13 luglio 2023

Damon Albarn: "Arctic Monkeys sono l'ultima grande guitar band"

Il leader dei Blur parla del ritorno delle chitarre: "Era ora. Dopo gli Arctic Monkeys nessuno è stato in grado di fare qualcosa di così buono"

E' stata pubblicata la puntata con Damon Albarn di Broken Record, il podcast ideato da Rick Rubin con Malcolm Gladwell, Bruce Headlam e Justin Richmond.

Nel corso dell'episodio, l'artista inglese racconta alla producer Leah Rose la genesi del nuovo disco dei Blur ma anche il suo parere sulla musica di oggi e i progetti futuri.

Albarn si dice felice del ritorno della guitar music, nella speranza che qualcuno possa seguire le orme di quella che considera l'ultima, grande band del genere: gli Arctic Monkeys. 

A ridosso dei trionfali show allo stadio di Wembley della scorsa settimana, i Blur hanno pubblicato St.Charles Square, seconda anticipazione - dopo The Narcissist - del nuovo album The Ballad Of Darren in uscita a fine mese.

I Blur saranno poi dal vivo in Italia per una sola data il prossimo 22 luglio al Lucca Summer Festival.



L'ultima, grande guitar band

Parlando della genesi del nuovo album dei Blur "The Ballad Of Darren", Albarn ha spiegato di aver fatto ascoltare le demo agli altri e aver registrato il disco quando le date di Wembley erano già fuori, creando una situazione come quella dei Beatles con Get Back/Let It Be.

Legandosi ai Fab Four, il leader dei Blur ha affrontato il fascino che le band hanno rispetto agli artisti solisti: "Il pubblico sa che i singoli membri sono cresciuti insieme, condividendo un credo e una passione comune da quando erano ragazzi. E per questo credo sia importante che esistano ancora delle band".

Il discorso si è poi spostato sulla scena attuale: "Mi sembra di vedere un nuovo fermento nella musica fatta con le chitarre e credo sia fantastico. Era diventato tutto molto sterile e, personalmente, l'ultima, grande guitar band credo siano stati gli Arctic Monkeys. Non so davvero se dopo di loro sia uscito qualcuno di così bravo ma ora vedo artisti che hanno del potenziale. La guitar music si è smantellata e ora sta rimettendo insieme i pezzi in una nuova forma, sta mutando i geni".

Ma quali sono i nuovi artisti amati da Albarn?: "C'è una band che mi piace molto, si chiama Wu-Lu e poi un'altra band di cui non ricordo il nome, li ho scoperti da qualche parte nella campagna americana", ha detto il frontman dei Blur che poi guarda anche in casa. "Ci sono band come i Yard Act che mi sembra migliorino giorno dopo giorno e poi, ovviamente, anche se non sono nuovi ma li vedo come una band sempre emergente, i fantastici Sleaford Mods. Ci sono un sacco di grandi linguaggi che vengono usati di nuovo, non quella roba rock generica, la odio. Mi piacciono i poeti con le chitarre".


Damon Albarn: "Arctic Monkeys sono l'ultima grande guitar band"

I progetti futuri di Damon Albarn e il Flauto Magico Parte II

Damon Albarn, si sa, è uno che davvero non riesce a starsene con le mani in mano. Negli anni lontano dai Blur ha fatto qualsiasi cosa in ambito musicale, creando mille progetti, dal successo con i Gorillaz ai suoi lavori da solista, così come The Good, The Bad & The Queen e Mali Music.

Parlando dei suoi progetti futuri, Albarn ha rivelato di essere attualmente impegnato in qualcosa di decisamente particolare ma che dimostra la vastità del suo talento: un'opera teatrale.

"Ho fatto qualche pezzo per i Gorillaz ma, al momento, sto lavorando ad un'opera utilizzando i frammenti del 'Flauto Magico Parte II' scritto da Goethe ed è affascinante. Hai mai sentito parlare del Flauto Magico di Mozart? Goethe, che era suo contemporaneo, aveva scritto il sequel ma non lo ha mai musicato. E' questa cosa perduta e leggendaria".

L'opera in due atti originale di Mozart del 1791 si basava su un libretto del tedesco Emanuel Schikaneder. Goethe scrisse 'Il Flauto Magico Parte II', sequel ideale dell'opera di Mozart, nel 1807 senza mai aggiungere la musica.

A proposito del futuro dei Gorillaz, che pochi mesi fa hanno pubblicato il nuovo album "Cracker Island", Albarn ha aggiunto: "Ci sarà un cambiamento ma non sarà così drammatico come un cambiamento quantico. Sarà più un cambio di paradigma, qualcosa di molto diverso".



The Ballad Of Darren

Si chiamerà "The Ballad Of Darren" il nono album dei Blur che sarà disponibile dal 21 luglio via Parlophone, esattamente un giorno prima della data italiana al Lucca Summer Festival.

L'album arriva a distanza di 8 anni dal precedente "The Magic Whip" che, a sua volta, fu il primo disco dei Blur in 12 anni.

"The Ballad Of Darren" è stato prodotto da James Ford (Arctic Monkeys, Foals, Depeche Mode" e registrato allo Studio 13, in Inghilterra.

A proposito delle registrazioni, i Blur hanno detto che per la band è stato come fare un bilancio della relazione tra i quattro membri.

Damon Albarn ha descritto il nuovo album come una "scossa di assestamento", un disco carico di "riflessioni e commenti su dove ci troviamo ora".

"Più invecchiamo e diventiamo pazzi, più diventa essenziale che ciò che suoniamo sia carico delle giuste emozioni e intenzioni. A volte non basta solo un riff", ha aggiunto il chitarrista Graham Coxon.

Secondo il bassista Alex James, "Perché qualsiasi relazione a lungo termine possa durare, c'è bisogno di sorprendere l'altro con ogni mezzo e, in qualche modo, continuiamo a farlo".

"Ci sembra sempre naturale fare musica insieme. Ogni volta che facciamo un disco, il processo rivela qualcosa di nuovo e ci consente di crescere come band. Non è qualcosa che prendiamo per scontato", conclude il batterista Dave Rowntree.

L'immagine di copertina dell'album ritrae il lido di Gourock nel Renfrewshire in una foto scattata dal fotografo inglese Martin Parr.

Parlando dell'incontro in studio tra i quattro per le registrazioni del disco, Damon Albarn ha detto a Zane Lowe: "Quando ho finito le demo e ho sentito di avere qualcosa di cui essere intusiasta ho portato tutti in studio a gennaio di quest'anno e gli ho detto 'Bene, questo è quello che ho, scegliete quello che preferite e partiamo da lì'. All'inizio, a dire la verità, volevo che non ci fosse nessuno, a parte Graham, per cominciare. Ma gli altri mi hanno chiesto di poter essere presenti ed è stato così".

"A dire la verità penso sia stata la cosa migliore. Si trattava di un mio problema di lavorare con così tante persone insieme in studio, perché sono abituato a fare tutto da solo", ha aggiunto Damon. "La ricompensa di suonare insieme ad altre persone in studio è quello che riconosco essere forse la più grande. Ovvero la spontaneità. Suono con loro da quando ero solo un ragazzino, quindi essere capaci di tracciare questo folle viaggio da quando eravamo dei teenager a dei quasi sessantenni...è strano e bellissimo allo stesso tempo".