09 maggio 2024, ore 12:24, agg. alle 14:38
Tra le pieghe della musica bellissima di Benson Boone; un viaggio - guidato dalla voce - tra stili e atmosfere differenti che celebrano leggende del rock.
Ci siamo divertiti a guardare al microscopio la musica di Benson Boone. Influenze, stile, passione e suono. A leggere tra le righe di due tra i successi più clamorosi del momento “Beautiful Things” e “Slow It Down” che sono - anche e soprattutto - due gioielli di scrittura e produzione rock.
Da autentici appassionati di rock non possiamo che volere bene a Benson Boone. Un artista giovane capace di scrive musica che raccoglie consenso e popolarità enormi, celebrando al contempo il suono e l’ispirazione della migliore tradizione rock. I suoi successi “Beautiful Things” e “Slow It Down” (FIREWORKS & ROLLERBLADES, 2024), entrambe canzoni che gravitano e hanno gravitato nella nostra Top 20, testimoniano perfettamente questo approccio di Boone alla scrittura e produzione della sua musica. L’attualità della pronuncia rock di Benson Boone non vive nella contaminazione con generi diversi o, per esempio, nell’utilizzo dell’elettronica ma nel declinare in maniera fresca e moderna il suono delle leggende del rock a cui si ispira: Freddy Mercury e i Queen, Billy Joel, Stevie Wonder ma anche Aretha Franklin o Elvis Presley. Questo il segreto di Benson Boone per riunisce a farci arrivare e sentire - confortevole come un classico - la musica nuovissima che scrive. Perché, di tutti gli artisti appena menzionati, Benson Boone dice di ammirare e ispirarsi alla loro capacità di costruire le canzoni attorno alla voce, di lasciare che sia la melodia del cantato a guidare il pezzo e il suo arrangiamento.
Benson Boone arriverà per la prima volta in Italia con il suo show da headliner al Ferrara Summer Festival il prossimo 20 giugno 2024.
Radiofreccia è la radio partner dell'evento.
I biglietti sono già disponibili su MC2Live.it e Vivaticket.com.
“Slow It Down”
Ed è esattamente quello che succede in “Slow It Down”. La scrittura della parte vocale è talmente efficace, l’interpretazione talmente appassionata che nemmeno ci accordiamo di quanti paesaggi sonori e accostamenti stilistici ci sono in questa canzone. Il pezzo parte con un’essenzialità disarmante: è una ballad con solo la voce di Boone, sorretta da un delicato pianoforte, lo strumento a lui più vicino, che lui stesso suona. Una prova di forza, di espressività e dinamica vocale che pochi possono concedersi, un omaggio autorevole e nemmeno troppo velato ai cantanti menzionati prima, Freddy Mercury su tutti. Così come, è un delizioso richiamo ai Queen il cambio improvviso d’atmosfera del pezzo: a un minuto, la struggente preghiera soul della strofa diventa una briosa marcetta pop, che strizza l’occhio ai Beatles con un piano elettrico dispettoso, allegro e saltellante, che zittisce il pianoforte mentre la voce di Boone si alza e gigioneggia. Poi, in un attimo, entrano batteria e basso ed eccolo, arriva il rock! Il portamento dritto e sicuro del groove della sezione ritmica, in un baleno accende un’esplosione di chitarre elettriche distorte. E della appassionata e malinconica ballad acustica iniziale, oramai non resta nulla: il ritornello diventa un inno rock epico, da far invidia ai Coldplay con le chitarre elettriche che ci danno dentro e martellano. Un arrangiamento perfetto perché la vivacità degli accostamenti musicali accompagna il panorama emotivo, il tumulto passionale raccontato nel testo. E proprio riguardo allo sviluppo così animato dell’arrangiamento di “Slow It Down” Benson Boon ha dichiarato: “Trovo sia incredibile misurarsi con della canzoni che cambiano così drasticamente da come iniziano a come finiscono. Infatti, molte delle canzoni che ho scritto negli ultimi mesi hanno questa caratteristica: ci sono cambi di tempo, cambia il suono della produzione e lo stile. Ci sono pause, ripartenze, rallentamenti…”