02 marzo 2021

Festival di Sanremo , la storia degli ospiti rock saliti sul palco del Teatro Ariston

Inizia oggi il Festival di Sanremo e per l'occasione ricordiamo alcuni degli ospiti rock internazionali saliti sul palco dell'Ariston nel corso degli anni

Questa sera prende il via il Festival di Sanremo che, ancora una volta, sarà affidato alle sapiente mani di Amadeus.  Un cast che unisce nella stessa categoria big e giovani che avrà il difficile compito di prendere il testimone dai Maneskin. Dopo aver portato le chitarre sul palco dell'Ariston, infatti, la band romana ha letteralmente preso il volo conquistando prima l'Eurovision e poi il mondo.

Le chitarre, però, c'è chi a Sanremo le aveva portate già in passato, anche se solo come ospite. 

Un Sanremo rock

Quando nel Teatro Ariston, però, si poteva ancora entrare e quando il mondo dello spettacolo e il mondo in generale erano quelli che conoscevamo fino a poco più di un anno fa, il Festival di Sanremo ha avuto anche l'opportunità di ospitare numerosi nomi del rock internazionale.

Nella splendida cornice della Riviera, la più famosa kermesse canora dello stivale (scusate, dovevo esaurire le parole standard associate all'evento), sono transitati alcuni tra i più grandi di sempre: da David Bowie a Bruce Springsteen, dai Queen agli U2 ma anche i rivali Blur e Oasis, R.E.M. e Placebo, senza dimenticare Depeche Mode, Smiths, Elton John con Ru Paul, Peter Gabriel e i Kiss in collegamento da New York.

Quindi, se avete nostalgia dei tempi in cui si poteva ancora vedere un po' di sano rock sul palco di Sanremo, ecco per voi il ricordo i alcuni tra gli ospiti rock del festival.

I Kiss in collegamento a Sanremo 1981

Tecnicamente i Kiss sul palco dell'Ariston non ci sono mai saliti ma, ritornati ad indossare make up e costumi d'ordinanza dopo la pubblicazione di "Unmasked" un anno prima, vengono messi in collegamento direttamente dallo storico Studio 54 di New York dove l'inviata consegnò alla band un Telegatto.

I Kiss, a parte l'assente Ace Frehley, prendono d'assalto la povera inviata tra abbracci, la pericolosissima lingua di Gene Simmons e i saluti in italiano a Sanremo di Paul Stanley, con la promessa di tornare al più presto in Italia.

Una scena affascinante e improbabile allo stesso tempo.


Peter Gabriel, la 'scimmia' a Sanremo 1983

Entrando negli anni '80 troviamo Peter Gabriel che dopo l'avventura con i Genesis e ben addentro alla sua carriera solista arriva a Sanremo per presentare il suo singolo 'Shock The Monkey'. Per l'occasione sarà proprio Gabriel la scimmia e, dopo un'esibizione caratterizzata dallo stile teatrale e scenografico che si porta dietro sin dagli esordi con la band inglese, decide di salire su una liana e librarsi sulla platea dell'Ariston.

Dopo una rincorsa più che sufficiente, Gabriel prende una traiettoria che lo fa finire esattamente sulle teste degli ospiti seduti nelle prime file che rischiano di venire colpite prima di tornare sul palco senza aver fatto, apparentemente, danni.

Sanremo 1984, i Queen, Radio Ga- Ga e il playack

Nel 1984 a 'cantare' sul palco del Teatro Ariston saranno i Queen che arrivano in Riviera per presentare 'Radio Ga Ga'. Una volta sbarcati, però, alla band viene data notizia che, come da tradizione televisiva, si sarebbero dovuti esibire in playback. Inutile dire che la richiesta non fu accolta di buon grado da Freddie Mercury, una delle voci più grandi della storia che tutto aveva in mente fuorché cantare in playback.

Alla fine la band accetta ma Freddie Mercury ha tutta intenzione di sottolineare il poco entusiasmo per la situazione e a metà esibizione allontana il microfono lasciando che sia la voce registrata ad andare avanti. In un colpo solo il cantante dei Queen riesce a prendere le distanze dall'organizzazione e svelare il trucco, con una presa in giro che diventerà quasi una costante per gli artisti britannici.


Bruce Springsteen con The Ghost Of Tom Joad a Sanremo 1996

Per Sanremo 1996 Pippo Baudo riesce a portare all'Ariston il Boss Bruce Springsteen che si presenta con una mossa che sembra leggermente azzardata ai fan più accaniti. Springsteen pone come condizione sine qua non che la sua esibizione sia esattamente all' inizio della serata e con una scenografia ben lontana dal gusto pomposo della kermesse: luci praticamente a zero e un solo occhio di bue su di lui. Il brano? 'The Ghost Of Tom Joad', titletrack dell'album uscito esattamente un anno prima che Springsteen vuole venga tradotta tramite dei sottotitoli per non far passare inosservato il testo.

