15 dicembre 2021

Ambiente, le etichette firmano il Music Climate Pact per raggiungere emissioni zero

L'industria discografica si unisce nel Music Climate Pact con l'obiettivo di raggiungere emissioni zero nel settore entro il 2050

Il mondo della musica e dell'industria discografica si è unito nel firmare il Music Climate Pact, un programma che ha come obiettivo di raggiungere emissioni zero per quanto riguarda il settore di riferimento entro il 2050.

L'impatto della musica sull'ambiente

Il cambiamento climatico è uno dei temi di maggiore attualità nell'agenda politica di tutti i paesi, o almeno così dovrebbe essere. L'argomento è, però, diventato sempre più importante anche in un settore particolare come quello della musica spingendo molti degli attori coinvolti ad interessarsi sempre di più alla questione.

Basti pensare che già più di 10 anni fa le emissioni di gas serra prodotte dal mercato della musica nel Regno Unito ammontavano ad oltre 540.000 tonnellate di CO2 per anno. Un dato che è andato progressivamente aumentando facendo scattare un campanello d'allarme tra artisti e addetti ai lavori. L'industria della musica dal vivo, inevitabilmente, ha un impatto molto importante sulla situazione tra attrezzature, trasporti, pubblico e tutta la macchina che muove un carrozzone in grado di produrre oltre 400.000 tonnellate di gas serra all'anno.

Ora le tre major discografiche - Sony Music, Universal Music e Warner Music - insieme all'Association Of Independent Music (AIM), l'associazione delle etichette del Regno Unito, la BPI e l'International Federation Of The Phonographic Industry (IFPI) hanno deciso di impegnarsi per realizzare un'industria discografica sempre più green firmando il Music Climate Pact.

Il Music Climate Pact

Il Music Climate Pact è un accordo che si propone come obiettivo di raggiungere emissioni zero entro il 2050. Entro il mese di febbraio 2022, i membri fondatori annunceranno a quale programma mondiale aderiranno tra quelli in essere - il 'Race To Zero' delle Nazioni Unite o la 'Science Based Targets Initiative (SBTi)' - in modo da poter contare sul supporto di esperti del settore per rendere green il mercato discografico.

Il patto stabilisce una 'serie di impegni di alto profilo che serviranno da dichiarazione di intenti per il settore musicale globale' incluso, appunto, quello di aderire ad una delle due campagne che hanno come programma la riduzione delle emissioni di gas serra a zero entro il 2050, raggiungendo una riduzione del 50% entro il 2030.

Il Music Climate Pact richiede inoltre a tutte le etichette di supportare i propri artisti che si dimostreranno sensibili al tema, nell'aiutarli a comunicare sulle questioni climatiche, dialogare con gli appassionati e tutti gli attori interessati, oltre ad impegnarsi attivamente nella riduzione delle emissioni.

Oltre alle tre grandi major, sono molte le etichette coinvolte come Beggars, Ninja Tune, Secretly, Warp e Partisan.

Sulla questione è intervenuto proprio Paul Redding, CEO di Beggars Group che ha detto:"Il Music Climate Pact mostra la volontà di tutta l'industria musicale di collaborare sulle questioni climatiche. Basandosi sul progetto di un calcolatore di emissioni promosso da IMPALA (Independent Music Companies Association), tutti i firmatari remeranno nella stessa direzione circa i temi legati alla sostenibilità".


Ambiente, le etichette firmano il Music Climate Pact per raggiungere emissioni zero

I casi Coldplay e Massive Attack

Negli ultimi anni sono diversi gli artisti che si sono impegnati per fare qualcosa in merito, noti sono i casi di Radiohead, Coldplay e Massive Attack. La band di Chris Martin ha annunciato già all'uscita del precedente album "Everyday Life" del 2019 di non aver intenzione di tornare ad esibirsi dal vivo fino a quando non sarà diventato sostenibile. Il prossimo anno i Coldplay torneranno in tour per supportare l'ultimo disco "Music Of The Spheres". Sebbene l'obiettivo di emissioni zero sia ben lontano, il frontman della band ha detto di essere continuamente in contatto con esperti per realizzare un tour sempre più green e di essere riuscito a ottenere un miglioramento del 50% rispetto al tour precedente.

Anche i Massive Attack, storica band della scena di Bristol, si sono dichiaratamente impegnati per affrontare il problema delle emissioni e hanno collaborato fianco a fianco con alcuni ricercatori del Tyndall Centre di Manchester per cercare di progettare un tour che fosse il più sostenibile possibile. La band è sempre stata sensibile al tema già da anni, ad esempio vietando la plastica monouso ai loro concerti o cercando di evitare il più possibile spostamenti in aereo.

Robert Del Naja, leader dei Massive Attack, in passato ha anche pensato di smettere di andare in tour per cercare di ridurre le emissioni ma visti alcuni tentativi poco efficaci seguiti in passato, come la compensazione del carbonio, ha deciso di realizzare, in collaborazione con i ricercatori, una vera mappatura dell'impatto dei tour per cercare delle soluzioni che siano applicabili praticamente e su larga scala a livello internazionale.