02 agosto 2020

Cercasi Ozzy disperatamente

Quella volta in cui, durante il tour dei Black Sabbath con i Van Halen, Ozzy Osbourne venne dato per disperso

La serie negativa dei Black Sabbath

La coda degli anni '70 si rivelò un periodo molto impegnativo per i Black Sabbath e, in particolare, per il loro frontman Ozzy Osbourne.

La band era fuori controllo, totalmente presa in un vortice continuo di droghe ed alcol e con un tour che li vedeva impegnati a promuovere un album nel quale nemmeno credevano, "Never Say Die!".

"Never Say Die!" è l'ottavo album dei Black Sabbath, l'ultimo con Ozzy che era stato licenziato due anni prima, rientrato poi nel 1977 costrinse la band a riscrivere i testi inizialmente pensati per il sostituto David Walker, e che di lì a poco sarebbe stato licenziato nuovamente, questa volta definitivamente.

L'album seguiva la scia più sperimentale del precedente "Technical Ecstasy" e venne accolto in maniera molto fredda, continuando la serie negativa della band che sembrava non imbroccarne una.

A questo tripudio di insicurezze, tensioni e sostanze poco legali c'era da aggiungere un nuovo elemento: il nuovo che avanza. In tour, di spalla ai Black Sabbath, c'erano i giovani Van Halen, freschi di pubblicazione di "Van Halen II", che sul palco sembravano essere una forza della natura, di quelle band live devastanti che non vorresti mai dover seguire in scaletta.


In tour con i Van Halen

Nel novembre del 1978 i Black Sabbath erano negli Stati Uniti, sempre con i Van Halen di David Lee Roth al seguito, e dovevano esibirsi in una delle capitali della musica americana, Nashville. Le luci del Nasvhille Municipal Auditorium si sarebbero accese alle 20.00 in punto, sul palco i Black Sabbath, in apertura i Van Halen, o almeno questi erano i piani.

A raccontare l'aneddoto è proprio cantante dei Van Halen, David Lee Roth che ricorda come era solito passare la notte in piedi con Ozzy in compagnia di grosse dosi di cocaina, che loro avevano iniziato a chiamare Krell, per usare un nome da fantascienza che richiamasse il film culto Forbidden Planet. Le 'sessioni' continuavano fino al giorno dopo e quella volta i due non fecero eccezione.

Fatta mattina, intorno le 9.30, il frontman dei Van Halen lascia Ozzy da solo per andare a prepararsi prima del viaggio che li avrebbe condotti da Memphis a Nashville.

Tutto sembra filare per il verso giusto, David fa il check in in hotel, schiaccia un pisolino e si reca sul luogo del concerto. 10.000 persone, show sold out, tutto pronto per accogliere l'accoppiata micidiale delle divinità hard fatte e finite con quelle in divenire, cosa potrebbe andare mai storto?

Mentre è nel backstage un paio di membri dei Sabbath fanno irruzione nel camerino e hanno per lui una semplice domanda:


"Dove cazzo è Ozzy?"

La voce dei Van Halen dal canto suo ne sa quanto loro, del resto lui è lì, seduto dopo aver spaccato il pubblico in due, come da programma. Cosa ne potrà mai sapere? "In che senso, dov'è Ozzy?" chiede, ce lo immaginiamo come novello Verdone ad alto voltaggio.

"In che senso? Non c'è, non è qui, non si è presentato. Anzi, non siamo nemmeno sicuri abbia fatto check in in albergo, non sappiamo dove sia, non si trova da nessuna parte e c'è uno show da fare! "

Come in ogni indagine che si rispetti, giustamente, si cerca di risalire all'ultima persona ad aver visto la vittima prima della scomparsa, Davi Lee Roth, appunto:"Beh, amici - dice - l'ultima volta che l'ho visto era a Memphis pronto a dirigersi verso le limousine, non lo vedo da allora. Non ne ho idea, io ho fatto quello che dovevo fare, non guardate me!"

Dopo trenta minuti c'è la certezza, bisogna salire sul palco ed Ozzy non si trova. "Puoi cantare tu le canzoni dei Black Sabbath, David?" "Certo che no! Non so nemmeno le parole, mi dispiace." ed è così che si cancella un concerto all'improvviso, signori.

Probabilmente in questi casi al grido "Who you gonna call?" sarebbe stato adatto un iconico "Ghostbusters!", se solo fosse accaduto tutto dieci anni dopo, ma si optò per la più semplice mossa di sguinzagliare la polizia.

Ozzy è scomparso, sarà stato rapito - dice la stampa - è diventato adepto di una setta, è caduto in un dirupo mentre cadeva ubriaco. Ozzy è morto!

I titoli dei notiziari locali sono catastrofici, le ricerche continuano tutta la notte. La band è seduta per terra nella hall dell'albergo in attesa di sapere qualche nuova, buona nuova. Ovviamente l'hotel è il primo posto dove cercare, la camera prenotata per Ozzy è vuota, pulita, non c'è nessuno.

Sono le 6.30, c'è nervosismo palpabile nell'aria. Del resto come potrebbe essere diversamente? Un concerto annullato, ed era sold out, cazzo! Via libera alla nuova, elettrizzante generazione, e del vecchio Ozzy nemmeno l'ombra, magari è morto davvero.

Fino ad ora.

Mentre tutti sono perplessi, il vecchio Ozzy esce dall'ascensore, tranquillo e dice: "Beh, ragazzi, a che ora si va in scena stasera"?


La risoluzione del caso

Il misterioso caso della sparizione di Ozzy Osbourne, si scoprirà, è per fortuna meno drammatico di quanto previsto ed è presto spiegato. Il buon Ozzy, ancora devastato dai bagordi in compagnia di David Lee Roth è entrato nel nuovo hotel e si è diretto verso la sua camera: stanza 616, dice sulla chiave, strano, lo stesso numero della camera dell'altra sera a Memphis.

Non molto, in realtà, perché quella nella tasca di Ozzy è proprio la chiave del vecchio hotel. Arrivato a destinazione la porta è spalancata, c'è una cameriera che sta rassettando che, spaventata dalle urla emesse del rocker britannico nel tentativo di cacciarla, fugge via. Lui si accomoda a letto e si addormenta. Morto no, quasi, senza sensi e all'epoca non c'erano certo cellulari da tempestare di chiamate.

Un delitto perfetto quello di Ozzy le sole vittime, però, furono il pubblico e i compagni di band.


Cercasi Ozzy disperatamente