Gene Simmons: Geddy Lee dei Rush si perdeva in un giro di blues

Gene Simmons dei Kiss svela che Geddy Lee, poli strumentista geniale artefice della musica sublime dei Rush, non conoscesse una virgola di teoria musicale.

Se c'è un filone del Rock che notoriamente tutti conoscono come particolarmente complesso a livello musicale, tecnico e sonoro, questo è sicuramente il Progressive. Per questo è stupefacente scoprire da un'intervista al bassista dei Kiss, Gene Simmons che Geddy Lee (bassista, cantante e tastierista dei Rush,  trio semplicemente spettacolare a livello strumentale e band tra le più significative di questo genere) abbia iniziato la sua carriera senza conoscere una virgola di teoria musicale ma suonando solo ad orecchio.


In una recente intervista, il cantante e bassista dei Kiss, Gene Simmons ha raccontato come - negli anni della gavetta durante i loro primi tour e concerti - spesso coinvolgessero come band spalla i Rush. Divertente pensare a due giovani band di belle speranze - ignare di diventare a breve figure ciclopiche della storia del Rock, ciascuna con milioni di album venduti alle spalle - dividessero ingaggi, piccoli club, alberghi e backstage. Così, magari prima di un soundcheck, uno show o nel relax delle proprie stanze non mancavano occasioni per trovarsi tra loro, strumenti musicali al collo, a scambiarsi dritte, accordi, idee o semplicemente cazzeggiare. Ed era proprio quello che Gene Simmons si divertiva a fare con Geddy Lee dei Rush, bassista oggi ritenuto un’autentica icona di quello strumento.

PHOTO CREDIT: Mark Taylor

Scala Blues: questa sconosciuta

La cosa sorprendente è che Gene Simmons abbia rivelato come, allora, Geddy Lee suonasse totalmente ad orecchio, senza la benché minima base di conoscenza teorica. Racconta il bassista dei Kiss: “Ricordo in particolare una notte, forse in qualche backstage o forse in qualche albergo, in cui io e Geddy ce ne stavamo con i bassi in mano mostrandoci le nostre frasi, linee e riff migliori. Ad un certo punto, gli proposi di fare un giro blues: avrei iniziato io a tenere gli accordi e lui avrebbe potuto suonarci sopra qualche scala blues. Poi, come si usa quando si fa una jam blues, ci saremmo invertiti i ruoli. Lui non aveva idea di che cosa io stessi parlando: non conosceva alcuna scala o progressione blues che sono cose che tutti i musicisti padroneggiano.” Ma ancora più eclatante è il prosieguo del racconto in cui Gene Simmons aggiunge: “Allora gli dissi di suonare un Sol, magari prendendolo su due ottave; saremmo partiti da lì per improvvisare. E lui - spiazzato - mi chiese conferma se la nota che stava pigiando sulla tastiera del suo basso fosse effettivamente un Sol. Sicuramente, poi avrà imparato tante cose ma, a quei tempi, suonava esclusivamente ad orecchio.

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