21 giugno 2022

Elvis, il supereroe rock di Baz Luhrmann

Arriva domani nei cinema Elvis, l'atteso biopic di Baz Luhrmann sul Re del Rock'n'Roll, raccontato come un supereroe fragile interpretato dal bravo Austin Butler

Arriva nei cinema oggi "Elvis", l'attesissimo biopic di Baz Luhrmann con Austin Butler e Tom Hanks che racconta gli Stati Uniti attraverso uno dei personaggi più iconici della sua storia.

La trama di Elvis racconta la vita del King of Rock'n'roll dalla sua infanzia a Tupelo dove si avvicinò al blues, al contratto con la Sun Records di Sam Phillips e il passaggio all'uomo che gli avrebbe cambiato la vita: il Colonello Tom Parker. La controversa figura del manager che vedrà in Elvis il punto di congiunzione tra il blues dei neri e il country dei bianchi è il polo che attrae e respinge in continuazione Elvis per tutta la durata del film.

Un rapporto quasi morboso in cui quel talentuoso e trasgressivo ragazzo del sud, quasi un punk ante litteram, si fa guidare nel mondo del music business dal suo manager.

Quello che sarà una guida, diventerà quasi un carceriere dal quale Elvis cercherà di divincolarsi inutilmente non riuscendo mai davvero del tutto a sottrarsi al suo destino di essere una gallina dalle uova d'oro, prima ancora che il talento più grande che avesse mai calcato i palchi americani.

Elvis, il viaggio in technicolor nella vita del Re

Sulla vita e sulla morte di Elvis hanno scritto in tanti e, del resto, essendo una delle figure più importanti della cultura pop non poteva che essere altrimenti. Un santo? Tutt'altro? Un difensore dei valori americani contro le sregolatezze degli hippies o un drogato? Cosa lo ha ucciso? Le pillole, un panino, l'essere stato spremuto fino al midollo da un manager senza scrupoli?

Una risposta vera e definitiva forse non si avrà mai o forse sono tutte valide. Nel biopic "Elvis" in arrivo nei cinema domani, il regista Baz Luhrmann tende, quantomeno, a concentrarsi sul rapporto quasi morboso che Elvis aveva proprio con il suo manager, il Colonnello Tom Parker.

Proprio dal sogno sotto effetto di morfina di un Colonello Parker vecchio e malato, interpretato magistralmente da Tom Hanks, prende il via il film. Lì, a Las Vegas, la città del gioco, vizio molto caro a Parker, che vedrà le ultime performance di un Elvis incastrato nella sua prigione dorata.

L'interrogativo che sostiene tutta la vicenda lo pone proprio il controverso manager di Elvis quando esordisce dicendo: "Dicono che io abbia ucciso Elvis, in verità sono quello che l'ha creato". Probabilmente la verità, anche in questo caso, è nel mezzo ma è il gioco su cui si basa tutta la narrazione del film.

Dall'infanzia del King Of Rock'n'roll i cui panni sono indossati da Austin Butler,nell ruolo più importante della sua carriera, fino alla sua morte, Baz Luhrmann porta lo spettatore in un viaggio in technicolor luccicante all'interno della vita di Elvis e del suo rapporto con Parker, con i suoi genitori, con sua moglie Priscilla e, ovviamente, con i fan.


Un Elvis supereroe

Elvis di vite ne ha vissute molte: quella di giovane ragazzo del sud mammone con la passione per la musica nera, quella di performer troppo incredibile e sensuale per la cultura americana, il militare, l'attore, la superstar, il supereroe. Nella pellicola si cerca di sviscerarle tutte in poco meno di 3 ore riuscendo, pur sfiorando solo alcuni episodi, a rendere bene la portata del personaggio.

Luhrmann lo aveva già anticipato nei mesi scorsi dicendo che "Elvis" avrebbe visto il Re trattato proprio un supereroe e non avrebbe raccontato la sua storia come un biopic normale ma avrebbe incluso momenti romanzati.

Se vi aspettate (o temete) qualcosa come "Rocketman" con momenti da musical e personaggi che si librano in volo, non avrete quello che state cercando. Dovendo paragonare Elvis ai due biopic musicali che più hanno fatto parlare negli ultimi anni, quello sui Queen "Bohemian Rhapsody" e quello su Elton John "Rocketman", il film di Baz Luhrmann si colloca esattamente a metà.

