29 novembre 2022

Bob Dylan, il testo di Desolation Row all'asta per oltre 400.000 euro

L'unica copia esistente del manoscritto risalente al 1965 sarà battuto per una cifra superiore ai 400.000 euro, proprio mentre Dylan è nella bufera per i falsi autografi sui suoi libri

Una copia dell'unico testo scritto a mano di Desolation Row di Bob Dylan sarà battuto all'asta. Il cimelio, risalente al 1965, potrebbe essere venduto ad una cifra stimata di oltre 400.000 euro.

La notizia arriva nel bel mezzo della bufera che ha visto coinvolto il cantautore americano proprio a causa delle polemiche sull'autenticità della sua grafia nelle copie a tiratura limitata del suo ultimo libro.

Bob Dylan e il testo di Desolation Row all'asta

Potrebbe essere battuto all'asta per circa 410.000 euro il testo originale di Desolation Row, brano di Bob Dylan del 1965 che chiude il disco centrale della trilogia elettrica, "Higway 61 Revisited".

Già nel 2020 i testi originali di classici del cantautore come Lay Lady Lay, Subterranean Homesick Blues e The Times They Are A-Changin', furono acquistati da una società che gestisce cimeli con l'ultimo documento ceduto per circa 2 milioni di euro.

Il testo di 'Desolation Row', che contiene anche note e modifiche fatte a mano da Dylan, sarebbe rimasto in tutti questi anni nelle mani di un suo amico e sarebbe l'unica copia esistente del manoscritto.

"Negli archivi del museo di Dylan a Tulsa non c'è alcuna versione del testo e, in oltre 50 anni, non c'è mai stato alcun indizio dell'esistenza di un'altra copia di Desolation Row", si legge in una nota ufficiale.

Bob Dylan, il testo di Desolation Row all'asta per oltre 400.000 euro

La polemica sugli autografi

La notizia di un testo manoscritto da Bob Dylan fa abbastanza sorridere se si pensa che arriva in un momento in cui proprio la penna del cantautore di Duluth sta creando non poche polemiche.

Gli appassionati del grande cantautore americano hanno avviato una protesta nei confronti della casa editrice Simon & Schuster responsabile della pubblicazione di The Philosophy Of Modern Song, ultimo libro di Dylan.

Tra le versioni disponibili per l'acquisto, infatti, oltre a quella classica e alla portata di tutti, è stata messa in vendita anche un'edizione a tiratura limitata.

Per la modica cifra di 599 dollari, il corrispettivo di circa 580 euro, i fan di Dylan avrebbero potuto mettere le mani su una delle 900 copie esclusive autografate singolarmente dal loro beniamino.

Una volta ricevuta la propria copia, molti lettori hanno accusato la casa editrice di aver messo in vendita copie del libro autografate non dalla mano di Dylan ma attraverso l'utilizzo di uno strumento meccanico.

La tecnologia in questione si chiama autopen e consente la riproduzione artificiale di una firma realizzata a mano da un essere umano. Una vera e propria truffa, insomma, nemmeno tanto economica e con assolutamente alcun valore nel mercato del collezionismo.

In un primo momento gli editori hanno rifiutato l'accusa di aver falsificato gli autografi originali del musicista, salvo poi ritrattare e offrire ai clienti un rimborso.

"Vogliamo scusarci con tutti coloro che hanno acquistato una copia di The Philosophy Of Modern Song", si legge in una nota ufficiale. "A quanto pare, i libri in edizione limitata contengono la firma originale di Bob, ma in una replica. Stiamo affrontando prontamente questo problema, fornendo a ciascun acquirente un rimborso immediato".

Pochi giorni dopo è arrivata anche una dichiarazione dello stesso Bob Dylan che si è scusato per la leggerezza commessa, scusandosi con i fan.

"Mi è stato riferito che c'è della controversia sugli autografi di alcune copie a tiratura limitata di Philosophy Of Modern Song e delle stampe di alcune mie opere d'arte", ha esordito Dylan che ha poi sottolineato come abbia sempre autografato personalmente ogni stampa della sua arte ma che, nel 2019, è stato colpito da un grave forma di vertigini.

"Ci vuole uno staff di cinque persone a stretto contatto per cercare di realizzare le sessioni di autografi e durante il COVID non potevamo lavorare come mi serviva mentre il virus colpiva. Con le scadenze contrattuali da rispettare, mi è stato suggerito di utilizzare l'autopen e mi è stato assicurato che fosse una prassi comune nell'ambiente letterario".

"Servirsi di una macchina è stato un errore di valutazione e voglio risolvere immediatamente la cosa. Sto già lavorando con la casa editrice e i curatori delle gallerie per farlo", ha poi concluso Dylan.