07 aprile 2025

Disturbed, tra improvvisazione e vecchia scuola: ecco “I Will Not Break”

Con “I Will Not Break”, i Disturbed riaccendono lo spirito di “Down With The Sickness”: un ritorno istintivo alla libertà e all’energia degli esordi.

“I Will Not Break”, nuovo singolo dei Disturbed attualmente in rotazione nella nostra Top 20, è una vera e propria dichiarazione d’identità della band. Lo sottolinea Dan Donegan, chitarrista e fondatore del gruppo, spiegando come questo brano dimostri che, anche dopo 25 anni, i Disturbed siano ancora profondamente legati tanto al suono aggressivo delle loro radici metal quanto a un approccio creativo libero, ispirato, tipico di una band che semplicemente si diverte a fare musica suonando insieme.

Proprio come accadde con il loro esordio folgorante “Down With The Sickness”, anche questo nuovo pezzo è nato così: suonando, jammando, improvvisando riff di chitarra e groove di batteria con lo stesso entusiasmo di una band di ragazzini, lasciandosi trascinare dall’energia collettiva senza seguire mode, né preoccuparsi di confezionare un brano con una struttura predefinita da “singolo” pensato per piacere al mercato discografico o assecondare le esigenze radiofoniche. 

Disturbed, tra improvvisazione e vecchia scuola: ecco “I Will Not Break”

Quattro metallari

Dopo un periodo di relativa quiete discografica, "I Will Not Break" è il primo assaggio del prossimo album in studio dei Disturbed. L’uscita del brano arriva in parallelo all’intensa attività live della band, impegnata in un tour celebrativo per il 25° anniversario dell’album d’esordio THE SICKNESS (2000), disco di straordinario successo con cui i Disturbed hanno portato una ventata di novità nel metal americano, realizzando una sintesi eccitante di tutto ciò che, a cavallo tra fine anni ’90 e inizio 2000, stava rendendo il rock più duro particolarmente elettrizzante. Le distorsioni estreme e l’approccio ritmico dark e cavernoso della nascente scena nu metal aggiungevano nuovi colori al linguaggio di quattro metallari cresciuti a pane Metallica, Judas Priest, Pantera e Iron Maiden. Allo stesso tempo, le influenze rap ed elettroniche mutuate dal crossover si aprivano a scenari di scrittura più melodici, grazie a una naturale vocazione per l’alternative rock che da sempre caratterizza l’identità dei Disturbed. E con "I Will Not Break", i Disturbed tornano a evocare quello stesso spirito e quella stessa energia, costruendo un brano che celebra la loro identità più autentica: una band capace di restare fedele alla vecchia scuola del metal, ma sempre aperta alle sue evoluzioni più melodiche, alternative e nu metal. Un’operazione che, grazie alla produzione fresca e dinamica di Drew Fulk (conosciuto anche come WZRD BLD), evita qualsiasi effetto nostalgia, restituendo una fotografia attuale e lucidissima della potenza sonora della band. L’intreccio tra i riff scavati e distorti di Dan Donegan e la batteria incalzante di Mike Wengren è uno degli elementi più travolgenti del brano, una spirale di groove metal tiratissimo e perfettamente bilanciato. È stato proprio Donegan a raccontare che l’ispirazione per la canzone è nata da un momento di creatività spontanea, durante le sessioni in studio a Los Angeles nell’autunno del 2024, in un clima di totale libertà espressiva. L’idea è sbocciata senza nemmeno la presenza iniziale del cantante David Draiman, e proprio questa assenza ha favorito un approccio ancora più libero, basato su una lunga e fluida improvvisazione strumentale.


Libertà artistica

Donegan, immerso nei ricordi del passato mentre preparava il materiale per il tour celebrativo, racconta: «Stavo rovistando negli archivi, tra vecchi memorabilia e cassette demo risalenti alla fine degli anni ’90. Ai tempi in cui David entrò nella band, registravamo le prove con un registratore a cassette piazzato in fondo alla stanza, catturando versioni rozze ma autentiche delle nostre improvvisazioni». Quelle registrazioni lo hanno riportato in uno stato mentale affine agli esordi, ispirandolo a recuperare un riff del 1998 da un vecchio demo e a reinserirlo nel lavoro attuale. «È una cosa che faccio spesso: infilare vecchie idee per vedere se qualcuno se le ricorda. Anche se il riff di "I Will Not Break" è inedito, lo spirito con cui l’ho scritto è lo stesso di quegli anni. E volevamo risvegliare proprio quel tipo di reazione anche in David». Il risultato è una traccia che va contro le convenzioni radiofoniche attuali: niente voce subito in primo piano, ma una sezione strumentale estesa, potente e volutamente “non commerciale”. Donegan ha dichiarato che non si sono posti il problema di realizzare un brano “da singolo”, ma si sono limitati a seguire l’istinto. Un atteggiamento reso possibile anche dalla storia della band: sin dall’exploit di “Down With The Sickness”, i Disturbed si sono guadagnati la fiducia della loro etichetta, che ha permesso loro grande libertà artistica.

Ooh-wah-ah-ah-ah!

Come detto, questa libertà creativa, questo istinto di suonare e lasciarsi guidare dall’energia del momento, non è una novità per i Disturbed. È una costante che attraversa tutta la loro storia. Non a caso, proprio in concomitanza con la promozione di "I Will Not Break", Dan Donegan ha ricordato come anche il loro primo, gigantesco successo, “Down With the Sickness”, sia nato da una semplice improvvisazione: lui che si intestardiva divertendosi su un riff di chitarra, mentre il batterista lo assecondava con un pattern quasi tribale. «Eravamo in sala prove, ci stavamo solo riscaldando; Mikey faceva questo ritmo tribale, non era niente di pensato, solo un warm-up. Gli ho detto: “Continua così un attimo”, ho improvvisato un riff e abbiamo iniziato a svilupparlo. Poi c’è stato un momento di pausa, dopo la batteria e il primo riff, e dal nulla David ha fatto quel celebre “Ooh-wah-ah-ah-ah!”». «Ci siamo guardati come per dire: “Ma che diavolo è stato?!” È stato puro istinto, una reazione naturale a quel groove tribale e al riff. Ci ha davvero spiazzati.» Donegan continua: «Ricordo che pensai fosse una via di mezzo tra Steven Tyler e Jonathan Davis dei Korn, una specie di improvvisazione alla Aerosmith con un tocco nu-metal. Inizialmente credevamo che David avrebbe trasformato quello scat in parole, ma è rimasto così. Era troppo potente, e al pubblico piaceva. Quindi l’abbiamo tenuto.» Il resto, come si dice, è storia.