E' un Elvis supereroe quello che emerge dal film, come se ad un certo punto la Marvel avesse deciso di realizzare un blockbuster per portare sul grande schermo uno dei più grandi eroi della storia del rock. Una figura quasi messianica per molti che, per come è raccontata nella pellicola di Luhrmann, riuscirà sicuramente ad arrivare alle nuove generazioni che nemmeno immaginano l'importanza e la portata culturale di quel signore con il ciuffo e i costumi di scena appariscenti.

Attraverso la vita di Elvis, infatti, Luhrmann racconta non solo uno dei più grandi artisti della storia del rock ma racconta la cultura americana di quegli anni. Uno spaccato che attraversa la lotta razziale, gli omicidi politici, la censura e il perbenismo di facciata che, mai come in quel periodo, caratterizzavano gli Stati Uniti bisognosi di uno slancio rivoluzionario contro lo status quo.

Elvis, il supereroe rock di Baz Luhrmann

Il montaggio e la colonna sonora

Il montaggio del regista di Moulin Rouge è nel suo perfetto stile e riesce a dare ritmo anche a quei passaggi più lenti, al punto che in certi momenti vi sembrerà di assistere ad un trailer. Se in certi casi può sembrare disorientante, la regia di Luhrmann nel complesso è sicuramente efficace, al servizio della storia e rende bene in immagini l'energia contagiosa sprigionata da Elvis.

Come già fatto in passato, anche per Elvis Luhrmann ha voluto che la colonna sonora non fosse composta solo da brani originali del protagonista ma anche da cover più o meno fedeli e canzoni inedite che, pur avendo suoni completamente diversi dal rock'n'roll originale, aiutano a dare un senso di modernità al film, rendendolo anche appetibile e più facilmente digeribile per i più giovani. Proprio in questo il regista è stato bravo nel riuscire a raccontare Elvis e la sua storia sia per chi ha già familiarità con la materia, sia per quei pochi che andranno al cinema per vederlo solo come un film in cartellone.

Se sarà quindi normale ascoltare i classici di Elvis, cantati anche dal bravissimo Butler, potrà sembrare in un primo momento straniante trovarsi davanti Doja Cat e il sample di Hound Dog nella sua Vegas o le scariche elettriche di Jack White e le barre di Eminem ma, alla fine, ha tutto senso. E chissà che grazie alla curiosità destata nei giovani dal coinvolgimenti di artisti attuali, come anche i nostri Maneskin, i teenager non si avvicinino a nomi più lontani raccontati nel film come i giganti del blues B.B.King, Sister Rosetta Tharpe e Big Boy Crudup.



L'incredibile lavoro di Austin Butler e Tom Hanks

Tom Hanks, dal canto suo, ha il ruolo del villain, il Colonello Tom Parker. Una figura controversa che, allo stesso tempo, ha sicuramente fatto la fortuna di Elvis riuscendo a capitalizzare il talento unico e inimitabile di quel ragazzo scoperto quasi per caso. Hanks riesce a caratterizzare il manager di Elvis sottolineandone le doti da affarista e da persuasore, camminando sempre in bilico tra l'interesse per fare il bene del suo assistito e il tenere il guinzaglio per il proprio tornaconto.

Parlando del protagonista, Austin Butler scaccia via ogni scetticismo sin dai primi minuti. L'attore statunitense ha saputo farsi carico di una figura immensa ed iconica come Elvis con maestria, sapienza e tanto studio, diventando una cosa sola con il Re. Se dal punto di vista fisico Butler sembra essere meno macho rispetto all'originale, la somiglianza è comunque notevole. Il lavoro incredibile di Butler è stato fatto nei movimenti che, specialmente nelle tarantolate esplosioni sul palco, ricordano davvero tanto quelli del vero Elvis.

Anche dal punto di vista psicologico, Austin Butler riesce a raccontare Elvis in maniera credibile, mostrando allo spettatore le sue urgenze e le sue insicurezze, la ricerca di una figura che lo approvasse, il disperato bisogno di amore che, dopo la morte di sua madre, solo il pubblico sapeva dargli.

Come era lecito aspettarsi, era stata mossa la stessa critica a Bohemian Rhapsody per la rappresentazione di Freddie Mercury, i tratti più controversi e spigolosi del carattere del comportamento di Elvis vengono solo sfiorati mantenendo la narrazione indirizzata verso l'Elvis supereroe.

Un supereroe che, non solo ha rivoluzionato il rock'n'roll facendone un fenomeno, ma ha anche cambiato per sempre la cultura americana.