11 luglio 2025

Damon Albarn: "Sono gli Oasis i vincitori"

All'alba degli show degli Oasis a Manchester per il tour della reunion, il 'rivale' dei Blur si complimenta con i Gallagher e ammette la sconfitta nella battaglia del Briptop

Nella settimana in cui gli Oasis tornano a casa con gli homecoming show ad Heaton Park di Manchester, Damon Albarn ammette candidamente che la band dei fratelli Gallagher ha vinto la guerra della band.

Con una rivalità montata in gran parte dalla stampa e incentrata su una totale contrapposizione dal punto di vista estetico, di sound e - soprattutto - di stile ed estrazione sociale, i Blur e gli Oasis hanno dato vita a quelli che è forse stato lo scontro più memorabile nella musica inglese dal tempo dei Beatles contro gli Stones.

E nel turbinio di media che era la cool britannia anche i diretti interessati parteciparono alla bagarre sguazzandoci alla grande e, a volte, in maniera esagerata come il famoso 'augurio' di Noel a Damon Albarn di contrarre l'AIDS.

Il culmine, almeno da un punto di vista discografico, si raggiunse quando la Food Records, etichetta dei Blur, spostò la data di uscita del singolo Country House per arrivare sugli scaffali insieme a Roll With It degli Oasis.

Una provocazione che sulla breve distanza si rivelò vittoriosa - il singolo dei Blur vendette più copie - ma che finì per risultare irrisoria all'uscita dei rispettivi album con la sonora batosta inferta da "(What's The Story) Morning Glory?" degli Oasis a "The Great Escape".


Damon Albarn: "Sono gli Oasis i vincitori"
PHOTO CREDIT: Christopher Victorio/Shutterstock

L'ammissione di Damon

Damon Albarn, che nel frattempo ha però ricucito i rapporti con la band di Manchester, tanto da collaborare con Noel Gallagher su un brano dei Gorillaz, ha recentemente ammesso la sconfitta.

In una nuova intervista con The Sun, l'artista inglese che è passato pochi giorni fa a Roma con il suo progetto Africa Express, ha commentato la reunion degli Oasis.

Damon si è congratulato con i fratelli Gallagher per le dimensioni del tour, dicendosi ammirato dal loro coraggio nel voler affrontare un'emozione del genere, memore delle due date fatte due anni fa dai Blur a Wembley in occasione del ritorno con l'album "The Ballad Of Darren".

"La cosa divertente è che le nostre due serate a Wembley saranno ridicolizzate dalle loro sette", ha detto ammettendo che la battaglia del Britpop è stata vinta dai Gallagher. "Beh, direi che era ovvio, no? Penso che possiamo ufficialmente dire che gli Oasis abbiano vinto la battaglia, la guerra, la campagna, qualsiasi cosa. Sono i vincitori, si sono presi il primo posto e, davanti ad un'evidenza così schiacciante, sono felice di accettare la sconfitta".



"Ho ucciso Damon la popstar tanti anni fa"

Parlando delle tantissime date degli Oasis già annunciate e andate sold out in un battibaleno (con la speranza di un tour europeo nel 2026 da parte dei fan), Damon ha sottolineato come sia giusto ribattezzare quella di quest'anno come l'estate degli Oasis. "Dio li benedica. Spero che tutti si divertano ai loro show ma io sarò in un posto molto, molto diverso".

Ricordando le forti emozioni provate dai Blur in occasione degli show di Wembley, Damon ha poi voluto mettere in guardia i Gallagher dalla portata travolgente delle stesse.

"Io non sarei in grado di fare tutti quegli show perché dovrei gestire quella stessa emozione decisamente troppe volte. Sono molto coraggiosi a farlo e spero che valga la pena perché, alla fine, non è solo un discorso di soldi", ha detto.

Ma Damon si trova in un momento della sua vita e della sua carriera che non baratterebbe mai con l'epoca d'oro del Britpop: "Non scherzo quando dico che oggi mi trovo in un'età più gioiosa e innocente. Ok la nostalgia ma cerco di starne alla larga il più possibile perché finisci per perderti dentro. Ho ucciso Damon la popstar molti anni fa, in modo gentile. Semplicemente non sono più interessato ad essere sempre al centro dell'attenzione, quella è solo una parte di me che tiro fuori quando è necessario. Un progetto come Africa Express mi permette di diventare uno di tanti.