09 agosto 2020

Hi Five: 5 canzoni per scoprire il Britpop

Le playlist improbabili di Radiofreccia, valide per qualsiasi occasione probabile d'estate: cinque canzoni per scoprire il britpop senza usare Oasis e Blur

Allora, diciamoci la verità, in estate la televisione si riempie di repliche di programmi, episodi di serie TV già viste per la milleottocentesima volta che guarderete sempre e comunque perché sì. Noi per l'estate, o almeno per un paio di settimane, ci siam detti che sarebbe stato simpatico fare qualche playlist a tema. Tra le tante Hi-five legate a storie di vita vissuta o situazioni che probabilmente vi saranno successe o succederanno stasera per movimentare la vostra estate, abbiamo pensato di inserirne qualcuna di stampo strettamente musicale. 

Abbiamo fatto considerazioni personali? Sì, certo, e visto che sono uno di quelli rimasti incagliati negli anni '90 fatti di Union Jack, NME e Melody Maker, ho pensato bene di dedicare 5 canzoni al britpop. In realtà fare una scrematura è molto complicato ma senza scomodare i soliti volti noti - ne abbiamo tenuto uno per farvi acclimatare - la selezione è un mix che forse dirà poco ai non appassionati del genere ma di grande qualità. Del resto l'intento è farvi scoprire delle gemme, no? 

P.S. Sì, c'è stato un tentativo di limitare l'essere nerd (ad esempio vi ho limitato, che ne so, un disco stupendo, anche se fuori per un pelo dal periodo britpop, come questo). Ops.


Pulp - Mis-Shapes

Iniziamo con i Pulp che, pur non avendo mai raggiunto i livelli di popolarità dei giganti Oasis e Blur, sono, con i Suede, i maggiori esponenti della parte più glamour e artsy del britpop. Per quanto a livello iper popolare si tende a ricordare la band del buon Jarvis Cocker principalmente per Common People e Disco 2000, senza andare a scomodare altri album,  in mezzo usciva un altro singolo da "Different Class", Mis-Shapes (che faceva coppia con un altro brano, Sorted For E's & Wizz'. Si potrebbe parlare del polemica scatenata dai tabloid che accusavano il secondo lato A del singolo e l'artwork di incitare i giovani a usare le droghe ma parleremo di un pezzo perfetto per l'epoca e vero e proprio manifesto per gli sfigati, una rete di supporto per quelli costretti a sentirsi stupidi perché intelligenti.

Nerd alert: nel video Jarvis riprende una scena del film neorealista inglese Billy Liar, pellicola alla quale un altro Signore degli sfigati, Morrissey, era solito attingere a piene mani per i suoi testi.


Marion - Sleep

Marion, band proveniente dall'area di Manchester, Macclesfield, centro indissolubilmente legato ai Joy Division dove oggi è sepolto Ian Curtis. Il tormento, anche se in modo diverso, ce l'aveva anche il frontman Jaime Harding che dopo si perse totalmente dietro l'abuso di droghe che trasformarono un talento interessante in un soggetto di difficile affidabilità. Dopo un secondo album prodotto anche grazie all'aiuto di sua Maestà Johnny Marr la band si sciolse per poi provare a rimettere insieme i pezzi anni dopo. Il primo singolo dal primo album del 1996 "This World And Body" era 'Sleep', un brano dal ritmo incalzante che lasciava intravedere le qualità, sia di scrittura che vocali, di Harding, una vera gemma britpop.

Catatonia - Londinium

Brit, sì, ma dal Galles. I Catatonia sono Cerys Matthews, che per altro ormai da anni è passata dall'altra parte lavorando in radio per la BBC, così come un'altra frontwomandel periodo, Lauren Laverne delle Kenickie. Le prime avvisaglie di successo, dopo l'oro raggiunto in UK con il debut album, fu con il secondo "International Velvet" del 1998 che addirittura fu certificato tre volte disco di platino grazie al traino del singolo Mulder & Scully. Per questa playlist, però, abbiamo voluto fare un balzo in avanti e arrivare al successivo "Equally Cursed &  Blessed" e al secondo singolo che, per qualche motivo, mi è sempre rimasto in testa: Londinium. La voce di Cerys è come quella di una bambina che ha fumato mille sigarette. Per quanto possa sembrare poco educativo e apparentemente poco allettante, vi garantisco che è oro.

Shed Seven - Bully Boy

Cosa dire dei Shed Seven? Tra le band 'minori' sono forse una delle più amate del britpop puro. Del resto esordirono in contemporanea agli Oasis, con i quali iniziarono anche una lotta ai tempi del primo album "Change Giver", ma che dai primissimi lavori dimostrarono un talento cristallino nella scrittura. In un periodo e in una scena che fagocitava e consumava artisti e canzoni ad un ritmo vertiginoso non sono molti quelli ad aver pubblicato singoli di qualità a nastro per tre album di fila, gli Shed Seven fanno parte di questi. Bully Boy si poggia su un riff di chitarra che entra in testa ed è uno dei singoli dal miglior lavoro della band, il secondo album "A Maximum High" del 1996. Fatevi un favore e recuperate il greatest hits "Going For Gold".

The Auteurs - Lenny Valentino

Chiudiamo la carrellata con il genio di Luke Haines , un talento enorme, un carattere complesso mai sceso a compromessi che ha pagato tutto in termini di popolarità. Uno che, in verità, col britpop non voleva minimamente avere a che fare ma si è trovato in una scena suo malgrado per una pura questione di tempo e spazio, tanto è vero che ha scritto anche un libro molto bello , "Bad Vibes", che come sottotitolo ha 'Il britpop e il mio ruolo nella sua caduta'. 

E tutti i torti il buon Luke non li aveva, perché gli Auteurs erano una formazione atipica, dal sound molto più americano ma con un gusto per la melodia tutto britannico. Riff acidi, archi e la voce di Haines che ricorda più quella di Billy Corgan che quelle che andavano a Londra in quegli anni. Ho scelto Lenny Valentino, brano che apre il secondo album "Now I'm A Cowboy" del 1994, ma facendo un passi indietro al debut "New Wave" o uno in avanti al successivo "After Murder Park" non sbagliereste comunque. Per non parlare della successiva carriera solista o come Black Box Recorder. Outsider vero.


Hi Five: 5 canzoni per scoprire il  Britpop