24 maggio 2021

Eurovision, anche la figlia di Jimmy Page fan dei Maneskin

La fotografa Scarlet Page, figlia del leggendario chitarrista dei Led Zeppelin Jimmy Page, ha fatto sapere di aver amato la prova dei Maneskin all'Eurovision

La vittoria dei Maneskin all'Eurovision Song Contest di Rotterdam ha monopolizzato le pagine degli spettacoli di tutto il mondo negli ultimi giorni attirando l'attenzione anche di alcuni musicisti stranieri e di nomi internazionali legati al mondo del rock come la figlia di Jimmy Page, la fotografa Scarlet Page, che ha dichiarato di aver molto apprezzato la performance della band romana.

La figlia di Jimmy Page fan dei Maneskin

La fotografa Scarlet Page, figlia del leggendario chitarrista dei Led Zeppelin Jimmy Page, si è espressa in maniera più che positiva nei confronti dei Maneskin, la band romana che, dopo aver vinto il Festival di Sanremo, è riuscita nell'impresa di portare l'Italia sul tetto d'Europa vincendo l'Eurovision Song Contest di Rotterdam.

La carica dei quattro Maneskin, una passione per il rock che, pur stonando apparentemente in un contesto come quello dell'Eurovision è riuscita a colpire il pubblico di tutta Europa, ha fatto guadagnare ai quattro giovanissimi romani anche una fan con un cognome pesante come quello della Page.

Del resto quando sei la figlia di quello riconosciuto universalmente come uno dei chitarristi più grandi della storia del rock, e anche la persona a cui è dedicata 'Scarlet', canzone dei Rolling Stones con Page alla chitarra resa disponibile per la prima volta lo scorso anno, qualcosa da dire sull'argomento potresti averlo, pur non essendo una musicista.

E fa allora scalpore il fatto che Scarlet Page si sia espressa attraverso sui social in un grande applauso virtuale ai Maneskin, specialmente al giovanissimo chitarrista Thomas Raggi, che come riportato da Rockol, ha condiviso a sua volta il complimento ricevuto. In un'altra storia Instagram pubblicata poche ore fa Scarlet ha scritto, in italiano, esprimendo la sua gioia per la vittoria dei Maneskin grazie ad una performance che definisce favolosa e ricca di tutti gli ingredienti giusti, dalle fiamme agli outfit.



Eurovision, anche la figlia di Jimmy Page fan dei Maneskin

Da Little Steven ai Royal Blood

La vittoria dei Maneskin all'Eurovision con 'Zitti e Buoni' ha fatto il giro del mondo. In Italia il paese si è spaccato tra chi ha esultato per la loro vittoria all'Eurovision e chi abbraccia la teoria che di vero rock non ci sia traccia. Poi ci sono anche quelli che un po' per il tema del 'pensiero comune', un po' perché, in fondo, sempre meglio che i ragazzini vengano abituati al suono di una chitarra elettrica che ad altro, sono passati da una posizione all'altra.

All'estero la situazione è un po' diversa e se escludiamo le esternazioni fatte in seguito alla delusione per la sconfitta realizzata al fotofinish grazie ai voti del pubblico e conseguenti polemiche (francamente ridicole) i Maneskin sono stati applauditi un po' da tutti i fronti, anche da musicisti di livello internazionale.

Già nei giorni precedenti alla finale Little Steven, fidato e fedele chitarrista di Bruce Springsteen nella E-Street Band, era stato tirato in causa su Twitter da un utente per esprimere un giudizio sui Maneskin dei quali aveva detto 'non male' per poi applaudirli in seguito alla vittoria finale.

Completamente esaltata dall'esibizione di Damiano, Victoria, Thomas ed Ethan è stata anche Skin, cantante degli Skunk Anansie che ha accolto con grande entusiasmo la performance nella finale dell'Eurovision. Del resto non bisogna dimenticare i trascorsi dei Maneskin a X-Factor, talent dove la stessa Skin era stata protagonista qualche anno fa nei panni del giudice.

Sempre dall'Inghilterra, che per la cronaca si è inaspettatamente piazzata ultima con zero punti, anche il plauso di una leggenda del pop come Simon Le Bon dei Duran Duran, appena tornati con il nuovo singolo 'Invisible' e anche Ben Thatcher, batterista dei Royal Blood che ha fatto i complimenti ai Maneskin dopo la finale.

Forse in Italia non ci sarà un risorgimento del rock grazie ai Maneskin, su questo siamo d'accordo, e ci sono sicuramente band che suonano meglio e più originali, c'è tanto marketing - e del resto dove no - ma in un panorama dove le chitarre sembrano sempre più appannaggio di boomer e ultra trentenni, il fatto che partendo dalla band romana qualche 2000 possa avvicinarsi a scoprire un riff e trovare la sua strada non può che essere accolto in modo positivo da chi pensa che non si possa solo passare il tempo a leggere e rileggere la storia del rock.

E poi, del resto, dei giovani con degli strumenti in mano e la passione per la musica non hanno mai fatto male a nessuno, se non ai sogni di qualcun altro.