16 gennaio 2018

BRMC: "Nella nostra musica la speranza per non mollare"

"Wrong Creatures" è il nuovo album dei Black Rebel Motorcycle Club, ne abbiamo parlato con il co-fondatore Peter Hayes

In un mondo dove ai piani alti dello stardom mondiale, nelle line up dei festival, nelle nomination ai premi più in vista pare ci sia sempre meno spazio per le chitarre, i Black Rebel Motorcycle Club mantengono una loro coerenza e cercano di dare una risposta alla domanda che si ponevano più di 15 anni fa: 'Whatever Happened To My Rock'N'Roll? Per il terzetto californiano è sempre lì, loro si limitano a viverlo senza alcuna necessità di rivendicarlo né intenzione di abbassare la guardia. Pochi giorni fa hanno pubblicato l'ottavo album "Wrong Creatures", un viaggio garage in pieno stile BRMC, che riesce anche a recuperare la solida scrittura degli esordi che ultimamente appariva a intermittenza. Dopo un periodo complicato causato dallo stop della batterista Leah Shapiro, operata al cervello per la ‘Sindrome Arnold-Chiari’, i B.R.M.C. sono tornati in grande forma con brani carichi di riff oscuri e adrenalina (‘King Of Bones’, ‘Spook’ e ‘Little Thing Gone Wild’), senza dimenticare le dilatazioni lisergiche di episodi più rilassati come ‘Echo’ che fanno di “Wrong Creatures” uno dei loro album meglio riusciti.

BRMC: "Nella nostra musica la speranza per non mollare"

Abbiamo raggiunto Peter Hayes, voce e chitarra dei ribelli vestiti di pelle nera per parlare di tutto questo, a cominciare dallo scovare l’identità di queste creature sbagliate. Che sia un modo per indicare semplicemente chi si sente fuori posto, vista l’inquietudine che la musica dei BRMC sembra trasmettere?: "Per me cambia ogni giorno, un giorno sono io, il giorno dopo potresti essere tu, siamo tutti noi. Credo si tratti di un modo di vedere il mondo, di cercare qual è il nostro posto, sia come band che come essere umani, come individui. Per quanto mi riguarda, sì, sono uno spirito irrequieto e se questo traspare dalla musica mi sta bene perché è la verità” - dice Hayes - che sulla modalità di registrazione di “Wrong Creatures” racconta : “L’album nasce principalmente da delle lunghe jam session, il casino è stato riuscire poi a tirare fuori diversi brani, lavorarli come singole tracce. Magari un giorno potremo registrare tutto e fare una cosa in stile prog, pubblicare un album con sopra un'unica, lunghissima canzone. Abbiamo cercato di tirare fuori dal blocco canzoni che avessero senso, anche se non eravamo sicurissimi di come farlo - anche perché ognuno ha differenti opinioni su cosa si possa considerare sensato e cosa no - a volte una cosa sembra meglio di un'altra, altre volte no. Abbiamo lavorato a intermittenza, siamo stati in tour durante il processo di lavorazione all'album trovandoci a sviluppare musica non stop". In effetti i Black Rebel Motorcycle Club possono essere quasi considerati una live band prestata allo studio e, a differenza dell’italiano, in America c’è la distinzione linguistica con l’utilizzo del termine specifico ‘recording artist’: “Sono due diversi animali, per come la vedo io. Applicando l’approccio da studio, dici ok, registriamo questo su nastro, ti siedi e ti poni quello come obiettivo. Ha senso perché hai l'opportunità di fare qualcosa che non puoi fare dal vivo, aggiungere strumenti diversi, tracce vocali, far suonare degli strumenti come fossero altri. Si tratta di avere l'opportunità di fare cose che non potresti fare live. Non è una cosa necessariamente buona, quando sei in studio hai la sensazione di essere come sotto la lente di un microscopio, vuoi suonare meglio perché sarà immortalato per sempre. Quando ti esibisci dal vivo sei sempre influenzato anche dalla situazione, dal pubblico, ed è una cosa che amo; suonare dal vivo, reagire alle persone e lì, gli errori possono succedere, è qualcosa molto più vicino alla vita reale, la bellezza della imperfezione. Si ha la tendenza a pensare che in studio sia necessario cancellare gli errori, noi invece cerchiamo di tenerli come parte della canzone”. L’onestà è un elemento che caratterizza da sempre i BRMC, nella musica e nel modo di presentarsi ai fan senza orpelli: “Cerchiamo di esserlo ma non voglio togliere credito a molte altre band, non voglio dichiararmi più onesto di altri, mi piace pensare che non sia così. Però penso che la musica intorno la quale gravito punti in quella direzione: onestà, innocenza e cercare di connettere con ciò che una persona pensa del mondo e come si riflette nella musica”.

