30 giugno 2025

Biffy Clyro: 4 canzoni per scoprire un’identità sonora fuori dagli schemi, tra grunge e prog

I Biffy Clyro, guidati da Simon Neil, uniscono grunge e progressive in un rock intenso, imprevedibile e personale, capace di evolvere senza perdere identità.

Il nuovo singolo dei Biffy Clyro presente nella nostra TOP20, "A Little Love", è l’occasione perfetta per ripercorrere il percorso musicale della band: una delle realtà più eclettiche, libere e sorprendenti del rock contemporaneo.

Dall’esordio ruvido, profondamente legato a grunge e alternative, alla piena maturità sonora, Simon Neil e soci hanno saputo fondere grunge, prog e melodia in una forma personale e in continua evoluzione. Una guida all’ascolto di quattro canzoni, per scoprire l’eccentricità e l’identità di un gruppo impossibile da incasellare.

Biffy Clyro: 4 canzoni per scoprire un’identità sonora fuori dagli schemi, tra grunge e prog

Grunge e Progressive

Analizzare lo stile chitarristico vivace ed eclettico di Simon Neil, frontman e chitarrista dei Biffy Clyro, è un’ottima maniera per avvicinarsi all’universo sonoro della band. Neil ha costruito l'identità musicale dei Biffy attorno a un approccio personale e imprevedibile alla chitarra. Il suo stile alterna tanto la ferocia e l’ardire del riff maker più smaliziato e casinaro, quanto il gusto e la cura del suono di chi usa la chitarra per cesellare momenti più d’atmosfera, che – attraverso armonie e soluzioni originali – valorizzano testi che, per la loro natura spesso inquieta, introspettiva e carica di energia, richiedono una cornice musicale all’altezza. Già da questo si capisce come l’anima musicale di Neil trovi equilibrio tra due coordinate, apparentemente distanti, che lui riesce a far convivere in maniera sorprendentemente armoniosa: da un lato, l’aggressività e la potenza sonora delle chitarre più cattive del rock – quelle che dal grunge si spingono verso il metal – sempre attente a rendere ogni riff, anche il più monumentale, funzionale alla forma canzone; dall’altro, un’anima progressive, che abbraccia strutture complesse, contaminazioni stilistiche e l’uso ricorrente di tempi dispari e soluzioni ritmiche imprevedibili. Non sorprende quindi che, tra i suoi riferimenti più evidenti, ci siano da un parte Nirvana e Soundgarden e dall’altra i Rush: un amore dichiarato per il chitarrismo alternativo di Chris Cornell e Kim Thayil, unito all'attitudine coraggiosa del prog rock che non si nega nessuna contaminazione, ricerca sonora, variazione stilistica pur di confezionare musica originale e personale. Una commistione, quella tra grunge e progressive, che trova un denominatore comune nel dono che Neil ha di contaminare tutto questo con una sensibilità pop sbilenca, a volte quasi soul, che rende la musica dei Biffy qualcosa di davvero originale: brani che esplodono, si spezzano, si ricompongono tra tutte queste sfumature, senza mai rinunciare a una linea melodica forte.


Tra Rush, Nirvana e armonie vocali

E ancora, ponte tra grunge e progressive – e tra le band di questi generi (Nirvana e Rush), riferimenti dichiarati dei Biffy – è la stupefacente capacità del trio di produrre un suono così pieno e articolato nonostante l'ossatura essenziale di chitarra-basso-batteria: merito di un magistrale lavoro di arrangiamento e interplay orchestrale tra la sei corde di Neil e la solida sezione ritmica formata dai fratelli James e Ben Johnston, rispettivamente al basso e alla batteria. Altro aspetto distintivo è il gioco delle voci, a cui la band affida un ruolo complesso e articolato. I cori e le armonie a tre parti integrano il tessuto armonico di basso e chitarre e aggiungono, oltre che intensità e impatto emotivo, anche una profondità musicale esclusiva, colta, nonostante l’impianto e la pronuncia così rock e scatenata della band. Un altro ingrediente che amplifica la drammaticità – o la dolcezza – di molti brani, nei cui  i testi, scritti principalmente da Neil, si alternano immagini poetiche e riflessioni esistenziali, con una tensione costante tra violenza e vulnerabilità, energia e malinconia.

Quattro canzoni

Nel corso degli anni, la band ha saputo evolversi: dai dischi più spigolosi e istintivi degli esordi Blackened Sky (2002) o Infinity Land (2004), ha affinato arrangiamenti e produzione, trovando in lavori come Puzzle (2007) o Opposites (2013) una sintesi tra accessibilità e complessità. Ogni album rappresenta un capitolo a sé, con sonorità, dinamiche e atmosfere differenti, ma sempre riconoscibili al DNA sonoro dei Biffy Clyro, a una sensibilità compositiva fuori dagli schemi.

Ecco quattro brani per entrare nel mondo del rock eccentrico, senza regole dei Biffy Clyro:

"My Recovery Injection" ( Infinity Land, 2004)

Esempio della fase iniziale della band, caratterizzata da influenze grunge, math-rock e strutture complesse. Questo brano mostra la tendenza dei primi Biffy a sperimentare con tempi dispari e atmosfere oscure, segnando un periodo in cui la band era ancora fortemente legata a sonorità alternative e non convenzionali.


"Mountains"(singolo, 2008)

Un punto di svolta verso un sound più accessibile e anthemico. "Mountains" è stato il loro primo singolo a entrare nella Top 10 UK, segnando la maturazione della scrittura di Simon Neil e una maggiore apertura verso il grande pubblico, pur mantenendo energia e intensità.


"Black Chandelier"(Opposites, 2013)

Rappresenta la capacità dei Biffy Clyro di fondere melodie orecchiabili con profondità emotiva e arrangiamenti ricercati. Il brano, molto popolare anche per il suo video, mostra la band in una fase di piena maturità, capace di coniugare accessibilità radiofonica e identità artistica.


"Instant History" (A Celebration of Endings, 2020)

Simbolo della continua evoluzione stilistica dei Biffy Clyro, questo brano introduce elementi elettronici e un approccio più pop, pur mantenendo la tipica intensità emotiva e la propensione al cambiamento che ha sempre caratterizzato la band.