Arriva un disco "perduto" di Neil Young degli anni Settanta
"Hitchhiker" potrebbe uscire il 14 luglio. Fans in fibrillazione
Gli anni Settanta furono un periodo di febbrile creatività per Neil Young. All'inizio, dopo la separazione da Crosby, Stills e Nash, con i capolavori solisti di "After the Gold Rush" e "Harvest". Poi la Trilogia Oscura di metà decennio ("Time Fades Away", "On The Beach", "Tonight's the Night") nel periodo più cupo della sua esistenza, tra abuso di droghe, lutti e il dolore per la paralisi cerebrale del figlioletto. Da lì una resurrezione personale che lo porta a gemme come "Zuma", "American Stars ' n' Bars", "Comes a Time", "Rust Never Sleeps". Fino al nuovo decennio, gli Ottanta, aperti con l’energia di "Hawks & Doves". È in questo catartico arco di tempo che altri album, annunciati e avvistati dai fans, spariscono in un buco nero, come "Homegrown" e "Chrome Dreams". Quest'ultimo ricompare poi in una veste tutta diversa nel 2007. Ora arriva un altro disco perduto: "Hitchhiker", frutto di una insonne notte di registrazioni agli Indigo Ranch Studios di Malibu, nel 1976. Young aveva rivelato l'esistenza di quella session nella propria autobiografia "Special Deluxe": "Ho passato la notte con David Briggs e ho registrato nove canzoni acustiche da solo, completando un nastro intitolato 'Hitchhiker'. Era un album completo, anche se ero piuttosto fatto, e si sente nelle registrazioni. Dean Stockwell, mio amico e grande attore e regista con cui avrei lavorato anni dopo su 'Human Highway' , era con noi quella notte, seduto di fianco a me, mentre registravo le canzoni una dopo l'altra, con pause solo per erba, birra o coca-cola. Briggs mixava in diretta sulla sua console preferita".
I fans di Neil Young hanno scoperto sul sito di un negozio inglese di vinili la probabile data di pubblicazione, il 14 luglio. E sulla pagina web di Gary Burden, storico art director del cantautore, si nota un'immagine che potrebbe essere la copertina dell'album. Nella scaletta, canzoni note come "Powderfinger", "Ride my Llama", "The Old Country Waltz", "Pocahontas", "Captain Kennedy", "Human Highway". La title-track "Hitchhiker" compare sull'album del 2010 "Le Noise": un ritardo di quasi 35 anni rispetto alla notte agli Indigo Studios. Young l’aveva fatta ascoltare a Bob Dylan, che l’aveva giudicata "una canzone sincera". Anche troppo: pareva un'autoconfessione spietata tra droghe e fragilità personali, che in quel tempo critico di metà anni Settanta era meglio richiudere a lungo nel cassetto.