Cure: quel Frankenstein di contrabbasso in "The Love Cats"

La storia bizzarra dietro una delle linee di basso più conosciute e particolari del rock, quella del classico dei Cure, "The Love Cats"

"The Love Cats" è un singolo dei Cure uscito nel 1983, estratto dalla raccolta - dello stesso anno -  JAPANESE WHISPERS. E' il primo singolo della band a guadagnarsi un posto alla Top 10 inglese. Il brano ha una sound nuovo, un brio inedito e diverso che spezza le sonorità dark più torve degli esordi del gruppo. Merito di uno stralunato pianetto swing e - soprattutto - di una linea di basso saltellante ed eccentrica. Ecco la storia.

Quando si parla di basso elettrico nel rock, non è difficile trovarsi a pensare a punk, post punk, new wave come le fasi di questo genere in cui questo strumento è fiorito in maniera particolarmente interessante. Tutto l’impianto di scrittura e arrangiamento dei brani voltava le spalle all’approccio più barocco del progressive rock degli anni 70 ma anche a quello più selvaggio e svolazzante del rock blues; le chitarre diventavano minimali, sperimentavano con gli effetti e questo lasciava spazi enormi alla sezione ritmica: la batteria meno vincolata dall’urgenza di assecondare i riff distorti dei chitarristi, sperimentava su beat che spesso clonavano tiro, essenzialità e linearità delle allora neonate drum machine; oppure, si contaminava tra singhiozzi disco funk o, addirittura, digressioni reggae. Il basso poteva rivendicare spazi totalmente nuovi che si aprivano su approcci molto lontani ma complementari. Quello delle linee in ottavi, monolite e petulanti, suonate a plettro come Adam Clayton negli U2, linee che diventavano la spina dorsale del portamento di questo tipo di Rock; oppure, quello del basso che si fa disinibito e - come aveva mostrato Paul Simonon nei Clash da LONDON CALLING (1979) in poi - si concede a linee più articolate, ammicca al funk, cita il reggae e il dub, gioca con lo slap. John Taylor dei Duran Duran resterà una delle testimonianze più clamorose di questo nuovo bassismo figlio del Punk che si schiudeva nella New Wave.

 Enfant prodige, bassista & produttore

Artefice di questa linea di basso è tale Phil Thornalley eclettico e straordinario musicista, bassista, autore e produttore; una di quelle tante figure che nel Rock, da dietro le quinte e i banchi dei mixer - ha determinato le sorti di band e successi. Phil Thornalley nei primi anni ’80 è un enfant prodige - che poco più che ventenne - ha già prodotto album giganteschi come PORNOGRAPHY (1982) dei Cure o SEVEN AND THE RAGGED TIGER (1983) dei Duran Duran. Thornalley è soprattutto un bassista che, pur conoscendo molto bene la musica, non ha mai inseguito preziosismi da musicista fusion o progressive, concentrandosi unicamente sul suo ruolo di strumento funzionale all’arrangiamento di un pezzo. “Ci sono persone che suonano cose incredibilmente precise e tecniche con suoni meravigliosi. Io non avrei idea di come farlo. Viceversa, io sono capace di suonare quello che serve per un disco o per una canzone. Mi metto al servizio della canzone e - cosa più importante - rispetto il cantante evitando di schiacciargli i piedi con linee di basso che disturberebbero la melodia della voce."

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