Cure, sarà pubblicato il live al Troxy di Londra
La band di Robert Smith ha annunciato la release ufficiale del live realizzato al Troxy di Londra per presentare "Songs Of A Lost World"
I Cure hanno annunciato l'uscita di "Songs Of A Live World", album dal vivo che documenta l'intimo concerto registrato dalla band davanti ai circa 3000 spettatori del Troxy di Londra in occasione della release di "Songs Of A Lost World".
Il nuovo album dei Cure è diventato, nel corso degli ultimi 5 anni, un vero e proprio tarlo per i fan della band inglese che, mese dopo mese, hanno visto scomparire le speranze di ascoltare un lavoro atteso per 16 anni.
Alla fine "Songs Of A Lost World" è uscito davvero, venendo riconosciuto da molti come il miglior disco della band inglese nel nuovo millennio ed ora avrà anche una sua versione dal vivo.
In tempo per Natale, Robert Smith ha deciso di pubblicare l'edizione live del disco per poter raccogliere fondi da devolvere all'organizzazione benefica War Child.
Songs Of a Live World, l'album dal vivo dei Cure
Lo scorso 1 Novembre è stato pubblicato l’acclamatissimo album dei THE CURE “SONGS OF A LOST WORLD”, primo disco di inediti della band in 16 anni e il primo ad avere raggiunto la #1 in UK dal 1992. Durante la serata del giorno di uscita la band ha suonato il disco dal vivo al Troxy di Londra di fronte ad un pubblico di 3000 fan, con oltre un milione di persone connesse alla live stream globale.
L’emozionante show titolato “SONGS OF A LIVE WORLD : TROXY LONDON MMXXIV” sarà pubblicato il 13 Dicembre e il ricavato verrà devoluto a favore di War Child .
Il live sarà disponibile in CD, LP nero e musicassetta nera. Disponibile anche la versione con album originale e album live in 2CD, 2LP e 2 musicassette.
Tutte le versioni sono pre-ordinabili sullo shop ufficiale di Universal Music Italia e saranno spedite dal 13 Dicembre 2024 ad eccezione del vinile e doppio vinile, disponibili dal 14 Febbraio 2025.
La recensione di Songs Of a Lost World dei Cure
Del nuovo album dei Cure si è parlato per molto tempo un disco che, come spiegato nella lunga intervista condivisa da Robert Smith con pubblico e media, è sembrato più volte sul punto di venire sviluppato ma, a più riprese, ha visto ogni volta qualcosa di nuovo interrompere il processo.
A differenza di come avvenuto in alcune fasi della carriera, spiega Smith, il disco nasce dopo aver lavorato su delle demo scritte e realizzate esclusivamente da lui, dando vita ad un lavoro più coeso come quello dei dischi ai quali Songs Of A Lost World guarda maggiormente, ovvero Disintegration, Pornography e Bloodflowers.
A dettare la strada è stata Alone, traccia di apertura del singolo e anche la prima pubblicata dai Cure perché, come dice Smith, tutto ciò di cui ha bisogno è un'apertura e una chiusura del disco. Quello che accade nel mezzo si scrive poi da sé.
La genesi di questa traccia è radicata in un poema di Ernest Dowson, Dregs, che Smith ha riscoperto e adattato come fonte d’ispirazione per i testi.
Altri brani come Endsong esplorano il concetto del passare del tempo e il confronto con la propria mortalità, elementi che richiamano i fan al suono più classico dei The Cure.
Ci sono i temi della solitudine, dell'abbandono, della morte - da quando i Cure hanno pubblicato il precedente "4:13 Dream" il cantante ha perso nel giro di pochi anni entrambi i genitori e il fratello maggiore - e una roughness che rassicura e spiazza allo stesso tempo.
E' un disco a tinte fosche, un disco spettrale come quello dei migliori Cure, sicuramente la cosa migliore mai prodotta dalla band dai tempi di "Bloodflowers" del 2000, con il quale "Songs Of A Lost World" condivide quella malinconia devastante che sorregge la notte di Robert Smith.
Chitarre roboanti sembrano volteggiare su synth senza speranza e ritmi claustrofobici ma è la voce di Robert Smith a squarciare il velo, ad offrire il cuore in un contesto a volte robotico.
Songs Of A Lost World è come un grande lago nero, con un fondale impossibile da scrutare e una serenità che non lascia promettere niente di buono ma che non si può cambiare, esattamente come Robert Smith e i suoi Cure che, dopo quasi 50 anni di carriera, riescono ancora ad essere sempre, irrimediabilmente loro stessi.