24 gennaio 2017

24 GENNAIO 2008: Amy Winehouse entra in "rehab" per disintossicarsi da alcol e droga

Ma la cura non sortirà effetti: la star del pop-soul muore tre anni dopo


Trascorse quell'ultima maledetta notte guardando video di se stessa su YouTube, mandando alle amiche degli sms deliranti e scolandosi bottiglie di vodka. Al mattino dopo, quando la ritrovarono senza vita, le trovarono in corpo una quantità di alcol cinque volte superiore al livello consentito. Uno "stop and go" di quelli che seguono un'astinenza dal bere, e che per Amy Winehouse si rivelò fatale, in quel 23 luglio 2011. I suoi demoni l'avevano perseguitata per tutta la vita: il 24 gennaio 2008, contraddicendo ironicamente il testo del suo successo più famoso, era entrata in un "rehab".


Amy Winehouse

Ne aveva parlato con il suo management, la casa discografica, e la sua famiglia: «Ho chiesto a mio padre se pensava che ne avessi bisogno. Ha detto "No, ma dovresti provarci". Quindi l'ho fatto, solo per 15 minuti. Ho detto "ciao" e ho spiegato che bevo perché sono innamorata e ho rovinato la mia relazione. Poi sono uscita». Nessuna cura potè salvarla dalla depressione dopo il naufragio del suo matrimonio con Blake Fielder-Civil. E troppe volte sul palco, da Rio a Belgrado, si presentò ubriaca fradicia. Prima che il destino la iscrivesse al tragico "Club 27" delle star morte a quell'età.


Amy Winehouse - Rehab

Amy Winehouse - Rehab