23 dicembre 2020

10 tradizioni natalizie dal sapore 'metal'

Alla scoperta di alcune tradizioni natalizie un po'metal. Perché il Natale non è tutto fiocchi di neve e folletti ma anche creature spaventose

Chi l’ha detto che il Natale non può essere rock o metal? 

Se ci allontaniamo per un momento dalle tradizioni più mainstream che dipingono questa festività come un tripudio di luci, regali e pensieri buoni scopriamo che esistono tradizioni natalizie che si avvicinano molto al mondo metal e gotico.

In molti potrebbero dire che è sacrilego, ma in realtà le tradizioni demoniache di Natale risalgono a migliaia di anni fa. Eccone alcune.


Krampus

Il Krampus, figura tipica del folklore austriaco, ha visto crescere esponenzialmente la sua popolarità proprio nel corso degli ultimi anni, poiché è acclamato dagli appassionati di horror di tutto il mondo come una sorta di anti-Babbo Natale con le corna.

Nella tradizione austriaca, infatti, i bambini cattivi ricevono punizioni ben peggiori di un semplice sacco di carbone.

Mentre i bravi bambini sarebbero ricompensati con i regali portati da San Nicolò (figura che nella cultura austriaca è persino più importante di Babbo Natale), i bambini monelli verrebbero puniti o rapiti dal Krampus, una creatura malefica metà uomo e metà capra, che li punirebbe con percosse fisiche e viaggi all'inferno.




Perchtenlauf, la parata austriaca degli spiriti maligni

Si scopre così che l'Austria vanta ben più di una tradizione natalizia poco convenzionale.

A parte i Krampus, gli austriaci devono anche stare attenti anche ai “perchten”, spiriti maligni al servizio di una strega dell’inverno.

Questa leggenda è il risultato di una tradizione che associa all'inverno eventi terribili, come l'oscurità e la morte.

Ogni anno all'inizio di gennaio, gli austriaci si vestono con costumi stravaganti e bestiali e battono rumorosi tamburi di metallo durante la cosiddetta “Perchtenlauf”, la parata dei perchten.




Grýla, l'orchessa dalle due corna

L'Islanda ha una versione femminile del Krampus: si tratta di un'orchessa di montagna con due corna chiamata Grýla.

Ogni anno a Natale Grýla fa incetta di bambini che si comportano male, rapendoli e cucinandoli nello stufato. Ancora oggi ai bambini islandesi viene insegnata questa storia raccapricciante per spaventarli e fare in modo che si comportino bene.

Alcune versioni della leggenda sostengono addirittura che Grýla, per noia, abbia cucinato anche il marito.




Vischio, druidi e sacrifici

I druidi (antica classe nobile dei Celti), consideravano il vischio una pianta purificatrice, in grado di liberare le persone dalle malattie e dagli spiriti maligni. Per questo, durante l'inverno, essi tagliavano il sacro vischio dalle querce usando falci d'oro.

Tutto ciò può sembrare molto bello, fino a che non si arriva al sacrificio rituale. I druidi credevano infatti di dover rendere il giusto tributo al vischio offrendo in cambio del sangue.

Alcuni resoconti descrivono nel dettaglio il sacrificio di animali, ma secondo altre fonti, tra cui National Geographic, ci sono prove concrete che i druidi praticassero anche sacrifici umani.




Assalti a ritmo di canzoni natalizie

Al giorno d'oggi, i canti natalizi sono per lo più riservati ai gruppi di chiesa e ai bambini del doposcuola, ma in realtà questa tradizione ha avuto un inizio leggermente più triste e nefasto.

Orde di cittadini e proletari inglesi ubriachi, infatti, cantavano andando di casa in casa secondo una tradizione natalizia che gli permetteva di assalire e tormentare i vicini in cerca di cibo e bevande.

Nello spirito generoso della festa, chiedevano “rinfreschi” alcolici fino a quando diventavano ubriachi e violenti.

Oggi a New York City esiste una tradizione simile chiamata SantaCon.




I Goblin Kallikantzaroi

I greci immaginavano che, ogni anno, goblin malvagi spuntassero dal terreno durante i 12 giorni del periodo di Natale. Questi provocano guai e sventure nelle diverse case.

Era quindi tradizione che le persone tenessero accessi i camini durante tutta la notte per impedire che i Kallikantzaroi entrassero attraverso il camino.




Père Fouettard, il cannibale natalizio francese

Un’altra tradizione di Natale racconta la storia di Père Fouettard, o "il babbo con la frusta".

Una volta, un temibile francese di nome Père Fouettard rapì, massacrò e si preparò a mangiare tre bambini che si erano persi. Secondo la storia, San Nicolò (o Babbo Natale) si presentò alla porta dell'uomo, per niente contento di quello che vedeva.

Babbo Natale riportò quindi in vita i bambini e rese il cannibale, noto anche come Black Peter, suo servitore. Da allora il suo lavoro è minacciare i bambini affinché siano buoni e gentili.

Negli ultimi anni il personaggio di Père Fouettard ha lasciato il semplice folklore per diventare un caso di attualità perché - spesso rappresentato con il volto dipinto di nero -  è stato considerato una figura rappresentativa di sentimenti razzisti.

In alcune regioni della Francia la figura di Père Fouettard è sostituita da Hans Trapp, un anziano signore dalla folta barba, mentre nei Paesi Bassi diventa Zwarte Piet. Ad Amsterdam recentemente è stata riproposta una versione moderna dello Zwarte Piet che si scardinasse dal concetto di blackface.




Il gatto Yule

Il gatto Yule, o in islandese Jólakötturinn, è un altro mostro che ogni anno fa visita ai bambini nel periodo di Natale. Il mostruoso gatto gigante mangia qualsiasi bambino che non abbia ricevuto in regalo dei vestiti. Questo poiché secondo la tradizione islandese i bambini buoni vengono ricompensati con vestiti nuovi.



Mari Lwyd

I gallesi non sono sorpresi quando uno scheletro di cavallo adornato di luci e stelle filanti appare alla loro porta. È infatti la rappresentazione di Mari Lwyd, un personaggio del folclore che ogni anno durante il periodo natalizio gira elemosinando per tutte le case. Se non sarà accolto calorosamente, Mari Lwyd porterà un anno di sfortuna. I gallesi recitano questa scena cantando e portando un teschio di cavallo decorato per le vie delle città.



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