31 gennaio 2024

Talking Heads, il tributo a Stop Making Sense e l'offerta rifiutata

Anche Paramore, The National e Miley Cyrus nel tributo ai Talking Heads. La band intanto ha rifiutato una grossa cifra offerta per la reunion

A24 Music, casa di produzione che si è occupata del remaster per i 40 anni di "Stop Making Sense", ha annunciato l'uscita di " Everyone's Getting Involved: A Tribute To Talking Heads' Stop Making Sense".

La raccolta, come si intuisce abbastanza chiaramente dal titolo, è un omaggio al film concerto culto diretto nel 1983 da John Demme e arrivato nelle sale americane l'anno seguente.

Ad anticipare l'uscita del disco, l'attesa cover di 'Burning Down The House' firmata dai Paramore.


Il tributo a Stop Making Sense e la cover dei Paramore

A24 Music, branch discografica della casa di produzione cinematografica responsabile per aver riportato nei cinema - in formato IMAX - Stop Making Sense dei Talking Heads, ha annunciato l'uscita di "Everyone’s Getting Involved: A Tribute to Talking Heads’ Stop Making Sense".

L'iconico live album e film concerto dei Talking Heads, un cult del genere, è stato riproposto a fine 2023 a distanza di 40 anni dalla release ed ora è stato omaggiato da artisti provenienti da diversi background.

Il lancio della raccolta è stato affidato ai Paramore e alla loro cover di 'Burning Down The House', tra i brani più amati dei Talking Heads.

Insieme alla formazione guidata da Hayley Williams, in "Everyone’s Getting Involved: A Tribute to Talking Heads’ Stop Making Sense" trovano spazio nomi come The National, Lorde, Miley Cyrus, BADBADNOTGOOD, Girl in Red, e Blondshell, Toro Y Moi, The Linda Lindas, Kevin Abstract, Chicano Batman feat.Money Mark, Blondshell, The Cavemen, DJ Tunes, El Matò a un Policia Motorizado, Jean Dawson e Teezo Touchdown.

Il disco ha la stessa scaletta del live album ‘Stop Making Sense’, 16 artisti alle prese con i classici dei Talking Heads porteranno una nuova generazioni di ascoltatori al culto della celebre band della grande mela.

La A24 ha riportato il film concerto in versione rimasterizzata 4K nelle sale IMAX cinematografiche americana, registrando file da record fuori dai cinema e facendo nascere un nuovo incredibile interesse per la band di David Byrne.


Talking Heads, il tributo a Stop Making Sense e l'offerta rifiutata

Un'offerta che si può rifiutare

Le reunion delle band sono spesso questione di soldi ma non sempre una grossa cifra basterà per mettere da parte le divergenze o, semplicemente, ritrovare la voglia di suonare insieme.

Per quanto redditizio, un affare del genere comporta sempre in modo tutta una serie di considerazioni umane che, in alcuni casi, prendono il sopravvento davanti a qualsiasi slancio di avidità.

Ne sanno qualcosa i Talking Heads che, a quanto pare, hanno rifiutato una somma ingente offerta per farli tornare nuovamente sul palco.

A riportarlo è Billboard che parla di ben 80 milioni di dollari offerti dal gigante dell'entertainment Live Nation alla band di David Byrne.

Il cachet avrebbe coperto le esibizioni da headliner dei Talking Heads per circa 6-8 concerti da headliner in vari festival.

Stessa mossa, pare, è stata tentata da Paul Tollett di Goldenvoice, il promoter del Coachella che avrebbe tentato di portare nel deserto della California l'art rock band newyorkese per circa 10 milioni di dollari.

La risposta è stata la stessa della precedente: niente da fare.



L'edizione rimasterizzata di Stop Making Sense

Del resto, i Talking Heads non si sono lasciati proprio in buoni rapporti e sono tornati a farsi vedere insieme per la prima volto dopo molto tempo solo pochi mesi fa in occasione del ritorno in sala di "Stop Making Sense", il film concerto culto del 1984.

Una reunion, fisica ma non artistica o musicale, che ha portato i quattro membri della band nuovamente nella stessa stanza dopo circa 20 anni dall'ultima volta.

David Byrne, Tina Weymouth, Chris Franz e Jerry Harrison, si sono rivisti a pochi mesi fa al Toronto Film Festival in occasione della presentazione della versione restaurata di Stop Making Sense, 40 anni dopo le riprese fatte dal regista Jonathan Demme al Pantages Theatre di Hollywood nel 1983.

Riflettendo sullo scioglimento della band, Byrne aveva ammesso le sue colpe definendosi come un 'piccolo tiranno': "Penso che la fine della band non sia stata gestita al meglio, è stato un po' brutto. Ho dei rimpianti per come è stato fatto e non credo di averla gestita bene. Ma penso fosse inevitabile. Ora abbiamo un rapporto cordiale, siamo in contatto ma non usciamo insieme la sera".