08 settembre 2022

E' morta la Regina Elisabetta II, bersaglio del rock

E' morta a 96 anni la Regina Elisabetta II. Sua Maestà si è spenta dopo un regno di 70 anni da icona in cui è spesso stata bersaglio delle rockstar

A 96 anni è morta la Regina Elisabetta II, una figura iconica che ha rappresentato la quintessenza della britannicità

 Le condizioni della sovrana hanno allarmato tutta la famiglia reale che è accorsa nella residenza scozzese di Balmoral.

Lo stato di salute della Regina Elisabetta è precipitato nelle scorse ore dopo che negli ultimi giorni, aveva rinunciato a dei meeting virtuali ed era apparsa molto fragile durante la cerimonia per il passaggio di consegne tra l'ex premier britannico Boris Johnson e Liz Truss.

Al di là delle questioni squisitamente politiche, durante il suo lungo periodo da regnante Elisabetta II ha saputo ritagliarsi un ruolo da vera icona pop. 70 anni di regno che hanno fatto della Regina un esempio di longevità apparentemente impossibile da battere, una sorta di Keith Richards con meno droga.

Morta la Regina Elisabetta II, bersaglio del rock

Per oltre 70 anni alla guida del Regno Unito, la Regina Elisabetta è stata qualcosa di più di un semplice leader politico, una figura che durante il suo regno ha per forza di cose incarnato i sogni e le delusioni dei suoi sudditi, accompagnando anche l'immaginario della musica made in UK.

Il pop e il rock sono nati per essere quanto di più lontano possibile da Her Majesty ma Elisabetta ha dovuto tener conto di fenomeni sociali che hanno contribuito a portare un clima (e un business) nuovo nel paese: i Beatles ad esempio.

Già con i Fab 4 il rapporto tra la Regina Elisabetta e il genere si sviluppò in territori controversi. I Beatles furono invitati nel 1963 ad uno show di beneficenza che si teneva ogni anni a Buckingham Palace, una mossa che diede il 'la per una delle più celebri battute di John Lennon che, rivolto alla platea, disse:"Chi è nei posti più economici può battere le mani. Gli altri possono limitarsi a far tintinnare i gioielli". Gli aneddoti sulla band diventata simbolo del Regno Unito quasi quanto la regina stessa si sprecano, come la storia dell'erba fumata nei bagni di Buckingham Palace il giorno in cui diventarono Baronetti.

Di sicuro i Beatles furono tra le poche band che parlarono della Regina Elisabetta in una canzone in maniera non completamente disastrosa ma allo stesso tempo ben lontana dall'essere lusinghiera. In Her Majesty, uno scarto di una manciata di secondi finito poi in Abbey Road, un uomo sogna di una storia d'amore con la Regina descrivendola come 'carina ma con poco da dire'.


Anche l'altra campana dei giganti anni '60, Mick Jagger, non è mai stato tenero con Sua Maestà che, quando nel 2003 fu proposto il titolo di Sir al frontman degli Stones, fece in modo di non essere presente. L'investitura di Jagger fu fortemente caldeggiata dal fan Tony Blair ma la Regina Elisabetta, secondo alcune voci, cercò di dimostrare la sua opinione non presentandosi alla cerimonia. Ufficialmente assente per un intervento medico, la Regina pare abbia evitato di spendersi personalmente per un personaggio come Jagger al quale, oltre a dichiarazioni al vetriolo e scivoloni fiscali, è stata attribuito anche una relazione controversa con la Principessa Margaret.

Un rapporto, quello tra le rockstar britanniche e Sua maestà, da sempre e per sempre difficoltoso, fatto di alti e bassi, scontri generazionali e mediazioni.

E, del resto, come potrebbe essere diversamente?



La provocazione dei Sex Pistols e il sogno degli Smiths

Certo, ci sono artisti pop e rock vicini a Sua Maestà - uno su tutti Elton John, da sempre legato alla Royal Family - e i Queen hanno preso corona e mantello, portando anche la sei corde di Brian May a Buckingham Palace. Tuttavia la figura di Elisabetta è sempre stata il bersaglio perfetto a cui mirare per prendersela con l'istituzione, lo status quo e il simbolo di una Gran Bretagna che non rappresentava i giovani e i musicisti del Regno.

Proprio per aggredire l'ordine delle cose, I Sex Pistols si servirono della Regina Elisabetta in God Save The Queen. Una provocazione ad hoc creata da Malcolm McLaren che diede ad Elisabetta, suo malgrado, il più grande successo rock a suo nome e poco importa che fosse solo un ingranaggio all'interno della grande truffa dei Pistols.

In pochi secondi in mezzo al loro album di debutto, gli Stone Roses usano la melodia tradizionale di Scarborough Fair per augurarsi la fine del Regno in Elizabeth My Dear.

L'attacco più diretto arriva però pochi anni prima, nel 1986, da un'altra band di Manchester. Nella loro lotta alla monarchia (e a Margaret Thatcher) gli Smiths tirano in ballo la Regina nel loro album capolavoro The Queen Is Dead.

Con quasi 40 anni di anticipo, nella titletrack Morrissey - ironicamente poi uno dei più reazionari artisti inglesi - ci porta precipitosamente ai giorni nostri gridando alla morte della Regina.

Il sound è travolgente, lo stile dei versi quello tipicamente caustico e tagliente di Morrissey che, nel voler sminuire il ruolo della royal family all'interno della società moderna, sogna la morte della Regina.

Qualcosa che oggi è diventato realtà.

E' morta la Regina Elisabetta II, bersaglio del rock
PHOTO CREDIT: SplashNews.Com / Ipa-Agency.Net / Fotogramma