Disintegration, il viaggio dei Cure nelle paure di Robert Smith
Il 2 maggio del 1989 Robert Smith entrava in 'modalità silenziosa' per affrontare le ansie e le paure attraverso uno dei dischi più importanti dei Cure
Il 2 maggio del 1989 i Cure pubblicavano quello che viene considerato in maniera unanime - insieme a Pornography - uno degli album più importanti della band di Robert Smith: Disintegration.
Dopo le divagazioni luminose del precedente "Kiss Me, Kiss Me, Kiss Me", la formazione inglese torna alle atmosfere goth per le quali passerà alla storia e mette insieme una gemma di introspezione che nasce anche dal peso che il successo mise sulle spalle di Smith.
Il leader dei Cure era sempre più fragile e vittima tanto delle droghe che delle sue auto-imposizioni, come l'aspettativa di realizzare un disco capolavoro prima di compiere gli imminenti 30 anni.
Arrivati all'ottavo album in studio, la formazione inglese si trovò a guardarsi dentro nuovamente con quella nostalgia e quella oscurità che aveva caratterizzato i primi lavori, riuscendo a portare la loro produzione in un territorio più maturo che in passato.
L'intensità di Disintegration
Dopo il successo commerciale di Kiss Me, Kiss Me, Kiss Me (1987), Robert Smith si trovò a riflettere sulla direzione artistica della band. Avvicinandosi ai trent'anni, temeva di perdere l'intensità emotiva che aveva contraddistinto i suoi lavori precedenti. Questa introspezione lo spinse a creare un album più personale e profondo, allontanandosi dalle sonorità pop per abbracciare atmosfere più cupe e meditative.
Le sessioni di registrazione si svolsero presso gli Hookend Recording Studios nell'Oxfordshire, con la co-produzione di David M. Allen.
Durante questo periodo, la band affrontò tensioni interne, culminate con l'allontanamento del membro fondatore Lol Tolhurst a causa di problemi legati all'alcol.
Presente comunque nei crediti del disco, Tolhurst fu tra i principali autori di Homesick ma praticamente incapace di suonare per la gran parte delle sessioni e, durante la fase di missaggio ai RAK Studios di Londra, venne allontanato dalla band.
Al suo posto Roger O'Donnell, già coinvolto nelle tournée precedenti, divenne il tastierista ufficiale.
Le tensioni durante le registrazioni
Smith iniziò a scrivere il materiale per Disintegration in solitudine, influenzato dalla sua crescente depressione e dall'uso di LSD. La band si riunì successivamente a casa del batterista Boris Williams, dove ciascun membro presentò i propri demo. Insieme, registrarono 32 brani, di cui 12 furono selezionati per l'album finale.
Durante le sessioni in studio, Smith adottò un comportamento distaccato, entrando in quello che descrisse come uno dei suoi "non talking mode", desiderando un ambiente leggermente sgradevole per favorire la creatività. Nonostante l'atmosfera cupa dell'album, il tastierista Roger O'Donnell ha ricordato che le sessioni erano spesso caratterizzate da momenti di leggerezza e umorismo.
L'approccio di Smith al sound dell'album prevedeva la stratificazione di texture atmosferiche attraverso una combinazione di chitarre, sintetizzatori ed effetti. Utilizzava spesso un Fender Bass VI, suonandolo come una chitarra per ottenere una timbro particolare. L'uso di sintetizzatori come il Solina String Ensemble e la serie Roland JX contribuiva a rendere ancora più ricchi i paesaggi sonori dell'album.

La 'modalità silenziosa' di Robert Smith
Ma in cosa consisteva questa modalità silenziosa imposta da Robert Smith?
Il leader dei Cure decise, sostanzialmente deliberatamente un atteggiamento silenzioso e riservato, scegliendo di comunicare il meno possibile con i suoi compagni di band e la troupe di produzione. Questo non era dovuto a ostilità o divergenze creative, ma a una consapevole decisione psicologica.
Smith sentiva che per trasmettere accuratamente la profonda malinconia, il distacco emotivo e il peso esistenziale di Disintegration, avesse bisogno di immergersi nell'isolamento. Credeva che troppe battute, troppe rassicurazioni o i tipici scherzi da studio avrebbero diluito l'oscura essenza emotiva che voleva infondere nella musica.
Questa "modalità silenziosa" faceva parte dell'approccio più ampio di Robert Smith a Disintegration, inteso come esorcismo personale – un modo per affrontare la sua paura dell'età adulta, dell'irrilevanza e del crollo emotivo. Contribuiva direttamente all'atmosfera dell'album: malinconica, lenta, sontuosa e dolorosamente introspettiva.
Affrontare se stessi attraverso l'intensità
L'apprensione di Smith per il suo trentesimo compleanno è stata il catalizzatore per la concezione dell'album. Il frontman dei Cure ha dichiarato di aver sperimentato una "sensazione di sgretolamento" da cui non riusciva a liberarsi, che ha portato a un'ondata di creatività lirica nell'arco di due mesi.
Il passare del tempo, i ricordi e il peso derivato dalla paranoia e dalle ansie di Smith sono tra i temi portanti del disco che si apre con l'oscurità di Plainsong e la nostalgia dovuta dall'aver bruciato per errore le foto di sua moglie Mary Poole in Pictures Of You.
E sempre Mary è al centro di uno dei pochi episodi meno cupi del disco, quel piccolo capolavoro che è Lovesong, scritta da Smith come regalo di matrimonio per sua moglie ed inserita nell'album per bilanciare con la sua potenza affettiva il tono delle altre tracce.
Come il tempo che, ancora una volta, sembra braccare Smith in Closedown, nel quale si dice di essere arrivato alla fine o Lullaby che - grazie anche all'iconico video diretto da Tim Pope - mette nero su nero le paure e le battaglie personali di Smith.
Smith mirava a conferire a Disintegration un'intensità unitaria, omettendo deliberatamente elementi più leggeri per mantenerne l'atmosfera cupa.
Credeva che creare un disco così carico di emozioni avrebbe rappresentato un'esperienza catartica, permettendogli di affrontare ed elaborare il suo tumulto interiore.
Il successo di Disintegration
Quando Disintegration uscì nel 1989, fu un vero punto di svolta per i Cure. L’album non fu solo amato dalla critica, ma anche un grande successo commerciale: arrivò al numero 3 in classifica nel Regno Unito e al numero 12 negli Stati Uniti, vendendo più di 3 milioni di copie in tutto il mondo.
Solo negli USA ottenne il doppio disco di platino. Canzoni come Lovesong (che arrivò al numero 2 della classifica Billboard!) permisero alla band di raggiungere un pubblico molto più ampio rispetto al passato.
La critica lo elogiò come il lavoro più completo e potente emotivamente della band. Negli anni è finito in tantissime classifiche dei "migliori album di sempre", da Rolling Stone a Pitchfork. Ma al di là delle classifiche, la vera eredità di Disintegration sta nella sua influenza: gruppi come Interpol o Smashing Pumpkins, e interi generi come il gothic rock o il dream pop, gli devono moltissimo. Ancora oggi, il suo sound malinconico e avvolgente continua a colpire.