David Gilmour 'sogna' di poter finalmente vendere il catalogo dei Pink Floyd.
A pochi giorni dall'uscita del suo album solista "Luck And Strange", il chitarrista della leggendaria band psichedelica è tornato sulle voci di una possibile cessione del catalogo relativo a tutta la discografia dei Pink Floyd.
Nel 2022 si era parlato di una possibile cessione dei diritti sulla musica dei Pink Floyd e di una trattativa avviata per una cifra che si aggirava intorno al mezzo miliardo di dollari ma, da allora, non c'è più stata alcuna notizia concreta.
Lo stallo è facilmente attribuibile alle tensioni interne tra Waters e Gilmour, i principali compositori della band e alla difficoltà di mettere d'accordo tutte le parti su un'operazione di tale portata.
Gilmour e il sogno sul catalogo dei Pink Floyd
Cedere il catalogo dei Pink Floyd? Per David Gilmour si tratterebbe di un 'sogno', come dichiarato dal diretto interessato all'edizione USA di Rolling Stone.
Intervistato in occasione dell'uscita del suo album solista "Luck And Strange", fuori il 6 settembre, Gilmour ha parlato delle voci di una possibile cessione dei diritti sulla musica dei Pink Floyd.
"Liberarmi del processo decisionale e delle discussioni che derivano dal fatto di avere in mano il nostro catalogo, beh, sarebbe un sogno per me. Se le cose stessero diversamente...", ha detto Gilmour, riferendosi chiaramente alle tensioni tra lui e Waters. "Non è nemmeno una questione di soldi. Sono solo interessato a venire fuori da quel bagno di fango che da qualche tempo significa gestire questa cosa".
Le tensioni interne ai Pink Floyd sono cosa nota con i continui scontri tra Gilmour e Waters, unici superstiti della band oltre al batterista Nick Mason, e con una incomunicabilità apparentemente invalicabile.
Inutili i tentativi di mettere insieme le parti, di far sedere al tavolo i Pink Floyd e i rispettivi rappresentanti per cercare di redimere questioni come l'accesso di Waters ai social della band, figurarsi venire a capo di un'operazione così importante, sia dal punto di vista economico che simbolico.
Il processo decisionale interno alla band, spiega Gilmour, prevede che basti il veto di una sola persona per fermare tutto e il problema non è avere tre sì, quanto piuttosto evitare che qualcuno si opponga. E sappiamo tutti di chi sta parlando quando racconta di qualcuno che mette il veto all'operazione del catalogo. "Funziona con un sistema a veto, non a maggioranza. Abbiamo i tre sì ma poi c'è qualcuno che dice di no".