mito di Wall Street e degli yuppie che giocano e impazzano in borsa: in un ufficio frenetico, popolato da colletti bianchi esaltati, irrompe uno stiloso motociclista che, jeans, chiodo e in sella alla sua due ruote, strappa dal grigiume del posto di lavoro la super modella Angie Everhart. Il motociclista è - ovviamente - un bonazzo e quando una corpulenta e attempata segretaria dell’ufficio se lo vede passare di fronte, resta a bocca aperta. Naturalmente, con un tempismo perfetto del montaggio, è quello l'attimo in cui il “fischio del lupo” della Stratocaster di Steve Miller fa capolino e sottolinea il momento.