AC/DC, Angus Young parla della morte di Bon Scott

Angus Young ha parlato della morte di Bon Scott, del ruolo di Malcolm Young nell'elaborazione del lutto e del contributo del cantante per "Back in Black"
Pochi giorni fa si è celebrato l'anniversario dalla morte di Bon Scott leggendario frontman dei 'primi' AC/DC e ora Angus Young ha parlato di come all'epoca la band si trovò a processare la scomparsa del proprio cantante, avvenuta a soli 33 anni, e di come da un lutto sia nato "Back in Black".

Gli AC/DC sono tornati sulle scene sul finire del 2020 con la formazione storica al gran completo, incluso Brian Johnson che di Scott è stato il successore, per il nuovo album "Power Up".

Da giovani ci sentivamo invincibili
Intervistato da Zane Lowe per Apple Music, il chitarrista solista degli AC/DC Angus Young ha commentato alcune delle canzoni più iconiche della storica rock band australiana soffermandosi anche sul periodo della morte di Bon Scott, avvenuta nel 1980, e sulle successive registrazioni di quello che sarebbe diventato uno degli album più famosi della storia del rock: "Back In Black".
Parlando di come la morte di Bon Scott - avvenuta nel 1980 a Londra a soli 33 anni dopo l'ennesima nottata di bevute - abbia influenzato il futuro degli AC/DC, Angus ha spiegato di come l'elaborazione del lutto si sia trasformata nella base su cui costruire "Back in Black" grazie, soprattutto, all'intervento di suo fratello Malcolm Young.

La morte di Bon Scott colpì gli altri membri della band di sorpresa perché, come racconta Angus, non ti aspetti di dover avere a che fare con la morte di qualcuno a quell'età: "Eravamo shockati perché pensi sempre che la gente intorno a te, specialmente quando sei giovane, non debba affrontare queste cose - racconta il chitarrista degli AC/DC - ti senti invincibile e quando sei giovani non pensi alla morte. Quindi per noi è stato uno shock e ha colpito ognuno di noi in un modo diverso ma colui che, probabilmente, si è fatto carico della cosa più di tutti è stato mio fratello Malcolm".

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