Quando David Bowie trovò la sua voce con "Hunky Dory"

"Hunky Dory", il primo capolavoro di Bowie e l'album in cui cominciò a prendere forma il suo stile, fu pubblicato il 17 dicembre del 1971

Usciva il 17 dicembre 1971 Hunky Dory , il primo, vero capolavoro di David Bowie e l'album grazie al quale il leggendario artista inglese riuscì a riprendersi dopo un periodo di fallimenti e che tracciò la strada che avrebbe portato a Ziggy Stardust e alla fama mondiale.

Hunky Dory, il disco del cambiamento di David Bowie

Nel 1971 David Bowie aveva 24 anni e tanti sogni che sembravano infrangersi ripetutamente come onde sugli scogli. Erano passati alcuni anni da quando il giovane David sembrava un Mod ma, in linea con uno dei motti di quella sottocultura, cercava sempre di vivere pulito in circostanze difficili.

Le circostanze che lo avevano portato a ad avere già un bel po' di anni di attività alle spalle nonostante la giovane età ma senza centrare davvero pienamente il successo che tanto sognava. Il terzo album "The Man Who Sold The World" uscito l'anno precedente non aveva venduto bene, David si trovava senza una band e senza un manager e con la sensazione di aver perso l'ennesimo treno.

Ma Bowie, lo sappiamo, non riusciva davvero a starsene con le mani in mano, sentiva lo sconforto ma era sempre pronto a trovare uno spunto da qualche parte, una fiamma che lo facesse accendere e andare oltre l'ostacolo.

The Man Who Sold The World aveva avuto più successo in America che nel Regno Unito e proprio il suo viaggio negli States in tour gli diede nuova ispirazione e, una volta tornato a Londra, si mise subito a scrivere.

A stimolarlo c'era anche la prospettiva di diventare padre del suo primo figlio, Duncan Zowie, e la libertà che vedeva negli avventori del Sombrero, un gay bar che era diventato il suo ritrovo preferito.

Tutte quelle cose lo spinsero a cercare un cambiamento, una libertà di immagine - che avrebbe creato poi la figura di Ziggy Stardust - e di suono. David amava l'R&B ma anche il folk e il cabaret da music hall, cosa chiara nei suoi primi dischi, mentre in The Man Who Sold the World aveva spinto l'acceleratore sulla chitarra elettrica.

Hunky Dory: Bowie diventa Bowie

Bowie e la band cominciarono a lavorare al disco nell'estate del 1971, chiudendosi ai Trident Studios di Londra con il produttore Ken Scott e con l'aggiunta di Rick Wakeman, il futuro, leggendario tastierista degli Yes allora negli Strawbs, per realizzare le parti al pianoforte.

Furono tre mesi intensi di scrittura che produrranno alcune hit immortali come 'Changes' e 'Life On Mars?', brani che non solo diventeranno dei classici ma che saranno il più grande segnale del cambiamento in atto, un vero manifesto programmatico. Le tematiche spaziano dal tributo ad icone americane come Bob Dylan, Andy Warhol e Lou Reed, alla nascita del piccolo Duncan (in 'Kooks') o al cambiamento artistico, tra riferimenti letterari e filosofici.

Dal punto di vista del sound, in Hunky Dory ci sono atmosfere meno acide del recente passato ma il rock flirta con il pop barocco, il soul con il folk e si perdono le divisioni di genere - non solo musicalmente - gettando le basi aliene per la rivoluzione definitiva di Ziggy Stardust.

Un'intenzione e uno spessore che Bowie riusciva incanalare nella sua musica nonostante uno spaesamento e una continua ricerca di identità, che forse non si è mai esaurita, ma che proprio con questo disco inizia a prendere una consapevolezza pur navigando nel mare delle influenze.

E se Hunky Dory fu fondamentale per la trasformazione da Bowie a Ziggy, allo stesso tempo "The Rise And Fall Of Ziggy Stardust" diede lo slancio che mancò ad Hunky Dory in termini di vendite, facendolo diventare a traino, con un po' di ritardo, un successo commerciale.

Una cosa è certa: con Hunky Dory le vendite non furono immediatamente importanti, anche a causa dello scarso supporto dell'etichetta spaventata dal continuo cambiamento di Bowie, e il disco non entrò in classifica ma, finalmente, cominciò a mettere davvero David Bowie 'sulla mappa'.

E' con Hunky Dory che David diventa Bowie, come lo conosciamo e come è passato alla storia.

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