02 maggio 2025, ore 12:50, agg. alle 13:19
Il 2 maggio del 1989 Robert Smith entrava in 'modalità silenziosa' per affrontare le ansie e le paure attraverso uno dei dischi più importanti dei Cure
Il 2 maggio del 1989 i Cure pubblicavano quello che viene considerato in maniera unanime - insieme a Pornography - uno degli album più importanti della band di Robert Smith: Disintegration.
Dopo le divagazioni luminose del precedente "Kiss Me, Kiss Me, Kiss Me", la formazione inglese torna alle atmosfere goth per le quali passerà alla storia e mette insieme una gemma di introspezione che nasce anche dal peso che il successo mise sulle spalle di Smith.
Il leader dei Cure era sempre più fragile e vittima tanto delle droghe che delle sue auto-imposizioni, come l'aspettativa di realizzare un disco capolavoro prima di compiere gli imminenti 30 anni.
Arrivati all'ottavo album in studio, la formazione inglese si trovò a guardarsi dentro nuovamente con quella nostalgia e quella oscurità che aveva caratterizzato i primi lavori, riuscendo a portare la loro produzione in un territorio più maturo che in passato.

La 'modalità silenziosa' di Robert Smith
Ma in cosa consisteva questa modalità silenziosa imposta da Robert Smith?
Il leader dei Cure decise, sostanzialmente deliberatamente un atteggiamento silenzioso e riservato, scegliendo di comunicare il meno possibile con i suoi compagni di band e la troupe di produzione. Questo non era dovuto a ostilità o divergenze creative, ma a una consapevole decisione psicologica.
Smith sentiva che per trasmettere accuratamente la profonda malinconia, il distacco emotivo e il peso esistenziale di Disintegration, avesse bisogno di immergersi nell'isolamento. Credeva che troppe battute, troppe rassicurazioni o i tipici scherzi da studio avrebbero diluito l'oscura essenza emotiva che voleva infondere nella musica.
Questa "modalità silenziosa" faceva parte dell'approccio più ampio di Robert Smith a Disintegration, inteso come esorcismo personale – un modo per affrontare la sua paura dell'età adulta, dell'irrilevanza e del crollo emotivo. Contribuiva direttamente all'atmosfera dell'album: malinconica, lenta, sontuosa e dolorosamente introspettiva.