Era un cantautore frustrato (anche se una canzone fu incisa dai Beach Boys) ma soprattutto un criminale psicopatico. Charles Manson era a capo di una sorta di setta hippy, denominata "The Family", che profetizzava l'apocalisse in America e l'avvento, dopo una guerra razziale, di "cinque angeli salvatori": uno era Manson stesso, nei panni di Gesù Cristo, gli altri quattro erano i Beatles. Manson fu il mandante del massacro del 9 agosto 1969 a Bel Air, sulle colline di Beverly Hills, nella villa di Roman Polanski, che quella notte era assente per lavoro. Morirono la moglie del regista - l'attrice Sharon Tate, incinta di otto mesi - il parrucchiere dei divi (tra cui i Doors) Jay Sebring, e altri tre ospiti. Sui muri, vergate con il sangue delle vittime, le scritte "Pig" e "Helter Skelter", ancora una volta due chiari riferimenti ai Beatles, oltre che alla "confusione" innescata dalla carneficina dei "porci capitalisti". Ventiquattro ore dopo, in un'altra zona di Los Angeles, i seguaci di Manson (in massima parte donne da lui soggiogate) uccisero una coppia nella loro abitazione.
25 GENNAIO 1971: Charles Manson condannato per la strage di Bel Air
Ossessionato dai Beatles e dalla fine del mondo, pianificò il massacro dei vip, tra cui la moglie di Polanski

Il 25 gennaio 1971 Manson e tre sue adoratrici, Susan Atkins, Leslie Van Houston e Patricia Krenwinkle, furono condannati a morte. Ma nel 1972 la Suprema Corte abolì la pena capitale in California, e per i quattro la sentenza di colpevolezza determinò "solo" il carcere a vita. Qualche settimana fa Manson è stato ricoverato in ospedale a causa delle sue gravi condizioni di salute.