Amy Winehouse: la chitarra rappresenta la musica che è dentro di me

Amy Winehouse era una chitarrista appassionata. E conoscere il suo rapporto con la chitarra è un modo per apprezzare la sua anima più pura e dolce di artista.

In una vecchia intervista, rilasciata prima del successo, Amy Winehouse raccontava il suo rapporto con la chitarra. Una piccola retrospettiva che ci regala l’immagine romantica di un’artista meravigliosa innamorata e totalmente immersa nella musica.

Per raccontare la nostra storia partiamo da un concerto grandioso tenutosi vent’anni fa, il 24 settembre del 2004 alla Wembley Arena di Londra. L’evento, chiamato The Strat Pack, era organizzato da Fender, brand di strumenti musicali probabilmente più noto al mondo che aveva deciso di celebrare il cinquantesimo compleanno della Stratocaster (sua chitarra elettrica di riferimento, strumento iconico del rock) portando sul palco alcune leggende della musica: Brian May dei Queen, David Gilmour dei Pink Floyd, Gary Moore, Hank Marvin, Joe Walsh degli Eagles…Bene, tra questa parata di stelle, vien invitata a esibirsi anche Amy Winehouse a cui verrà affidato un set di tre brani in cui la cantante eseguirà, chitarra e voce, tre brani: “Take The Box”, “Stronger Than Me” e “In My Bed”.

Una retrospettiva dolce

La convocazione al The Strat Pack testimoniava come, ancora prima del successo planetario di BACK TO BLACK del 2006, Amy Winehouse già beneficiasse di un’autorevolezza enorme in ambito musicale. Il suo album d’esordio FRANK (2003) (disco dal quale sono estratti tutti i pezzi proposti nel set appena menzionato) era stato acclamato dalla critica e consacrava Amy Winehouse - prima che come rock star - come artistica straordinaria e genuina, musicista colta, competente, immersa nella musica, non da ultimo, chitarrista appassionata e capace. Proprio a seguito di quel concerto, infatti, Amy Winehouse rilascia un’intervista in cui racconta il suo rapporto con la chitarra elettrica. Una testimonianza poco conosciuta che ci permette di offrire una retrospettiva dolce e romantica di questa artista. Una Polaroid sbiadita che emoziona perché lontana dal suo lato più controverso, drammatico e maledetto su cui, fisicuramente, si indugia sempre troppo.

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