05 gennaio 2022

Aerosmith, un debutto blues tra classici e insicurezze

Il 5 gennaio del 1973 gli Aerosmith pubblicavano il primo album di debutto, un disco blues rock acerbo che è riuscito a diventare un classico

Il 5 gennaio 1973 la Columbia Records pubblicava il primo, omonimo album di una band emergente originaria di Boston. Un gruppo di ragazzi che il mogul della discografia Clive Davis aveva visto esibirsi solo pochi mesi prima decidendo di offrire loro un contratto che li avrebbe portati ad essere una delle più grandi band del rock americano: gli Aerosmith.

L'esordio degli Aerosmith

Era il 5 agosto del 1972, i giovani Aerosmith si sarebbero dovuti esibire in uno dei locali storici della musica americana, il Max's Kansas City di New York. Clive Davis, produttore e promoter che aveva appena messo sotto contratto Bruce Springsteen, così come fatto anni prima con Janis Joplin e presidente della Columbia Records, era stato invitato ad assistere allo show.

In realtà, pur avendo fissato una data con il locale, la band di Boston non era prevista per quella serata ma, venuti a sapere dell'opportunità, decisero di pagare di tasca propria per convincere i gestori ad inserirli proprio quella sera.

Una tentativo mai visto prima che diede i suoi frutti quando Davis, colpito dal live degli Aerosmith, gli offrì di firmare un contratto con la Columbia per 125.000 dollari e di pubblicare il loro primo album.

La band entrò a gli Intermedia Studios di Boston l'ottobre del 1972 per registrare quello che sarebbe diventato il loro primo disco, l'omonimo "Aerosmith". Un'esperienza completamente nuova per praticamente tutti i membri della band che prima di allora non erano mai entrati in uno studio di incisione.

Steven Tyler, Joe Perry, Brad Whitford, Tom Hamilton e Joey Kramer erano dei ragazzi con la passione per il rock e per il blues britannico degli Yardbirds, quelli che sarebbero diventati i Led Zeppelin, band alla quale sono legati da Train Kept'A-Rollin. La cover del brano originariamente scritto da Tiny Bradshaw realizzata dai Yardbirds e suonata durante la prima sessione di prove dei Led Zeppelin era infatti un classico dei live degli Aerosmith e fu inserita anche nel secondo album della band, "Get Your Wings".

In studio con la band c'era Adrian Barber, produttore che aveva lavorato con artisti come Velvet Underground e The Allman Brothers che, però, non riuscì a dare agli Aerosmith ciò che volevano. Negli anni tutti i membri della band di Boston si lamenteranno del risultato descrivendolo come 'piatto', un 'opinione già presente all'epoca delle registrazioni ma che, a causa dell'inesperienza e del poco tempo, non portò ad alcuna modifica sul disco.


Aerosmith, un debutto blues tra classici e insicurezze

Un insuccesso blues diventato un classico

A  dispetto dal look glam di Steven Tyler che cercava di prendere il testimone dai New York Dolls, era il blues ad essere sempre alla base. Il blues grezzo, il rock sporco delle origini che trasudava dalle registrazioni del primo album degli Aerosmith e che sembrava il terreno fertile su cui costruire la carriera.

La voce di Steven Tyler, in particolare, non è mai stata così blues come sul disco, mostrando una band ancora molto legata alle proprie influenze e un frontman alla ricerca del proprio posto  nel mondo.

Certo, non tutti i brani del disco sono impeccabili e la poca esperienza in studio della band si avverte ancora tutta ma con "Aerosmith" la band di Steven Tyler - allora unico compositore - gettò le basi per un futuro brillante, riuscendo anche a tirare fuori dal cilindro alcuni classici come Dream On e Mama Kin.

L'album, che uscì lo stesso giorno del debutto del compagno di etichetta Bruce Springsteen, fu tutto fuorché un successo. Vuoi perché la Columbia si concentrò molto di più sul Boss, sia per la produzione che per la promozione del disco, vuoi perché gli Aerosmith non erano davvero riusciti ad ottenere il suono che avevano nella loro testa.

Nonostante tutto, "Aerosmith" influenzò generazioni di musicisti a venire, con Guns N'Roses in testa che resero anche omaggio all'album e alla loro band preferita con la cover di 'Mama Kin' inserita in "GN'R Lies".

Dall'album è estratto anche uno dei singoli più famosi degli Aerosmith, 'Dream On', un classico del rock e tra le prime power ballad della storia. Scritta da Steven Tyler quando aveva solo 14 anni utilizzando il pianoforte di suo padre,  'Dream On' è anche l'unico brano sul disco in cui il cantante utilizza davvero pienamente e senza paura la voce che lo avrebbe reso famoso.