Purtroppo in rete non è disponibile un video dell'ospitata di Springsteen a Sanremo ma ecco un live acustico dello stesso periodo in cui il Boss suona 'The Ghost Of Tom Joad'.


Festival di Sanremo , la storia degli ospiti rock saliti sul palco del Teatro Ariston

I Blur e il cartonato di Graham Coxon a Sanremo 1996

"Li paragonano ai Bitols" dice Pippo Baudo nel presentare i Blur a Sanremo nel 1996 ma più che ai Beatles, l'esibizione di Damon Albarn all'Ariston poteva sembrare più un test di ciòche sarebbero diventati Gorillaz: una band con membri immaginari.

Tra i quattro musicisti dei Blur, infatti, sul palco ne salirono solo due: Damon e il batterista Dave Rowntree. Il bassista Alex James  era stato messo fuori gioco da una sbornia memorabile mentre il chitarrista  Graham Coxon si era stufato di partecipare agli show televisivi per promozione e decise di chiamarsi fuori. I Blur si videro allora costretti a giocare di fantasia creando una 'nuova band' virtuale che facesse a meno degli altri due.

Nella performance di 'Charmless Man' , hit dall'album "The Great Escape", al top della guerra del britpop, Alex venne sostituito da Smoggy, bodyguard della band, e Graham da una sua versione di cartone, un po' più statica ma ugualmente efficace grazie al playback.


Bono Vox e l'omaggio a Mario Merola

Bono Vox ed Edge non possono mancare sul palco del Teatro Ariston dove nel 2000 regaleranno una sentita versione acustica di 'All I Want Is You' e di 'The Ground Beneath Her Feet'.  Durante l'esecuzione del brano scelto dalle superstar irlandesi per regalare un momento da ricordare nell'edizione numero 50 del Festival di Sanremo e contenuto nella colonna sonora del film The Million Dollar Hotel, accade qualcosa di davvero inaspettato. 

Nel bel mezzo dell'esibizione, ad un certo punto, Bono lascia The Edge sul palco e si avventura in platea seguito dai riflettori e, prima di tornare sul palco, regala una diapositiva di grande italianità fermandosi nei pressi di un elegante signore in platea che lo applaude e lo guarda con occhi accondiscendenti e sprezzanti allo stesso tempo.

Bono ricambia lo sguardo, si inchina in segno di rispetto, e fa ritorno sul palco. Quell'uomo altri non era se non il re della sceneggiata napoletana, Mario Merola.


Gli Oasis, le tensioni e il playback di Sanremo 2000

Gli Oasis  arrivano a Sanremo in una delle fasi più complicate della loro turbolenta carriera per l'edizione 2000 del Festival. Orfani di due membri storici della band Bonehead e Guigsy, gli Oasis rimettono insieme i pezzi per pubblicare "Standing On The Shoulder Of Giants", quarto album in uscita proprio a febbraio, il mese del Festival di Sanremo.

Con l'ingresso in formazione di Gem Archer e di Andy Bell,  all'Ariston i fratelli Gallagher presentano il primo singolo, 'Go Let It Out', e anche questa volta protagonista è il playback. Anche se l'effetto è meno eclatante di quello lasciato da latri colleghi, come i rivali Blur, si vede subito che Alan White attacca a suonare la batteria mentre il disco è già partito e Liam si sgancia dal microfono mentre la sua voce rimbomba ancora potente.

Quando torneranno per un concerto tutto loro a Milano nel maggio dello stesso anno, la situazione sarà ancora più tesa con Noel che lascia la band costringendo i compagni a sostituirlo 'al volo' con Matt Deighton.



Brian Molko e la distruzione dei Placebo all'Ariston

Nel 2001 i Placebo sono al top della forma sulla scia di "Black Market Music", terzo album pubblicato nell'estate del 2000. Brian Molko e soci suonano il singolo che di lì a poco sarebbe uscito come terzo estratto, 'Special K'. Molko, inguainato in una giacca di pelle, pensa bene di sottolineare ulteriormente l'essere alieni su un palco del genere sfogando tutta la sua frustrazione per la situazione.

Verso la fine dell'esibizione il frontman della band inglese inizia a devastare l'amplificatore a colpi di chitarra, un gesto rock nella sua semplicità ma che non viene apprezzato dai signori incravattati della platea che accompagnano l'uscita di scena dei Placebo con una tempesta di insulti e fischi.