10 agosto 2023

Circo Massimo, concerti sì o concerti no?

Continua la polemica sull'opportunità di fare concerti all'interno di siti archeologici dopo lo show di Travis Scott al Circo Massimo

Con la ripartenza post lockdown le ultime estati della musica dal vivo in Italia hanno cercato di recuperare il tempo perso con un sovraffollamento di eventi.

In un territorio come quello italiano, ricco di storia, può capitare che alcuni eventi siano tenuti in venue affascinanti, seppur fragili e con una serie di tematiche relative alla tutela da non sottovalutare.

Tra queste il Circo Massimo di Roma che, solo in questi mesi, ha ospitato live enormi come quelli Bruce Springsteen, Guns N'Roses, Maneskin, Imagine Dragons e, ultimo in ordine di tempo, Travis Scott.

Proprio in seguito al 'terremoto' causato dal rapper americano con gli oltre 60.000 spettatori accorsi all'interno dell'area archeologica romana, è nato un dibattito che ha coinvolto Soprintendenza, Ministero e Comune di Roma sull'opportunità di svolgere eventi del genere all'interno di location storiche.

La polemica del Circo Massimo

Il patrimonio archeologico italiano è unico al mondo, un tesoro fatto di siti dal valore inestimabile dal punto di vista culturale e storico che, anche in epoca moderna, diventano talvolta teatro di momenti pubblici unici.

Luoghi un tempo adibiti ad ospitare rappresentazioni teatrali o manifestazioni sportive, tornano a vivere attraverso un utilizzo più o meno vicino a quello originario con l'organizzazione di eventi di una portata tale da lasciare anche qualche dubbio.

Di stretta attualità è la polemica insorta a proposito del Circo Massimo di Roma successivamente al grande concerto di Travis Scott, rapstar americana che - dopo una fumata nera da parte del governo egiziano per uno show presso le piramidi di Giza - ha realizzato a tempo record l'evento di lancio mondiale del suo nuovo album "Utopia", proprio all'interno dell'area archeologica capitolina.



Lo show di Travis Scott è stato solo l'ultimo di una lunga serie che, nella sola estate del 2023, ha visto salire sul palco del Circo Massimo nomi come Bruce Springsteen, Guns N'Roses, Maneskin e Imagine Dragons, portando Alfonsina Russo, Direttore del Parco archeologico del Colosseo, a scrivere una lettera al gabinetto del sindaco sull'opportunità di tenere eventi del genere in location storiche.

Nel testo, il Parco archeologico del Colosseo, che ha competenza anche sull'area del Circo Massimo, ha comunicato preventivamente il proprio parere negativo per l'organizzazione di eventi simili nel 2024. La motivazione, come è facile immaginare, è la tutela del patrimonio archeologico della Capitale e dell'incolumità dei siti storici, specialmente alla luce di episodi come la caduta di un ragazzino che ha tentato di scavalcare le recinzioni per arrivare nel prato, l'intossicamento di 60 spettatori per l'utilizzo di spray al peperoncino e le segnalazioni arrivate alle forze dell'ordine per le vibrazioni che hanno coinvolto l'area.

Tutti episodi che hanno evidenziato diversi punti critici, facendo emergere anche l'ipotesi di denunce da parte del Parco archeologico per il presunto mancato rispetto di alcuni accordi relativi alla sicurezza e alla sostenibilità della zona.


Circo Massimo, concerti sì o concerti no?
PHOTO CREDIT: SplashNews.Com / Ipa-Agency.Net / Fotogramma

Il botta e risposta tra Comune e Ministero

La lettera della Russo ha aperto nuovamente la discussione sull'opportunità o meno di tenere concerti all'interno di aree archeologiche come quella del Circo Massimo.

A supportare il parere negativo del Parco del Circo Massimo è arrivato anche Vittorio Sgarbi, attuale sottosegretario alla Cultura che si è spinto al punto di definire i fatti del concerto di Travis Scott 'aberrazioni' tali da richiedere sanzioni individuali.

Immediata la risposta da parte del Comune attraverso le parole di Alessandro Onorato, assessore ai Grandi eventi di Roma Capitale che ha sottolineato come la competenza sulla tipologia di eventi da ospitare, anche all'interno delle aree archeologiche, sia del Comune.

"La direttrice dice che al Circo Massimo bisognerebbe fare solo l'opera o il balletto. Per fortuna non decide lei cosa si fa al Circo Massimo", ha detto Onorato che, a proposito dello show di Travis Scott ha specificato "Un ferito c'è stato ma sta bene e si tratta di un ragazzo che si è fatto male non al Circo Massimo, durante il concerto, ma nell'area archeologica del Colosseo dove è direttrice proprio la dottoressa Russo, che ha generato la polemica. Quindi se forse avesse controllato meglio il suo sito, forse il ragazzo non si sarebbe fatto male".

"Mi ricorda i nostri genitori che trent'anni fa guardano con sospetto i ragazzini che amavano Vasco Rossi", ha aggiunto Onorato. "Mi sembra una polemica surreale e mi fa arrabbiare che 60 mila ragazzi si sono divertiti, sono usciti composti, però i loro salti di gioia hanno magari infastidito qualche VIP annoiato in terrazza mentre mangiava il gelato. Bisogna capire i ragazzi e capire cosa vogliono, mentre noi facciamo polemiche sterili".

Per Onorato, quindi, non ci sono dubbi: i grandi concerti nella Capitale continueranno a tenersi anche al Circo Massimo che, dice, non può rimanere solo musealizzato e merita di mantenere la sua originaria funzione aggregativa che ha anche consentito alla stessa Sovrintendenza di incassare oltre 2 milioni di euro nel solo 2022.