Heroes - Bowie By Sukita

Un viaggio fotografico per catturare l’anima di un artista irripetibile

È abbacinante la luce della primavera a Firenze, mentre passeggio tra folle di turisti che si guardano intorno mi trovo a rivivere sempre il fascino di questa città. Tutti i principali monumenti sono affollati, code interminabili di persone che aspettano il loro turno per il confronto diretto con l’opera d’arte.

Cammino, osservo, mi appaga il semplice passeggiare e osservare questa umanità in movimento proveniente da ogni dove e tutta alla ricerca della bellezza, dell’arte, del buon cibo.

Passeggiando raggiungo Palazzo Medici Riccardi dove non sono ancora mai stata, dove si tiene la mostra Heroes - Bowie by Sukita allestita dal 30 marzo al 28 giugno 2019. Entro.

La corte del palazzo è bellissima, si tratta del primo palazzo dei Medici, dove hanno vissuto Cosimo il Vecchio e Lorenzo il Magnifico, dove hanno lavorato tra gli altri Donatello, Michelangelo, Botticelli. Mi domando subito se sia il posto giusto per la mostra di un artista che storicamente e d’istinto si colloca al MOMA. Eppure questo apparente contrasto mi affascina e, in fondo, lo sento anche giusto; leggo “La casa del Rinascimento. Dove tutto ebbe inizio” e penso che David Bowie sia perfetto in un posto dove tutto ha avuto inizio e poi la sua visione è anche rinascimentale, nondimeno il suo portamento. È il Duca Bianco. Non dimentichiamo inoltre che Bowie e Iman Abdulmajid scelgono proprio Firenze per sposarsi nel giugno del 1992. Insomma è bello saperlo qui.

Siamo nel il 1972 quando il fotografo giapponese Masayoshi Sukita scopre David Bowie, lo vede per la prima volta sul manifesto di “The Man Who Sold The World”. Non sa ancora chi sia, ne resta affascinato, decide di andare a vedere il suo concerto e ne rimane folgorato. Capisce che ha qualcosa di diverso da tutti. Da quel momento cerca e trova il modo per poterlo fotografare. Ne nasce un rapporto durato più di 40 anni che la mostra racconta attraverso novanta scatti che racchiudono nello sguardo appassionato, attento e sensibile di Sukita anche il percorso di trasformazione esistenziale e artistica di David Bowie.

Ci sono fotografie che partono dagli anni ’70 fino agli anni 2000, la mostra è un viaggio che inizia con l’estro dei costumi, dei trucchi e dei colori che hanno segnato lo spirito alieno di Bowie e si espande fino a incontrare nell’ immediatezza espressiva del bianco e nero un artista che arriva sempre di più all’ essenza per stimolare, impressionare, emozionare.

In mostra tra gli altri, gli scatti dai quali è tratta la copertina del disco “Heroes”, ma anche fotografie estratte dall’archivio di Sukita, con un Bowie turista nei luoghi del Sol levante.

Ci sono anche 3 fotografie molto significative dedicate a Marc Bolan e alcuni splendidi scatti di Iggy Pop, effettuati durante la permanenza in Giappone insieme a Bowie, foto che Sukita realizza a entrambi in una giornata di shooting che resterà per lui indimenticabile.

Una mostra appassionata in cui si percepisce il desiderio di Sukita di catturare attraverso il suo obiettivo qualcosa di profondo, di unico, irripetibile che da sempre caratterizza David Bowie e che, forse, il fotografo intercetta in lui sin da quel manifesto in cui lo vede per la prima volta, per poi restarne completamente catturato dopo il concerto. Il desiderio reale di incontrare la sua anima lo testimonia uno degli ultimi scatti della mostra che ritrae l’artista maturo; un primo piano intenso intitolato “Ki”, che in giapponese significa aria, ma contemporaneamente anima.

Il 25 maggio Sukita sarà presente al Palazzo Medici Riccardi per incontrare il pubblico della mostra.

David Bowie - Heroes (Live at Glastonbury Festival 2000)

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