Chuck Berry: il giorno in cui il Rock ha trovato il suo eroe

Chuck Berry con 'Johnny B. Goode' ha scritto il manifesto di una rivoluzione musicale che ispira ancora oggi musicisti come Gary Clark Jr. e Jack White

Chuck Berry è stato un pioniere del rock and roll e ha ridefinito il ruolo della chitarra elettrica nella musica. Ripercorriamo la sua ascesa, l’impatto di "Johnny B. Goode" (il brano che ha trasformato Berry in una leggenda del rock), il viaggio dalle origini blues alle rivoluzionarie performance sul palco, fino alla sua influenza su artisti contemporanei come Jack White e Gary Clark Jr. Una celebrazione della nascita di un mito e della sua eredità musicale

Chuck Berry non è stato solo una figura determinante nella storia della musica; ha avuto un impatto cruciale nel definire il rock come genere distinto dai suoi predecessori. Nel rock di Berry, così profondamente legato al sound della chitarra elettrica, l'approccio strumentale assume una nuova dimensione. L'abilità esecutiva, la perizia e l'originalità di uno strumentista — qualità presenti anche nei generi precedenti come jazz, bebop e blues — non bastavano più. Berry ha insegnato che queste capacità dovevano essere accompagnate da una presenza scenica carismatica, da una personalità e un carattere scenografici, quasi circensi, che si sposavano perfettamente con l'anima eccentrica, energica, sensuale e dirompente del rock. La musica non era più soltanto da ascoltare, ma anche da vedere e vivere. Ne è la prova il celebre duck walk, quel passo dell'oca che Chuck Berry eseguiva sul palco, o al modo in cui suonava la chitarra dietro la testa. Gesti musicali sensazionali, quasi atletici, che in seguito sarebbero diventati il marchio di fabbrica di altri chitarristi leggendari come Angus Young degli AC/DC o Jimi Hendrix. Da Chuck Berry in poi, nel rock diventa fondamentale possedere quella presenza scenica che incarnava lo spirito di ribellione e l'energia esplosiva di una generazione che si opponeva alle convenzioni di una società post-bellica troppo rigida e strutturata. Berry contribuì a fissare il paradigma di quello che sarebbe diventato il rock: una musica che non è solo piacevole da ascoltare e pregevole dal punto di vista tecnico, ma che è sinonimo di espressività, trasgressione e imposizione spettacolare e dirompente del proprio carattere. Una musica che non si limita a essere suonata, ma che viene vissuta sul palco, coinvolgendo e travolgendo chi la ascolta.

Chuck Berry: il giorno in cui il Rock ha trovato il suo eroe

Un ponte tra generi e generazioni

Nel 1958, Chuck Berry creò uno dei più grandi capolavori del rock and roll, "Johnny B. Goode", una canzone che racconta e forgia lo stereotipo di quello che diventerà un eroe definitivo del rock: un ragazzo volitivo, armato di chitarra elettrica. Il viaggio verso il successo di Berry inizia, però, qualche anno prima, nel 1954, quando il blues dominava ancora la scena musicale con artisti come Muddy Waters. Proprio Waters, in quello stesso anno, era all'apice della popolarità con "Hoochie Coochie Man", un successo che rappresentava però anche il canto del cigno del dominio del blues nell’industria discografica. Le vendite dei dischi di blues iniziarono a crollare, sostituite da un nuovo suono, fresco e orientato ai giovani: il rock and roll. Responsabili di quel cambiamento erano Elvis Presley e Bill Haley, che stavano facendo breccia nel cuore degli adolescenti con brani come "Shake, Rattle and Roll" e "Rock Around the Clock". In questo contesto, la storia di Chuck Berry decolla quando Leonard Chess, influente discografico e proprietario dell’etichetta Chess Records, decide di puntare su due giovani chitarristi: Bo Diddley e Chuck Berry. Berry riesce a distinguersi, conquistando il mercato adolescenziale bianco con uno stile unico, sostenuto da un carisma trascinante.

Nato nel 1926 a St. Louis, Chuck Berry era un artista con una passione viscerale per il blues e la poesia. Iniziò la sua carriera nei club di East St. Louis, dove combinava le sonorità del blues con influenze country e swing. Il suo approccio rivoluzionario era proprio quello di mescolare generi, suonando musica "bianca" per un pubblico prevalentemente nero, riuscendo così a creare un ponte tra culture diverse. Il vero punto di svolta per Berry arrivò durante un viaggio a Chicago, dove incontrò Muddy Waters, suo idolo. "Fu una sensazione che suppongo si possa provare parlando con il presidente o il papa" ricorderà Chuck Berry. "Gli dissi rapidamente della mia ammirazione per le sue composizioni e gli chiesi chi avrei dovuto vedere per fare un disco.” Ed è proprio Muddy Waters a indirizzare Berry da Leonard Chess. Impressionato dal talento di Berry, Chess lo mise sotto contratto e lo spinse a estremizzare il suo stile musicale, rendendolo ancora più energico, moderno e sfrontato. Il risultato fu la canzone "Maybellene", un successo che mescolava elementi country con il ritmo tumultuoso del rock and roll. "Maybellene" rappresentò un vero e proprio crossover, conquistando sia il pubblico bianco che quello nero, e segnò l'inizio di una serie di successi che avrebbero definito il rock and roll. Brani come "Roll Over Beethoven", "Rock and Roll Music" e "Sweet Little Sixteen" consolidarono la posizione di Berry come uno degli architetti di quel nuovo genere rock. La sua formula era semplice ma geniale: testi divertenti e taglienti, groove irresistibili, un tocco di country e assoli di chitarra mozzafiato.

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