Il produttore Nick Launay (Yeah Yeah Yeahs, Nick Cave & The Bad Seeds) è stato molto importante per la riuscita del nuovo album, ma c’è da chiedersi quanto sia difficile per un ‘Club’ come quello dei Black Rebel accogliere qualcuno di nuovo tra le proprie fila: “Sì, un po’ è stato complicato; di solito diciamo che ogni piccolo spazio sembra come tanto spazio: quando hai qualcuno che ha una opinione diversa e si esprime su come secondo lui funzioni meglio un riverbero piuttosto che un altro e cose così, per noi è un grosso affare laddove per qualcun altro potrebbe essere una sciocchezza. Quando fai arte è così, è come se un pittore impegnato nel dipingere una tela si veda arrivare qualcuno che dica 'Hey, amico, mettici meno rosso lì, alleggerisci', può sembrare una cosa da poco ma non per noi. In ogni caso abbiamo deciso di passare sopra alle cose, di dargli più spazio possibile, ed è andata bene”.  Passando al discorso dei testi, nei versi dei BRMC c’è spesso un lato drammatico, c'è violenza, l'amore e la morte, ma forse possono essere interpretati in una chiave positiva, come se fossero una motivazione per vivere al massimo, una spinta a creare una reazione: " Per me assolutamente sì e spero che traspaia dalla nostra musica. Non voglio mollare, non voglio gettare la spugna davanti alle tragedie della vita e mi piace credere che la speranza sia la connessione tra la persone e la musica. Lì è la bellezza per me: la speranza di riuscire ad andare oltre. Mi fa piacere che la cosa venga fuori dalla musica, perché non si tratta di eventi negativi ma di chi riesce a sopravvivere, di chi riesce a fare dei cambiamenti e venirne fuori".

Di momenti difficili negli ultimi tempi i Black Rebel ne hanno avuti, specialmente quando la batterista Leah Shapiro ha dovuto sottoporsi a un delicato intervento chirurgico al cervello e conseguente riabilitazione durante la quale la band non ha voluto lavorare su del nuovo materiale: "Sostanzialmente siamo rimasti lì a preoccuparci e seguire la sua ripresa. Per me scrivere è una sorta di lavoro h24, cerchi di essere sempre pronto e disponibile per l'arrivo della musica e di qualsiasi tipo di ispirazione, che siano note o versi, cerchi di essere sempre connesso pronto per buttarla fuori in tempo reale. Allo stesso tempo credo ci sia un momento importante in cui bisogna tenere la bocca chiusa, sedersi e cercare di riflettere su ciò che ti succede intorno, capirne il senso senza forzare le tue emozioni in una canzone. Serve che le cose accadano, che la vita scorra senza bisogno di creare intorno clamore e chiacchiere inutili, ed è una parte importante della vita di ogni persona. Non devi esternare un'emozione solo perché la provi, a volte è necessario fermarsi e immergersi nella vita; magari dopo avrai davvero qualcosa da dire". Le emozioni i BRMC le hanno sempre veicolate attraverso il rock'n'roll che, mai come negli ultimi tempi, sembra essere sempre meno presente sul mercato, tra gli artisti in cartellone dei principali festival estivi, tra i candidati ad awards vari, e forse questa band appartiene a una delle ultime ondate davvero in grado di spingere i ragazzi ad impugnare una chitarra e creare musica "Cerco di non prestarci troppa attenzione. Ovviamente il classico rock'n'roll prevede l'uso delle chitarre, e mi sta bene, è figo ed è ok per me farne parte, ma penso sia più importante che le persone vivano in modo artistico, non saprei in che altro modo chiamarlo, con uno scopo. Indipendentemente da cosa tu faccia, che ci sia o meno una chitarra, che ci sia un computer, facendo rumore o meno, penso che l'importante si possa definire ‘lifestyle’ o comunque come un modo di vivere la vita e se questo comprende una chitarra, bene, se no puoi comunque vivere con quello spirito. La realtà è che ciò che conta è la connessione tra le persone, non importa chi sia l’artista fintanto che non si aggiunga al caos e all'insensatezza del mondo, alla confusione fatta solo di fama e denaro. Me lo faccio andare bene, in qualche modo". A proposito del rapporto tra arte e denaro e del fatto che la musica della band sia spesso inserita in colonne sonore: "A volte ci chiedono i nostri brani e quando accade cerco di vederla da un punto di vista artistico, penso che dietro ci sono cameramen, registi, scrittori che sono artisti, proprio come i musicisti, quindi cerco di prenderla da questo punto di vista. Se qualcuno usa la nostra musica perché pensa connetta bene con la propria arte, riesca a valorizzarla, ben venga. Anche se non mi piace necessariamente il loro lavoro, o non la capisco, cerco di non farci caso. Del resto io stesso ho iniziato suonando per pochi spiccioli in stazione e non vedo proprio la differenza, si tratta sempre di cercare di fare soldi per sopravvivere e se si sfocia nel discorso dell'essere venduti possiamo dire che mi sono già venduto quando ero in strada a 16 anni, è il salario del musicista ed è normale che sia così. Infine, sul caos e confusione citati prima, due elementi che nel mondo non mancano: "Per quanto mi riguarda mi limito a non voler essere parte del problema, non voglio aggiungermi alla rabbia - le persone provano sempre più rabbia verso tutto e tutti in questa società - è come una giungla alla quale non voglio aggiungermi. Voglio vivere la mia vita nella realtà, nella speranza che la gran parte delle persone non sia così, anzi sono convinto che le persone al potere non rappresentino davvero la maggioranza, ed è questo ciò che provo per il mondo. So che non è facile ma dobbiamo solo cercare di riuscire a convivere gli uni con gli altri'.

Black Rebel Motorcycle Club // Little Things Gone Wild (Berlin 2017)