Green Day, Billie Joe svela la sua canzone preferita della band
Il cantante dei Green day Billie Joe Armstrong ha detto quale canzone e quale album tra quelli pubblicati in carriera ama di più
Il frontman dei Green Day Billie Joe Armstrong ha rivelato in una recente intervista quale, tra le numerose canzoni e tra gli album della sua band, ama di più. Anche se per un artista è sicuramente difficile sbilanciarsi, un po' come un figlio per i propri genitori, il cantante, chitarrista e compositore della band punk rock americana non ha dubbi e la scelta forse sorprenderà alcuni fan dei Green Day.
Una canzone dei Green Day epica
Intervistato da Vulture, Billie Joe Armstrong ha ripercorso la sua carriera come frontman dei Green Day proprio come fa nel suo ultimo podcast intitolato "Welcome To My Panic". Il rocker californiano di origini italiane ha anche rivelato quale canzone, tra le tante pubblicate dalla sua band, ama di più e quale album dei Green Day è il suo preferito.
A sorpresa, la scelta di Billie Joe non cade su una classica hit dei Green Day di quelle veloci da una manciata di minuti nel classico stile punk rock ma è il brano più lungo ed epico nella discografia del trio, 'Jesus Of Suburbia' da "American Idiot": "E' una canzone che si distingue, è davvero epica - dice il cantante dei Green Day - non voglio sembrare auto celebrativo ma penso che racchiuda davvero molto della mia vita, della mia famiglia, delle mie amicizie. E inoltre è eccessiva, grandiosa, magnifica. E' uno di quei momenti in cui sentivo di volermi prendere un grande rischio. Suonarla dal vivo è divertente, vedere la gente che la canta. E' una di quelle canzoni speciali".
L'album dei Green Day preferito da Billie Joe
Più scontata la scelta di Billie Joe Armstrong quando si tratta di dover scegliere il miglior album dei Green Day per lui. La scelta fatta dal frontman della band, infatti, è quella dell'album che iniziò a preparare il terreno ai Green Day per la popolarità internazionale arrivata con il successivo "Dookie", ovvero "Kerplunk".
Parlando del disco pubblicato nel 1991 Billie Joe dice: "Ora come ora scegliere Kerplunk perché è abbastanza autobiografico. Abbiamo scritto quel disco quando avevo 18 o 19 anni ed era prima che il punk diventasse mainstream. C'è qualcosa di quell'album che ha un feeling da fanzine. In qualche modo parla della nostra maturazione, eravamo noi tre che vivevamo insieme, come band. Una canzone come 'Welcome To Paradise' non aveva più a che fare semplicemente con i problemi di cuore adolescenziali, era più sulla vita che ti prendeva a schiaffi in faccia".
E a proposito di 'Welcome To Paradise' aggiunge: "E' stata scritta quando mi sono trasferito da un piccolo paesino a West Oakland. Parla di essere per la prima volta fuori di casa, vivere con un gruppetto di artisti in un quartiere popolato prevalentemente da persone di colore. Un'esperienza completamente nuova che mi ha insegnato molto".

La sorpresa di Basket Case e l'esplosione del punk
Nel corso dell'intervista Billie Joe affronta in maniera precisa e diretta molti altri temi riguardanti la storia dei Green Day come la sorpresa del successo planetario di 'Basket Case' e il suo amore per un'altra canzone da "Dookie", l'album che sparò Billie Joe Armstrong, Mike Dirnt e Tré Cool nell'olimpo della musica mondiale: "Non mi sarei mai aspettato che Basket Case diventasse un singolo, forse avrei scelto Burnout o She ma per fortuna ai voti ho perso io".
Ed è proprio 'She' la canzone da "Dookie" che Billie Joe ama di più: "E' una canzone molto semplice, sono solo tre accordi. Penso sia molto melodica ma per me è stato un momento 'oh cazzo'. Parla di una ex fidanzata dell'epoca che aveva avuto un impatto davvero positivo sulla mia vita".
'Basket Case' fu la principale responsabile del successo dei Green Day che, grazie a "Dookie", portarono il punk rock californiano in tutto il mondo. Billie Joe, però, ricorda un momento preciso in cui si rese davvero conto che il punk dei Green Day aveva superato ogni barriera diventando di tutti: "Dopo l'uscita di Dookie e il successo di Basket Case un mio amico si fermò con la sua band in un'area di servizio, di quelle per camionisti, e trovò un deodorante per auto marchiato Green Day. Ma non era parte del nostro merchandising, era un deodorante 'bootleg'. Quell'episodio per me la dice lunga".