Gene Simmons: "Dicono che sono uno str**zo ?E' vero!"
La rockstar americana non ha alcun problema con il giudizio degli altri perché, dice, è consapevole di se stesso: "Ho anche chiamato un album Asshole!"
Gene Simmons sa di essere considerato uno str**zo da molti e si sente completamente a suo agio nel ruolo.
Ci sono artisti che vengono celebrati come persone adorabili, ben voluti da tutto l'ambiente al di là dei propri successi musicali.
Poi ci sono star in grado di rimanere nella storia per la loro musica almeno quanto per il loro carattere difficile, vedi Bob Dylan, o il loro essere dei veri e propri squali o str**zi, come Gene Simmons.
Il demone dei Kiss ha parlato della percezione che gli altri hanno di se stesso durante un'ospitata nel podcast Really Famous With Kara Mayer Robinson, dicendosi francamente poco preoccupato ma, anzi, ben consapevole del proprio ruolo.
Gene Simmons è uno str**zo e lo sa bene
Già alcuni anni fa Simmons aveva commentato la sua difficoltà nell'intrattenere relazioni con altre persone, descrivendosi sostanzialmente come un uomo solitario, pieno di conoscenze ma senza amici, sebbene assolutamente a proprio agio nella situazione.
Ora Simmons fa di più auto dichiarandosi un 'asshole', uno 'str**zo', termine che utilizzò anche per dare il titolo ad uno dei suoi album.
Nel corso dell'intervista, il musicista di New York ha detto di voler rivendicare il termine, così come accade già per altre categorie: "Direi che alcune persone - magari più di alcune, forse no - che mi considerano uno str**zo. Tanto è vero che ho chiamato il mio secondo album "Asshole", cosa che io ho preso un po' per appropriarmi del termine, un po' come le persone di colore che usano la 'parola che inizia con la N' oppure quelle grasse, sovrappeso, obese che utilizzano queste espressioni, un po' per ridurre l'impatto della parola", ha spiegato Simmons.
L'importante è essere consapevole dei propri vizi e delle proprie virtù e se i KISS sono diventati un brand planetario, oltre che una band, in gran parte il merito è proprio di Simmons che oltre ad essere un musicista si è dimostrato essere un businessman navigato, sempre pronto a trasformare in denaro sonante qualsiasi attività della band.
La mentalità è la cosa più importante
"Non ho problemi ad essere etichettato come str**zo o che le persone pensino questo di me, perché so esattamente chi sono", ha aggiunto Simmons. "E poi ci sono quelli che pensano che io faccia tutto questo solo per soldi e la mia risposta è: ovviamente! Perché non sarei un uomo onesto quando quasi tutti i lavori sulla faccia della terra sono svolti da persone a cui non piace ciò che fanno e l'unica ragione per cui lo fanno è solo per poter guadagnare i soldi necessari a sfamare le loro famiglie e mettere un tetto sopra la loro testa?".
Il punto di Simmons è chiaro: ci sono un sacco di lavori realizzati con i soldi come motivazione ma che poi, alla fine, risultano per essere utili per tutta la comunità: "Nessuno vuole scavare fossi su un'autostrada ma l'edificio su cui ci troviamo qualcuno doveva pur costruirlo. Lo fanno tutti i giorni, vanno al lavoro e fanno la stessa cosa a ripetizione, dalle nove alle cinque, cinque giorni a settimana. La gente si rompe la schiena per non diventare mai ricca? Perché non posso essere considerato un grande e onesto lavoratore? Perché guadagno più degli altri? Ma faccio anche beneficenza, anche se non vado a sbandierarlo".
"Io so chi sono" ha aggiunto la rockstar dei KISS. "E alla fine cosa c'è di meglio di essere in pace con se stessi e sentirsi bene nei proprio panni. Del resto nemmeno Gesù piace a tutti".
Proprio questa consapevolezza sembra essere, in generale, una spinta fondamentale per Simmons e qualcosa che ognuno dovrebbe cercare in se stesso: "Chi sono? Sono nato Chaim Witz, un nome che mi è stato dato ma sono molto di più di questo. Sono davvero qualcosa e consiglierei a tutti di essere così deliranti su se stessi perché, che sia davvero così o no, il tuo cervello ti aiuta ad arrivarci attraverso le delusioni".
Simmons conclude facendo l'esempio di un suo amico, Mike Tyson, che è diventato un grande sportivo contro ogni previsione: "Ha avuto una brutta infanzia, una brutta vita familiare, se non fosse stato per il suo manager che lo ha cresciuto convincendolo delle sue possibilità...era il più basso dei pesi massimi, con le braccia più corte, con una voce interessante e qualche problema a pronunciare delle parole. E' stato deriso, bullizzato e poi, ad un certo punto, prima dei 20 anni, ha deciso che sarebbe diventato l'uomo più pericoloso mai salito su un ring. La cosa più importante è la mentalità, al di là di quanto potesse sembrare delirante pensare 'Ok, sarò il più pericoloso e metterò KO la gente in cinque secondi'. Alla fine è stato proprio così".