2 Febbraio 1979: la morte di Sid Vicious dopo l'assassinio della sua Nancy

Il bassista dei Sex Pistols stroncato da un'overdose. Era stato lui, quattro mesi prima, a uccidere la fidanzata?

"Vicious" era il suo capriccioso criceto: fu John Lydon a ribattezzare così anche Sid, entrato nei Sex Pistols per sostituire Glenn Matlock, anche se non sapeva suonare il basso. Ben presto fu chiaro che la vera icona punk era proprio il nuovo arrivato, figlio di una guarda di Buckingham Palace e di una madre tossicodipendente che, disgraziatamente, il 2 febbraio 1979 gli iniettò la dose fatale di eroina al momento del rilascio dopo un periodo di detenzione per aggressioni varie (anche ai danni del fratello di Patti Smith) e un primo arresto come unico indagato per la morte della fidanzata Nancy Spungen, il 10 ottobre 1978. La ragazza era stata uccisa a colpi di coltello: Sid, unico indagato per il delitto, sostenne di non ricordare nulla della serata poiché erano entrambi in stato confusionale.

Da allora cominciò la vertiginosa discesa verso la fine di Vicious, diventato eroinomane proprio dopo aver conosciuto la groupie Nancy. Sopravvissuto a un paio di overdose che lo avevano portato al coma, e anche a un tentativo di suicidio, la punkstar riuscì alla fine nel suo intento. Secondo una versione dei fatti non confermata, dopo la cremazione in America le sue ceneri furono riportate a Londra dalla madre Anne, ma l'urna si ruppe all'aeroporto di Heathrow, disperdendone il contenuto. Di Sid, che all'epoca aveva 22 anni, ci resta l'inquietante video di "My Way", la cover sinatriana virata in chiave punk dove l'artista spara sul pubblico. Un presagio, un messaggio rivelatore di quanto sarebbe accaduto.

Sid Vicious - My Way

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